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I numeri dei profughi in Piemonte

Torino - Dopo aver partecipato alla riunione del Coordinamento regionale sull’afflusso eccezionale di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale svoltasi il 21 aprile nella Prefettura di Torino, l’assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte, Monica Cerutti, ha voluto fare il punto della situazione sul sistema di accoglienza. “Per il momento il Piemonte ha retto. I prefetti non hanno evidenziato situazioni di criticità, ma è evidente che la nostra attenzione dovrà essere rivolta a come affrontare i prossimi arrivi”, ha sostenuto Cerutti. Dal 18 dicembre ad oggi gli arrivi sono stati 1.813 e attualmente le presenze in Piemonte ammontano a 3.310, 831 dei quali inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Le presenze totali sono distribuite su base provinciale: 1.301 Torino, 376 Alessandria, 410 Cuneo, 224 Vercelli, 325 Novara, 301 Asti, 155 Biella, 218 VCO. I nuovi arrivi solo nel 2015 ammontano a 1.671 soggetti e sono distribuiti in questo modo: 709 Torino, 197 Alessandria, 216 Cuneo, 71 Vercelli, 170 Novara, 188 Asti, 48 Biella, 72 VCO.

“Domani sarò a Roma al Tavolo di coordinamento nazionale sull’emergenza sbarchi presso il Ministero degli Interni. In quella sede ribadirò la necessità di istituire una cabina di regia nazionale presso Palazzo Chigi per la programmazione della gestione dell’accoglienza, che rappresenterebbe un salto di qualità - ha proseguito l’assessora - In Piemonte invece è stato proposto un coordinamento ristretto nel quale saranno presenti rappresentanti della Regione, dell'Anci e dei prefetti. In questo contesto cercheremo di individuare le strutture che possano fungere da hub e che abbiano il compito di indirizzare sul territorio i nuovi arrivati. In questo momento questa funzione è praticamente a carico del centro polifunzionale della Croce Rossa Italiana di Settimo Torinese”.

Secondo Cerutti esiste un'altra questione critica: “E’ il funzionamento delle Commissioni di esame delle domande di asilo: il numero alto di dinieghi ci preoccupa. Sarebbe necessario rivedere il sistema di concessione dei permessi umanitari. Infine credo sia necessario intensificare la comunicazione positiva verso i Comuni, facendo conoscere tutti gli esempi di inclusione virtuosa. Ho potuto constatare che anche gli amministratori più scettici e resistenti, come il sindaco di Gattinara, che aveva accolto i profughi con il lutto al braccio, hanno messo in campo progetti di pubblica utilità coinvolgendo i migranti ospitati nei loro Comuni. Nessuno si deve limitare alla protesta, ma tutti dobbiamo andare nella direzione della proposta. Per il bene di tutti coloro che sono in Piemonte”.