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MAMRE HA ACCOLTO SETTE PROFUGHE NIGERIANE

Mario Metti

Borgomanero - Sette donne provenienti dalla Nigeria da martedì sono ospiti di casa “Piccolo Bartolomeo”. «Sono le prime profughe - puntualizza il responsabile Mario Metti - (nella foto) giunte a Borgomanero e l'associazione “Mamre”, già pioniera sul fronte dell'accoglienza, anche stavolta vuole proporre un modo di attuarla diverso da quelli che vengono normalmente praticati. Un'accoglienza fatta di piccoli numeri, a carattere familiare, come quella che già offriamo da quasi vent'anni a ragazze madri o vittime di violenza, e da qualche mese anche agli uomini privi persino di un posto dove dormire». Tutte queste giovani, di religione cristiana, arrivano dalla zona dove imperversa l'organizzazione terroristica jihadista “Boko Haram” alleata con lo stato islamico. «Alcune - riprende il presidente di “Mamre” - hanno dovuto lasciare il loro paese, oltre che per le condizioni di estrema povertà, anche perché perseguitate per la loro fede religiosa. Sia ben chiaro che sono già state sottoposte a tutti i controlli sanitari e li hanno superati senza problemi. Solo una di loro lamenta una frattura a un piede subita durante la traversata nel deserto della Libia: la dimostrazione che per raggiungere l'Italia non hanno fatto una passeggiata». Dopo il drammatico viaggio su gommoni e barconi sballottati in mezzo al Mediterraneo, sono approdate in parte a Ragusa e in parte a Reggio Calabria. «Noi, a seguito delle indicazioni ricevute dalla Prefettura di Novara - spiega - siamo andate a prenderle a Settimo Torinese». Tutti coloro che ne hanno la possibilità possono sostenere questo nuovo progetto di solidarietà di “Mamre” portando a casa “Piccolo Bartolomeo” indumenti femminili (taglie 42 e 44), scarpe leggere (numeri 37, 38, 39 e 40), biciclette da donna, prodotti per l'igiene intima e idratanti, pigiami, frutta, libri (in particolare romanzi) in inglese (l'unica lingua che parlano) e tonno. «E soprattutto - conclude Metti - abbiamo bisogno di volontari che ci diano una mano. Meglio ancora se queste persone conoscono l'inglese».