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A tu per tu con il principe Kevin Nyerere

Intervista esclusiva di Francesca Riga
Il principe Kevin Nyerere

Novara - Ci sono uomini che nascono con il destino di essere i primi, per meriti personali e circostanze casuali. Uomini come l’elegante, sensuale, eclèttico Kevin Nyerere, giovane imprenditore che abbiamo avuto l’onore di intervistare, in esclusiva, per il Fedelissimo. Kevin è il nipote del laico della diocesi di Musoma e del dirigente nazionalista e socialista, nonché primo presidente del Tanganika e della Tanzania, fondatore della “Tanganyika African National Union” (Tanu), movimento nazionalista non violento, il quale è stato esempio per l’umanità e promulgato dalla Santa Sede beato. A soli 24 anni risulta tra i più brillanti imprenditori, lavora nel settore delle Commodity, sperando di diventare un forte Trader internazionale e uomo di affari, Partner presso Tenute Fardella della Ripa, Consulente Finanziario Imprenditoriale della K.P. Consulting, consulente delle PMI.

Incontrato a Cusano Milanino, uno dei tanti uffici in cui sta sviluppando situazioni innovative per la collaborazione e sinergie con l' attuale “Talent Wanted” studio foto, video e comunicazione; non si può che rimanere affascinati non solo dalla sua classe da “principe azzurro”, ma anche dalla sua simpatia e dal suo modo di fare, molto easy nonostante le sue forti origini. Ma com’è la vita di un giovane-Imprenditore che sogna di girare il mondo tutti i giorni? “Ogni giorno, sebbene sia diverso dall’altro, mi alzo presto, riflettendo molto per come affrontare la giornata ponendomi un obiettivo e supportando le imprese nella gestione del loro ciclo evolutivo in tutte le sue fasi, mettendo a punto soluzioni concrete, calibrate sulle reali esigenze di ogni richiesta. E questo con quattro valori cardine: metodo, esperienza, uomini, orientamento al risultato. Per fare il mio lavoro devo costruire dei rapporti veri a contatto delle persone, lasciando i problemi a casa e mostrando sempre un sorriso, dando massima disponibilità in trasparenza e input positivi. Fare briefing e collaborare con un gruppo di lavoro d’eccellenza al fine di offrire un contributo efficace attraverso il gioco di squadra rientrano tra le competenze diverse e complementari che mettono a servizio delle PMI esperienze, metodologie e soluzioni di elevato livello qualitativo, operando in una visione organica delle varie soluzioni per le aziende. Con l’obiettivo sempre puntato sul risultato, ad un valore sostenibile per il cliente; è necessario possedere 5 caratteristiche chiave: 1. competenza (sulle tecnologie e sugli strumenti di business specifici del settore e sulla realtà aziendale in cui opera); 2. credibilità (background di successi, solide referenze, buona reputazione, valore misurabile); 3. gestione dei contatti proattivo e reattivo (risponde prontamente a ogni necessità, esigenza del cliente, è sempre raggiungibile, non interferisce se non necessario); 4. carattere (onesto, affidabile, piacevole, condivide i valori dell’azienda cliente)”.

Kevin ha le capacità, le caratteristiche e il branding per stabilire partnership estremamente preziose con i propri clienti. Lavora infatti sul piano internazionale sfruttando al meglio le sue doti intellettive, risorse insieme alle tecnologie utili a far progredire il suo business: “Sono molto legato alla mia storia e mi sono sempre chiesto come sarebbe stato il mio percorso se la mia vita non avesse preso un'altra direzione in adolescenza”.

