Share |

Addio Guido Galli, un prof semplice

Il prof. Guido Galli

Novara - Si sono svolti martedì 15 settembre nella chiesa di San Francesco a Novara i funerali del prof. Guido Galli, prematuramente scomparso all'età di 57 anni. Insegnante di Educazione tecnica alle Medie di Trecate, lascia la moglie e due figlie, oltre ad un numero infinito di amici ed estimatori per la sua attività didattica e per il suo modo di vivere la vita. Questo il ricordo toccante della collega Maria Rita Impalà: "Guido Galli: un prof semplice. Primo giorno di scuola, suono della campanella, voci di ragazzi fra i corridoi. Anna apre il cassetto di Guido per svuotarlo. Sì perché Guido non rientrerà più. Nè a scuola, né in classe, né a casa . Osservo la collega e ripenso a quando ho svuotato gli armadi della casa della mia mamma, perché non c’era più. La mia strada e quella di Giudo si sono incrociate quando ho ottenuto il trasferimento dalla scuola media di Magenta a quella di Trecate. Era un insegnante di sostegno. Una delle mie figlie lo ha incontrato prima di me perché ha collaborato, insieme ad altri ragazzi, guidati dal prof. Galli alla costruzione del primo sito internet della scuola media Cassano. Era un primo sito web interamente elaborato dal lavoro dei ragazzi: poesie, licheni, sport, teatro, laboratorio d’informatica… Poi Guido è rientrato sulla cattedra di Tecnologia. Non eravamo nello stesso corso, ci incontravamo in sala insegnanti e si discuteva sui cambiamenti della scuola; alcune volte Guido ascoltava della musica, credo musica rock, oppure fischiettava. La quinta ora del giovedì eravamo” dirimpettai” di corridoio, io in 2E e lui in 2A. Tenevamo tutti e due la porta dell’aula aperta e ogni tanto mi capitava di buttare un occhio verso la sua classe e di osservarlo: maniche alzate, computer sulla cattedra e i suoi ragazzi attorno a lui. Ci mancherai".

Tre scolaresche del plesso trecatese ove insegnava da tempo lo 'dipingono' così. III D: "Lasciamo la parola ai suoi ragazzi. Caro professor Galli, abbiamo iniziato la terza media con lei, pensandola e ricordandola, anche se purtroppo non possiamo più vederla. Tante sono le cose che ci ha insegnato, tante sono le volte che ci ha supportato. Vogliamo raccontarle alcuni episodi, scelti fra i molti in cui è stato prezioso per noi. Abbiamo impresso il ricordo di come ci abbia aiutato nei momenti di difficoltà. Per esempio alcuni di noi, spaesati all'ingresso della prima media, rivivono con piacere la prima lezione con lei: il modo sicuro e limpido in cui si è presentato e ha introdotto la sua materia ha reso tutto più semplice. Le sue lezioni erano formanti e accattivanti: eravamo impegnati e interessati quando ci portava in aula computer per studiare le diverse applicazioni dell'informatica nella sua materia. La sua fermezza e decisione non escludevano simpatia e scambi di battute: infatti una volta aveva ripetuto ad un nostro compagno di tacere e poi, non avendo ottenuto il risultato, lo aveva minacciato di chiuderlo nell'armadio (con gran risate di tutti). Era sempre pronto a riconoscere il valore: ad esempio quando un compagno aveva dimenticato una tavola, lei ha sottolineato che quella fosse la prima volta in due anni che accadeva. Oppure tutti ricordiamo quando uno di noi aveva smontato e ricomposto la penna in modo che la punta scrivente fosse sulla cima del tappo, per evitare di aprirlo prima di scrivere... Lei gli aveva detto: "Sei un genio!". Si ricorda di questi momenti? Spero che anche lei avrà un pensiero dedicato alla sua seconda D, ormai terza D, come anche noi la ricorderemo sempre. Buon viaggio".

III A: "Ciao prof, con te abbiamo trascorso momenti meravigliosi e quest’anno chissà quanti progetti ci avresti proposto! Quando sei entrato in classe la prima volta in prima avevi un aspetto serioso, ma poi giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci hai conquistato con la tua personalità gioiosa, all’apparenza un po' sofisticata, ma professionale. Per qualsiasi dubbio, incertezza, ci rivolgevamo a te ed eri sempre pronto a trovare le parole giuste al momento giusto, comprendendo lo stato d’animo di ciascuno di noi. Purtroppo te ne sei andato all’improvviso, al termine delle vacanze estive senza poterci rivedere e scrivere queste parole ci fa venire da piangere perché ci mancherai tanto, prof Guido. Ti ricorderemo con affetto e rimarrai sempre nei nostri pensieri. Con affetto".

III C: "Caro Prof. Guido la tua semplicità ci mancherà tanto ma una parte di te rivivrà in noi, i tuoi ragazzi, con cui hai condiviso un pezzo della tua vita. I tuoi alunni della 3C".

Infine, dolcissimo il ricordo di Annina: "Ho conosciuto Guido circa 35 anni fa. Lui e la sua “Patty”, futura moglie, facevano parte della colonia novarese migrata a Venezia per studiare, noi quasi tutti architettura, lui unico urbanistica. Finita l’università li ho un pò persi di vista. Quasi tutti si sono sposati ed hanno fatto scelte diverse. Ci siamo rivisti dopo qualche anno a Trecate nella scuola media ad insegnare allora “Educazione tecnica”. A quei tempi abbiamo formato il mitico quintetto, penso di poter citare i nomi Barcellini, Brustia, Aina, Galli, Pusinanti. Qualcuno si è perso per strada, ma la sostanza non cambia: una piccola comunità molto legata. Quindi colleghi per quasi 30 anni, sono tanti ed insieme a tanti altri che lo hanno frequentato abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare Guidino. Guidino, era chiamato così ancora da amici comuni novaresi (lui era l’unico a scuola che mi chiamava ancora Annina). Era piuttosto riservato per quanto riguarda la sfera personale, ma durante i nostri viaggi Novara-Trecate, quando l’orario coincideva, gli piaceva parlare delle figlie e di quello che faceva Patrizia sua moglie. Ci confidavamo le cose di famiglia, i genitori anziani e le difficoltà e le soddisfazioni anche scolastiche. Guido faceva parte della “pizza” del mercoledì quando insieme ad altri colleghi si rientrava a scuola pomeriggio. Si parlava spesso della scuola, non gli piaceva il superfluo, la burocrazia, amava di più essere in classe con “i suoi ragazzi”, amava fare cose nuove, cambiare, l’informatica , la musica rock che scaricava a manetta. Era sempre disponibile, quando un collega aveva bisogno di qualcosa, si diceva :” Chiedi a Guido” era una certezza. Non l’ho mai sentito alzare la voce (in classe qualche volta e ci stà). Tutti a scuola credo che lo definiscano “un signore” nonostante il suo aspetto giovanile da “ragazzo” era proprio un signore di quelli che lasciano parlare l’ignoranza e tacciono perché sono intelligenti. Uno sportivo, parlava spesso del Novara e della sua Inter che gli dava dei pensieri. Un uomo normale, ma di quelli che hanno lasciato e fatto qualcosa. Ci mancherai tanto Guido".