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Contaldo su fronde e il futuro delle strutture sportive a Novara

Novara - Sport e strutture sportive: un contributo su quel che sta accadendo in città è dato da Massimo Contaldo, figura che di sport se ne intende da diversi anni. Ci scrive: "Leggo su un quotidiano nazionale nella pagina di cronaca locale un articolo apparso ieri, mi permetto di esprimere il mio personale disappunto quando l’articolo parla di :“Ma c’è chi, sentendosi escluso, cerca di alimentare il malcontento nei confronti dell’intera operazione. Non Siamo ancora alla fronda…”.  Non è così! E molto probabilmente occorre fare chiarezza sul tema dello sport in generale per comprendere meglio le preoccupazioni del nostro mondo. I tempi di grande cambiamento che stiamo vivendo ci impongono di fare attente verifiche del nostro modo di operare, di proporre lo sport secondo i principi ispiratori  e consolidati dalla loro forza espressa negli anni. Siamo chiamati soprattutto ad essere coerenti con noi stessi. Sono  convinto che  la promozione sportiva si concretizzi nell’attività sul campo, nelle palestre, sulle piste, nelle piscine. Nei quartieri di periferia, nelle carceri, nelle scuole, nelle parrocchie… Ovunque, insomma, l’idea si trasforma in partite disputate, in tornei, in manifestazioni, nel gioco. Questo è il nostro modo di servire la comunità nell’ambito in cui abbiamo scelto di operare: siamo consapevoli di avere compiti e responsabilità molto grandi, ma è al contempo certi di avere un patrimonio enorme da valorizzare: le società sportive, guidate da dirigenti capaci di gestire le loro responsabilità nei confronti della società, della Nazione, e perciò impegnati in una perenne azione di formazione di se stessi e dei propri Direttivi. Questo fissa il perimetro della nostra azione, che deve essere esercitata nel rispetto di tutti gli altri, che a loro volta lavorano per la realizzazione di ideali diversi, ma ugualmente importanti. In questo contesto, siamo per una collaborazione sulla base della pari dignità e nel rispetto delle differenze. Ciò significa, però, che intendiamo marcare la nostra differenza rispetto alle iniziative, alle riflessioni, alle analisi, ecc. Non si tratta di dare un bollino a Tizio o Caio, ma di dare valore e significato alla promozione sportiva. Quella promozione sportiva, appunto, organizzata da dirigenti appassionati, portata avanti da educatori sportivi pieni di entusiasmo e che non può essere confusa con la semplice erogazione di servizi  o poco più. Il sistema sportivo italiano sta cambiando. Proprio per questo, tra alleanze che si creano e abbinamenti di convenienza, abbiamo il compito di scegliere quando e con chi partecipare a proposte di riflessione, di analisi, ai convegni, alle conferenze o agli osservatori, perché abbiamo il dovere (uso di proposito questa parola) di esprimere la presenza dei nostri moltissimi volontari sul territorio, attivi con i giovani e per i giovani, con modalità trasparenti e chiare. Sappiamo quanto i nostri dirigenti siano impegnati, ogni giorno, per la formazione e l’educazione dei più piccoli, per il servizio ai non più giovani, ma anche per diffondere i valori della solidarietà e della condivisione, in un cammino di crescita delle famiglie e della società civile. Se desideriamo lavorare sempre più in sinergia, se i numeri contano, occorrono premesse di assoluta correttezza: non tutti i numeri, infatti, sono uguali e non tutti i numeri raccontano . È importante capire se diamo lo stesso peso a quei numeri, se abbiamo lo stesso modo di contarli, e in definitiva se l’attività viene svolta, proposta, valutata nel “bilancio sociale” in modo credibile.  Sarà un confronto determinato e coraggioso, ma utile a fare chiarezza, una volta per tutte sul fronte dei finanziamenti allo sport di base, dei confini dello sport per tutti, del valore sociale delle società sportive. Per lavorare bene - conclude Contaldo - per collaborare, per andare avanti insieme, c’è solo questo modo. Tutte le altre sono scorciatoie che portano su strade senza uscita. E chi vorrà giocare, sarà il benvenuto".