Perché ti sei messo in gioco? “Ho un cognome importante, un nonno a cui sono devoto, un nonno che è stato uno dei più grandi illuminati del 900 ed una dinastia parlando di origini e per tante cose avrei avuto tante porte aperte da subito; ma proprio per questo ho scelto di partire da zero, mettendomi in gioco. Proprio perché ho una storia per me importante alle spalle ho voluto intraprendere la mia sfida personale. Il cervello ha bisogno di stimoli, le cose materiali sono effimere e sono un uomo di valori e principi. Più sono le cose alle quali un uomo si interessa, e maggiori occasioni di felicità egli ha, e tanto meno è in balia del destino. Soprattutto se arrivi alla meta che ti sei prefissato di arrivare ottenendo risultati solo grazie a te stesso. Sembrerà strano, ma mentre potevo avere ciò che desideravo, e fare un passo indietro, tornare nella mia amata terra ho iniziato a lavorare… iniziando solo a 14 anni; ogni anno cambiavo lavoro, ho iniziato da ragazzino guadagnando un euro all'ora (ho fatto l’idraulico, l’elettricista, il carpentiere…); ma un giorno ho pensato che dovevo esser qualcuno, perché sono molto ambizioso, e ho pensato: voglio diventare qualcuno avendo vissuto in prima persona l'esempio di nonno dalla mia famiglia umile in cui sono cresciuto e sono sempre orgoglioso di rappresentare da figlio, da sognatore e in futuro, spero genitore; se va male, tornerò a fare l’operaio, se va bene, sarà la mia rivincita, perché solo chi osa impara a volare. Spirito di sacrificio, il carattere, forte sensibilità e volontà sono state le mie chiavi. Mi hanno aiutato la caparbietà, l’impegno e la tenacia”.

Amo la mia famiglia - prosegue il principe Kevin - la mia terra d’origine (una Terra che mi somiglia, che bada assai poco alle apparenze esterne e molto alle concretezze interne per la sua ricchezza), il mio popolo. Sono ben attaccato alle radici, alle tradizioni da cui traggo la mia linfa vitale, Africa. Ma amo anche l’Italia, il posto in cui sono cresciuto e sto bene; dove sono cresciuto fisicamente, formato caratterialmente e culturalmente nonostante diversi viaggi all'estero di cui uno in Madagascar per del volontariato ed anche alla ricerca di me stesso”.

Mondo attraverso i suoi occhi difficile da descrivere in questo articolo perché non renderebbe giustizia all’amplia e dettagliata descrizione di Kevin Nyerere. “Molto dipende dal carattere e dalla volontà , non sono alla ricerca del successo, ma alla realizzazione di me e se posso anche di altri sognatori in squadra, sperando di lasciare un segno e che le persone si ricordino di me come un ragazzo che nonostante le tante sfide della vita ne ha reso un capolavoro e che ha saputo mettere a frutto una volta trovata l'eccellenza di cui la natura lo ha donato mettendola all'opera”.

E questo Kevin lo fa bene perché si impegna concretamente con zelo e dedizione in tutti i fronti ottenendo risultati di cui ancora non è soddisfatto, parlando di “fame”, quella “fame” che tanti giovani hanno perso come lui dice. Ti sei mai occupato anche di calcio in prima persona? “Sì, posso dirti che recentemente mi hanno proposto un progetto con un procuratore sportivo. Il procuratore si sa ha l'obbligo e l'onere di assistere i calciatori nella stipula dei contratti e degli ingaggi, propongono il prezzo di vendita, il rinnovo del contratto e le questioni relative al calcio mercato; è un mondo che mi affascina e ho in mente collaborazioni e grandi progetti”.

Che rapporti hai con lo sport 'più bello del mondo'? “Lo sport è vita, salute, un altro modo di mettersi in gioco, sono sempre stato uno sportivo e rinunciai a grandi occasioni pensando che il tempo non passasse mai, mentre gli anni volano, soprattutto nel calcio; Avevo attirato l’attenzione di società professionistiche e di procuratori, ma per scelte e arroganza a dispetto del tempo non accettai di proseguire per quella strada. Oltre al calcio ho svolto tanti altri sport, tra i quali nuoto, ciclismo, ho molti hobby, ho fatto il conservatorio, ma la passione per il calcio è sempre stata forte”.

Come giudichi il campionato del Novara? “Non esistono imprese impossibili, bisogna crederci nei fatti ed entrare in campo con la determinazione e la grinta giusta, 90 sono i minuti e per quel tempo, devi dare l'anima per la maglia che indossi, la fiducia dei tifosi, del mister, ma soprattutto per la squadra e i compagni. L'equilibrio è sottile in questo campionato. Non bisogna mai lasciare nulla al caso; è normale pensare che ci siano alti e bassi; questo non dipende dal singolo calciatore o dal mister, i risultati 'deboli' non devono più esser guardati, non esiste il più forte o il più debole, c'è solo un obiettivo, vincere! Ma gli azzurri dovranno fare la loro partita cercando di imporre quella personalità che consenta loro di dominare cercando di trovare la chiave per rimettersi in gioco” ed auguro ad essi di riuscire nell'impresa”.

Francesca Riga