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IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO POTREBBE CURARE L’EMOFILIA A

Nella foto, in piedi da sinistra a destra: Stefania Cannizzo, Maria Talmon, Diego Zanolini, Antonia Follenzi, Maria Prat, Gabriella Ranaldo, Chantal Grosso, Maria Feola; in ginocchio: Simone Merlin, Alessio Stevano

Novara - Dal Dipartimento di Scienze della Salute di Novara arriva una speranza nella lotta all’Emofilia di tipo A. Un team di ricercatori coordinati dalla dottoressa Antonia Follenzi, ricercatrice di Istologia dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, ha recentemente scoperto come il trapianto di midollo osseo abbia un potente effetto terapeutico su tale patologia, grazie alla produzione della proteina FVIII. L’emofilia A, infatti, è una malattia caratterizzata da una grave insufficienza della coagulazione del sangue, dovuta alla carenza o alla ridotta funzionalità di una delle proteine della coagulazione: il fattore VIII o FVIII. Si tratta di una patologia ereditaria, legata al sesso dell’individuo, più comune nei maschi – essendo legata al cromosoma X – con un’incidenza di 1-2 casi ogni 10.000 nati.

La ricerca medico-scientifica aveva fino a oggi dimostrato come il fegato fosse il principale organo in grado di produrre la proteina FVIII; alcuni studi successivi avevano poi allargato il campo ella ricerca, dimostrando come tale proteina fosse prodotta anche da cellule non epatiche.

Il gruppo di ricerca dalla dottoressa Follenzi ha concentrato il suo lavoro sul midollo osseo, poiché esso contiene cellule “multipotenti”, cioè in grado di dare origine a diversi tipi di cellule in diversi organi. Grazie anche a tecniche di analisi più sensibili sorte negli ultimi anni, il gruppo di studiosi novaresi ha effettuato un trapianto di midollo osseo di topi sani su topi emofiliaci, nei quali hanno riscontrato l’attività della proteina FVIII.

«Nella forma più grave di questa patologia l’attività del FVIII è inferiore dell’1% rispetto al normale; – ha chiarito la dottoressa Follenzi – per questo motivo anche piccole dosi di FVIII funzionante possono diminuire il rischio di sanguinamento in modo sostanziale».

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Blood, con il titolo “Role of bone marrow transplantation for correcting hemophilia A in mice”, ricevendone anche un editoriale molto positivo da parte della dottoressa Chen Miao, la quale ha sottolineato come: «…questi esperimenti eseguiti in modo meticoloso da Follenzi e colleghi fanno luce sulla biologia e sulle cellule che esprimono  FVIII».