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Personal Trainer? Non solo: soprattutto amico, fratellone e...

Piero Pisano racconta la sua storia da Carramba a oggi e la sua professione-missione
Piero Pisano

Milano - Ci presenta un amico comune: “Giamma, devi assolutamente intervistare Piero. È un personaggio straordinario che ha allenato i più noti volti della televisione italiana. Ma è di una simpatia contagiosa, tipo molto semplice, alla mano, sarà un piacere fargli qualche domanda”. Come raccomandazione niente male. Mi metto all’opera e provo a contattarlo… neanche a dirlo e la sua disponibilità capisci che è davvero prodigiosa. E così… zac, nasce il colloquio con Pietro Pisano. Forse il Personal Trainer più noto di Milano: un’autentica forza della natura.

Come nasce tua passione verso palestra? Ho incominciato ad avvicinarmi ad una sala pesi che avevo 20 anni ( un botto di anni fa…), quando ballerino, decisi di mettere su un fisichetto un po’ più pieno con l'avvicinarsi di nuove primedonne della televisione (vedi Pamela Prati, Carmen Russo e Valeria Marini) con conseguente richiesta di ballerini uomini un po’ più piacioni, bellocci e naturalmente bravi; intuizione miracolosa per me perché continuai la mia professione di ballerino per moltissimo tempo, chiudendola con la grande Raffaella Carrà nel programma “Carramba che fortuna”. Ebbene sì, ero uno di quei 40 belloni (Carramba Boys), che grazie a lei e alla Lotteria Italia regalavano milioni delle vecchie lire ai telespettatori. Quindi la capacità di vedere e avere la possibilità di trasformare il mio corpo con la palestra ha da subito innescato in me una nuova passione oltre a quella della danza, passioni che coltivavo parallelamente, senza che intervenissero l'una sull'altra in maniera negativa, anzi il contrario, perché in quei rari periodi in cui non lavoravo in tv o in altre realtà legate alla danza, con piacere collaboravo presso alcune palestre come assistente di sala pesi o insegnante di corsi tipo step, aerobica, corsi di tonificazione stretching: insomma tutto quello che poteva essere utile per il benessere del proprio corpo. E questo per anni fino a quando non mi resi conto di una triste realtà e cioè che stava iniziando il declino dei corpi di ballo e della danza stessa, tutt'ora con l'avvento di talent dedicati anche alla danza sono veramente poche le realtà dove le nuove generazioni possano trovare nella danza il loro lavoro la loro professione e questo e terribile”.

Quando decidi di fare il grande salto e diventare personal trainer? Dopo Carramba me ne sono ritornato nella mia bella Milano, città d'adozione da 25 anni (non continui, ho anche vissuto in Spagna lavorando per la tv spagnola e 3 anni nella meravigliosa Parigi) e qui presi la decisione di dedicarmi alla mia seconda passione il Fitness. Ho incominciato a lavorare in tutti i settori che riguardano il fitness e le realtà interne dei centri fitness, passando non solo per il lato tecnico, ma anche per quello commerciale, come consulente di vendita, vicedirettore e direttore di un centro (di una catena di palestre), qui a Milano esattamente l'American Contourella di piazza della Repubblica e ne sono contento perché sono più di 50 anni che questi centri resistono anche all'incalzare delle nuove leve tipo Virgin Active, Get Fit, Tonic e altre onorevoli palestre che come noi hanno lo scopo e l'obiettivo di dare un nuovo stile di vita a chi si vuol bene. Poi nel tempo mi sono reso conto che il commerciale non era esattamente nelle mie corde: io volevo il ferro, volevo  degli attrezzi e volevo occuparmi di singoli individui trasmettendogli qualcosa di buono, qualcosa che ai loro occhi li rendesse speciali, qualcosa che gli desse l'input per cambiare e far uscire un qualcuno che era nascosto dentro di loro e che loro stessi non erano a conoscenza... E… bidibibodubibù mi sono detto voglio essere un Personal Trainer”.

L'approccio nei confronti dei clienti è cambiato negli anni o è sempre lo stesso? Non esiste un approccio universale nei confronti dei clienti, sicuramente negli anni le tecniche di allenamento si sino più evolute: è nato il Pilates, il Crossfit, l'Antigravity, il Piloxing la Zumba e ne potrei elencare a decine, ma anche nuovi esercizi e tecniche di lavoro con i pesi e le macchine , ma l'approccio con i clienti è una cosa diversa, esistono tecniche anche qui di come approcciare e fidelizzare un cliente, perché alla fine è una professione che ci deve dare un reddito per poter vivere come tutti, ma nonostante libri, stage, blog convention (di sicuro strautili) su questo, io sono del parere che dentro ognuno di noi ci deve essere una sorta di fiamma che dà quel qualcosa in più per far sì che un cliente capisca da subito che ti prenderei cura di lui e lo accompagnerai verso un percorso, percorso non facile, ma possibile soprattutto in base alla richiesta del cliente stesso e al raggiungimento di un obiettivo, che a volte per motivi vari, e primario per loro. Ti dico la verità: non ho nessun metodo o regola quando ho di fronte un nuovo cliente, so solo che lo avvolgo totalmente e lui si fida da subito di me, e il fatto che ho molti clienti che alleno da anni mi dice che l'approccio è quello giusto”.

