Share |

UNA SERATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Borgomanero - Una serata contro la violenza sulle donne. L'incontro si terrà giovedì 9 marzo alle 21 alla casa famiglia “Don Vincenzo Annichini” situata in via Don Luigi Godio a Santo Stefano di Borgomanero. A organizzarlo sono le associazioni “Mamre”, “Compagni di volo”e “Il giardino delle rose blu”. Sei gli interventi previsti, a cominciare da quello di Mario Metti, fondatore e presidente di “Mamre” e della casa di accoglienza per donne in difficoltà “Piccolo Bartolomeo”. Tra gli altri relatori, Claudia Frascoia, direttrice del Consorzio intercomunale per la gestione dei servizi socioassistenziali di Borgomanero; Grazia Nuvolone, psicoterapeuta e presidente del club “Alto Novarese” del “Soroptimist”; e un operatore di medicina d’urgenza del pronto soccorso dell'ospedale “Santissima Trinità” di Borgomanero che parlerà dell’attività svolta nel reparto. Particolarmente atteso il contributo di due ospiti provenienti dalla Bosnia: la psicoterapeuta Sabiha Husic e il frate francescano dello studentato di Visoko Ivan Nujic. La prima dirige il centro di terapia delle vittime di violenza di Zenica, quarta città della Bosnia, che ha fornito un sostegno mirato, a prescindere dall'appartenenza politica, etnica o religiosa, alle donne e alle ragazze sistematicamente violentate, torturate e imprigionate durante le guerre nella ex Jugoslavia.

«Per la sua attività umanitaria ha ricevuto - evidenzia Sergio Vercelli, presidente del Consorzio - diversi riconoscimenti internazionali e ancora oggi continua a dedicarsi alle donne che devono affrontare difficili e problematiche storie di vita». Padre Ivan a Visoko, comune che si estende lungo la strada che unisce Zenica a Sarajevo, opera con i giovani nel promuovere una cultura di pace, di giustizia e di dialogo fra musulmani, ortodossi e cattolici in un percorso comune di riconciliazione «per superare - evidenzia ancora Vercelli - le ferite ancora presenti dopo la lunga guerra nei Balcani: l'obiettivo è costruire un domani migliore. Il futuro prossimo parte infatti dalle nuove generazioni che possono “andare oltre”le divisioni e gli steccati ideologici, ancora esistenti nel quotidiano di una realtà molto complessa quale quella della ex Jugoslavia».

La struttura di Zenica si chiama “Medica Zenica”e fa riferimento a “Medica mondiale”, un'organizzazione non governativa con sede in Germania, rivolta alle donne e alle ragazze che vivono in zone di guerra e di crisi umanitarie. A loro viene offerta un'assistenza medica e psicologica con programmi che si rivolgono sia a loro sia alle loro famiglie. Ha visto la luce per iniziativa di Monika Hauser, ginecologa svizzera, che successivamente s'ètrasferita in Germania. Il suo impegno ècominciato durante i conflitti nei Balcani, in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, per poi continuare in  Afghanistan, Congo e Liberia. Nel 1993, insieme a psicologhe e dottoresse bosniache, proprio Hauser ha aperto “Medica Zenica”.