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Incontro al Lions Club Host Borgomanero con l'Olivari spa

Da sinistra Paola Bellani, Alberto Servini, Stefano Casciani, Antonio Olivari e Giovanni Olivari

Borgomanero - La storia della maniglia, oggetto semplice e dall’uso quotidiano, può essere senza dubbio definita un’affascinante avventura. Non solo perché è il prodotto che ogni persona usa più volte nell’arco della giornata, ma perché è concepita quasi come una vera e propria opera d’arte. Almeno questo è quanto pensano, da tre generazioni, gli Olivari, industria borgomanerese all’avanguardia nella tecnologia e nel design del prodotto, tanto da creare, per ogni modello che esce dallo stabilimento di via Matteotti, una singolare opera significativa. E’ stato questo il tema del primo meeting 2014 del Lions Club Borgomanero Host che si è tenuto nella serata di giovedì 16 gennaio al “Ristorante da Paniga”. Una serata che ha visto presentarsi la famiglia Olivari, che ha una grande tradizione nel campo della produzione delle maniglie. Fondata in via Rosmini nel 1911 da Battista Olivari, è divenuta con il passare del tempo e il suo trasferimento in via Matteotti, leader a livello mondiale nella produzione di maniglie studiate dai maggiori architetti e designer, come Marcello Piacentini, Giò Ponti, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti e Alessandro Mendini. Ospiti d’eccezione Stefano Casciani, vice direttore della rivista “Domus”, e Paola Bellani, vice direttore della rivista “Disegno”. Casciani è anche l’autore di due volumi sull’azienda Olivari editi nel 1992 e 2010 e il curatore della mostra (2011) “100 anni di maniglie Olivari” allestita presso la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.

L’introduzione alla serata è stata del Presidente Alberto Servini, che si è definito "orgoglioso di poter presentare una realtà imprenditoriale, come quella degli Olivari, così importante a livello internazionale". La parola è passata poi ad Antonio Olivari che, con il fratello Giovanni, ha tracciato la storia della famiglia e del suo continuo impegno nel far crescere l’ azienda. La sua è stata una ricostruzione metodica del secolo della “Olivari”, con l’illustrazione delle tappe dello sviluppo produttivo e della “voglia” di realizzare un prodotto sempre nuovo, in linea con i tempi, e realizzato con le migliori tecnologie. Le diapositive ritraenti famosi costruzioni architettoniche sull’intero pianeta, riportavano anche il tipo di maniglia usato: dal palazzo di Giustizia di Milano all’edificio Zegna di Tokio; dall’Istitute du Monde Arabe alla Biblioteca di metallo e cristallo di Parigi. Tutto realizzato da grandi firme dell’architettura del novecento e attuale e come ha sottolineato Casciani "l’industria Olivari  è stata sempre una grande mediatrice tra la fantasia dell’architetto e la funzionalità del prodotto". Casciani non solo ho sottolineato il primato dell’Italia nel mondo come design, ma ha anche specificato che "si è letteralmente fatta da apripista del settore grazie anche alla intuizione degli Olivari di legarsi a grandi architetti per la realizzazione delle maniglie". Se la maniglia è in fondo una semplice leva, una delle tre semplici macchine della fisica fondamentale, il modo di crearla e di proporla da parte di Olivari la fa diventare anche un oggetto ’culturale’ ed è "piacevole – conclude Casciani – poter lavorare con aziende che hanno questa capacità".