Alcuni consigli per chi si avvicina al mondo della palestra e del fitness?“Consigli per chi si avvicina al mondo del fitness sono una valanga, ma il più importante e che se si è deciso di dare una svolta, una vera svolta al proprio stile di vita e ci si vuole veramente prendere cura di noi stessi, allora fatelo ma fatelo veramente, perché è soltanto con l'attività fisica che si ha e si avrà una vita migliore fisicamente e psicologicamente, e in più si possono tenere sotto controllo anche determinati stati di salute e patologie ed è per questo che molti medici oramai la consigliano soprattutto a quei soggetti che si stanno avvicinando ad una certa età quindi qualsiasi sia il motivo che vi spinge a farlo, benessere, sport, agonismo, ma anche solo per socializzare, fate attività sportiva”.

Alcuni consigli invece a chi ha voglia di intraprendere questa attività?“Consigli a chi vuole intraprendere questa attività? Il primo e di avere pazienza, pazienza, cioè non è che uno diventa Personal Trainer e dal giorno dopo ha clienti a decine inizia a guadagnare etc. etc. etc. Seeeeeee magariiiiiiii. Anche no, c'è un lavoro incredibile prima, ti faccio un esempio: ho dei nuovi colleghi che hanno iniziato l'anno scorso e alcuni quest'anno e devo dirti che sono veramente in gamba, perché hanno fatto corsi, hanno preso attestati di tutto e di più (ed è cosi che funzione e chiunque voglia avvicinarsi a questa professione deve farlo), ma lavorano poco e non riescono a chiudere un cliente a procacciarselo a fidelizzarlo (che nel loro caso e ancora presto dato il prematuro avvicinamento a questa professione), ti domandi allora del perché questo? Semplice non hanno trovato dentro di loro ancora quella fiamma di cui ti parlavo prima. Mi spiego (questo secondo me e anche secondo molti): tu puoi essere il più preparato, conoscere mille tecniche e dare mille consigli sull'alimentazione, sull'integrazione, su tutto credimi, attento strumenti fondamentali nel nostro lavoro per il raggiungimento di un obiettivo di un cliente, anche perché sennò predicheremmo bene, ma razzoleremmo male; però il cliente ha secondo me un assoluto bisogno di sapere che tu potresti essere il professionista giusto, quello che lo capirà, che lo ascolterà, che lo motiverà e non lo farà scappare da questo percorso capisci? È fondamentale per me e penso lo sia per questo lavoro, anche perché come ben sapranno tutti i miei colleghi Personal per i clienti diventi, marito, amante, fidanzato, psicologo, fratellone, zio, amico e chi più ne ha più ne metta. Giuro, ma questo è bellissimo perché nel momento in cui riesci a diventare anche una sola figura di quelle elencate (o più di una) è fatta: entri in un suo intimo e questo dare-avere fa crescere in questo caso anche me, perché dai loro racconti o dalle loro esperienze di vita, fidati, è una delle più grandi scuole di vita. Quindi è questo il primo step da fare il lato umano, poi tecnico, ma che sia un gran lato umano da trasmettere e credimi o ce l'hai per natura e carattere personale o non lo si impara e la gente non è stupida e capisce se menti. Penso che questa sia la qualità migliore che rende un Personal Trainer un grande Personal Trainer.Naturalmente senza mai dimenticare che devono lavorare, devi motivarli, stare attento ai tempi di recupero, alle ripetizioni e a fargli fare sempre quell’ultima ripetizione che non avrebbero mai fatto senza di te”.

Le tue ambizioni, programmi, progetti o sogni nel cassetto in ambito professionale?“Guarda sarò sincero io faccio questo lavoro da 15 anni e ti giuro è un lavoro bellissimo per mille motivi: l'ambiente di lavoro dove opero è meraviglioso e le persone (quasi tutte) sono persone vere che mi vogliono bene e sanno perfettamente chi sono, mi compiaccio quando colleghi nuovi mi chiedono consigli per superare obiezioni oppure ostacoli nella conclusione inerente ad un lavoro di Personal da parte di clienti o su come approcciare (a volte gli dico seguitemi quando vi dico che ho un cliente nuovo e sentite cosa gli dico lo, specie di nave scuola), ma questo mi lusinga e mi intenerisce da morire, perché vuol dire che ho raggiunto un'esperienza dove posso dire la mia, come molti. Non ho mai avuto l'ambizione di aprire una mia palestra, poi con i tempi di ora, ma il mio impegno nel mio centro me lo fa sentire mio non solo perché ricopro il ruolo di responsabile sala pesi e Personal Trainer, ma anche perché vorrei essere un punto di riferimento per i miei collaboratori e colleghi e mi sembra, dico mi sembra, di esserci riuscito. E poi te la posso dire tutta, premesso che si può sempre migliorare e che tutto professionalmente intorno a te migliori, ma quando ti alzi la mattina felice di andare a fare il lavoro che volevi fare… ma che vuoi di più dalla vita?” (nell’originale lo dice in romanesco…)

