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Stretto di Messina: il ‘ponte dei sospiri’

Alcune considerazioni dell'ing. Pietro Palmieri su un opera che volevano realizzare nel lontano 251 a.C.
Ing. Pietro Palmieri

Novara - Periodicamente torna in auge il progetto del ponte sullo stretto di Messina: ultimamente è stata addirittura proposta una soluzione con tunnel sottomarino, ipotesi in realtà già prefigurata nel 1935 dal comandante Filippo Corridoni per agevolare il transito ferroviario e veicolare. Soluzione futuristica e avveniristica che mal si sposa con il sistema di faglie che nel 1908 generò il sisma di Messina e che costringe Calabria e Sicilia ad allontanarsi di un millimetro l'anno, oltre al problema delle correnti marine molto forti ed a quello relativo alla profondità dei fondali. Di un primo progetto di ponte sullo stretto si ha traccia addirittura negli scritti di Plinio il Vecchio che narra come il console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C. avrebbe commissionato la realizzazione di un ponte fatto di barche e botti, con lo scopo di consentire il transito dalla Sicilia di circa 140 elefanti catturati ai cartaginesi nella battaglia di Palermo. Ai nostri tempi un progetto valido e cantierabile è stato partorito nel 2006 ed approvato nel 2011. Prevedeva un ponte sospeso a campata unica avente una lunghezza di 3,3 Km con la presenza di 2 piloni, uno lato Calabria e l’altro lato Sicilia, ancorati a blocchi di ancoraggio che avrebbero garantito la duttilità dell’opera in caso di sisma fino al 10° grado della scala Mercalli. Durante lo sviluppo del progetto non sono mancate dichiarazioni grottesche da parte di pseudo associazioni ambientaliste quali: “I pesci verranno disturbati dall’ombra del ponte e non saranno più in grado di orientarsi”; “Gli uccelli migratori che annualmente attraversano lo stretto, una volta realizzato il ponte, troveranno questa sorta di sbarramento che non consentirà più loro di migrare”; “La coppia di falchi pecchiaioli, con la realizzazione dell’opera, non sarà più in grado di riprodursi”; ecc. Ritengo tali affermazioni a dir poco ridicole. L’istinto di sopravvivenza di qualsiasi essere vivente prevale sempre e poi, parliamoci chiaro, i pesci e gli uccelli la strada l’han sempre trovata e continueranno a trovarla, con o senza ponte. Più degli ambientalisti, in verità, a mettere la pietra tombale sull’idea del ponte ci aveva provato anche l’ex premier Mario Monti, con la messa in liquidazione della società dello Stretto di Messina nel 2013, ma a quanto pare il tema continua ad appassionare gli addetti ai lavori e non solo. Pertanto, siccome già esiste un progetto cantierabile che se venisse concretizzato agirebbe quale volano per la realizzazione di ulteriori infrastrutture di collegamento che oggi mancano e necessitano in Sicilia, a mio avviso è assolutamente inutile continuare a sviluppare soluzioni progettuali futuristiche ed avveniristiche che graverebbero per l’ennesima volta nelle tasche dei contribuenti, andandosi ad aggiungere agli sperperi già imputabili agli oltre 60 anni di studi, pareri, commissioni, società di progetto… Non sarebbe male, per chiudere la questione, che dopo i fatti narrati da Plinio il Vecchio, nel terzo millennio un nuovo Jumbo potesse attraversare davvero questo ponte sullo stretto, come fece nel 1884 un elefante di sette tonnellate, insieme ai suoi venti altri amici, godendosi una passeggiata da Brooklyn a Manhattan sul Brooklyn Bridge. 

Dott. Ing. Pietro Palmieri - 335 5931890

pietropalmieri.abclearning@gmail.com