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La letteratura come educazione alla vita: la testimonianza di Alessandro Zaccuri

Incontro venerdì 4 novembre alle 21 ad Arona nell'Aula Magna del Palazzo Comunale

Arona - «Le opere di successo sono quelle che toccano quattro corde che ci interessano tutti: l'amore, la morte, il desiderio e la perdita» è un’osservazione di Alessandro Zaccuri, saggista e narratore, per anni inviato culturale di “Avvenire”, chiamato dal festival a raccontare il valore educativo e comunicativo della letteratura e della cultura, a partire dai classici e dai libri in generale: «Simone Weil diceva che l'attenzione è la prima forma di preghiera... e la preghiera non è altro che attenzione. Anche la lettura può essere una grande scuola di attenzione e può accadere che un libro cambi la nostra percezione del mondo». La grande letteratura dimostra così di non essere un futile passatempo e si conferma invece un’esperienza incisiva, non solo per il piacere del singolo lettore, ma per il bene e per l’equilibrio della società nel suo complesso. Letteratura che, se anche a rigor di critica non è possibile definire “impegnata”, può ancora fornire il suo piccolo contributo per rendere il mondo un posto migliore.

Alessandro Zaccuri vive a Milano ed è scrittore, giornalista e direttore della comunicazione dell’Università Cattolica. Tra i suoi libri i romanzi Il signor figlio ispirato alla figura di Giacomo Leopardi (premio Selezione Campiello 2007, di prossima ripubblicazione nei Tascabili Marsilio), Lo spregio (Marsilio 2016, premio Comisso e premio Mondello Giovani), La quercia di Bruegel (Aboca 2021, premio La Cava) e il saggio Come non letto. 10 classici + 1 che possono ancora cambiare il mondo (Ponte alle Grazie 2017). Di recente ha pubblicato da Marsilio Poco a me stesso, incentrato sulla rivisitazione della vita di Alessandro Manzoni. Collabora al quotidiano «Avvenire» e a diverse riviste.

Il Festival è attivo sui social e in rete.