Aneddoti o episodi che ti va di raccontare con clienti molto particolari?“Ogni cliente è particolare e speciale sotto tutti i punti di vista, ma come sempre ce ne sono stati di moooooolto particolari, tipo clienti che nel tempo si sono innamorati di me, clienti che mi avevano scelta per essere allenati ma che in fondo avevano altri scopi, clienti che si sono presentati con regali imbarazzanti pensando che... (un cliente mi ha regalato una Mini Cooper parcheggiata fuori la palestra per Natale... Com’è andata? Anche no… grazie. Oppure da parte di donne dell'intimo mooooolto discutibile, viaggi da soli (io e il cliente), insomma cose credetemi molto imbarazzanti, ma diplomaticamente sempre ben risolti, però anche cose molto carine, la costante è la Nutella tutti sanno che sono pazzo per la Nutella e me ne regalano a chili. Per la mia disperazione una mia cara amica me ne ha regalato per il mio compleanno un barattolo da 8 kg! Naturalmente finita e smaltita col duro lavoro in palestra hahahahaha anche perché sfatiamo questo falso mito che chi fa palestra vive di insalata, riso e pollo, ma credetemi mangiamo – eccome! - ma sappiamo come farlo.Altri clienti particolari diciamo che più che particolari cono noti al grande pubblico: mi è capitato di allenare personaggi pubblici o modelli e modelle, alcuni tra loro una giovanissima Laura Pausini agli esordi, concorrenti del grande fratello, una bellissima da sempre Dalila di Lazzaro, mogli di calciatori, ma quella più simpatica e divertente è Aurora Ramazotti, la figlia di Eros e Michelle Hunzicher, una sorellina, quando parlai con Michelle (ricordandogli che ci eravamo già conosciuti ai tempi di “Carramba che fortuna”, lei era ospite di Raffaella e fece un pezzo cantato e ballato ). Fu Michelle stessa a volermi conoscere prima per capire che tipo di lavoro avrei fatto con una ragazza di 16 anni e poi per un anno ho seguito la carinissima Aurora che devo dirti è una ragazza fantastica con una madre altrettanto fantastica”.

Un’ultima domanda: raccontaci della soddisfazione che si prova quando un cliente ottiene, con i tuoi consigli e tanto tantissimo sudore, il risultato voluto e desiderato:“La mia soddisfazione personale nel raggiungimento dell’obiettivo di un mio cliente si manifesta sempre, perché ho centrato un obiettivo e quindi è la continua conferma che so fare molto bene il mio lavoro e che ho ancora una grande passione nel farlo, ma ci sono dei momenti in cui la mia soddisfazione tocca livelli altissimi, ed è quando qualcuno con gli occhi lucidi ti ringrazia, ti ringrazia dal più profondo del cuore per averlo aiutato a cambiare ad avere più fiducia in se stesso. Sembra un film, ma credimi ci sono queste persone che ti dimostrano una profonda gratitudine per il lavoro che hai fatto con loro increduli all'inizio che lo avrebbero perseguito  e questo ti tocca il cuore in maniera eccelsa. Alcune donne mi hanno scritto delle lettere per meglio manifestare la loro gratitudine e credimi sono lettere con parole che sono fucilate al cuore e lì ti ripeto ho la mia più grande conferma che la strada, la mia strada in questa professione è quella giusta. Molti dei miei colleghi Personal concorderanno con me che ogni singolo cliente è una storia, ogni singolo cliente è il protagonista di film a volte non proprio piacevoli per motivi propri, che vanno dal familiare, al professionale, alla propria adolescenza, alla difficoltà di rapportarsi agli altri sia che siano amici, familiari, ragazze o ragazzi, ognuno di noi ha le proprie debolezze e se questo mio lavoro come quello di tutti i Personal Trainer serve in piccolo o in grande a rafforzare, a dare più sicurezza, a credere più in se stessi, insomma a trasformare delle persone in ‘supereroi’ nel loro piccolo, che dire: viva me, viva il fitness, viva i PT, che sono i Personal Trainer non gli impiegati alle Poste come qualcuno una volta mi ha detto”.

Chiudiamo la chiacchierata con una bella e vera risata. Lo saluto e lo ringrazio due volte. Prima per quel che ha detto e la passione con cui l’ha esternato. Secondo perché a me e credo anche a molti che per vari motivi sono seduti tanto (e troppo) tempo davanti un pc o dietro una scrivania, è venuta un’irrefrenabile voglia di tornare ad allenarmi. Grazie Piero e… alla prossima. E ora vado a farmi una passeggiata-corsetta, che domani si ricomincia in palestra!

Gianmaria Balboni