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Il vino del Papa presentato a Borgomanero

Borgomanero - Si chiama “Ruchè”. E’ un vino autoctono di Castagnole Monferrato, in provincia di Asti, ed è stato riscoperto, inquesti ultimi decenni da don Giacomo Cauda, parroco del borgo astigiano che, stando agli autori del libro “Il vino del Papa”, ha dedicato più cura alla vigna che ai parrocchiani. Battute a parte, il libro sul “vino del Papa” è stato scritto davvero, da tre giornalisti: Giacomo Fasola, Ilario Lombardo e Francesco Moscatelli. Il volume è stato presentato sabato 20 maggio nella splendida cornice del salone d’onore di Villa Marazza a Borgomanero. L’incontro, moderato da un altro giornalista, Marcello Giordani,è stato tutto un “crescendo” sulla vicenda che ha portato i tre al progetto e poi alla realizzazione del libro, il cui titolo originale è “Il vino del Papa, l’avventurosa storia del Ruchè e il mistero della bottiglia scomparsa”. Il Ruchè èun vino piemontese prodotto nei “territori” di Papa Francesco, (dove ha oigine la famiglia Bergoglio) ovvero in solo sette comuni astigiani:oltre al già citato Castagnole Monferrato, anche i vicini paesi di Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. E’ classificato tra le eccellenze regionali e può vantare dal 2010 la docg, la denominazione d’origine classificata e garantita. Il libro è un pezzo di storia della provincia italiana, un mondo d’emigrazione verso la città e oltre oceano. Lombardo e Moscatelli hanno accennato al contenuto del romanzo, senza mai entrare nei particolari, suscitando quella curiosità che invoglia a leggere: dalla bottiglia del 1922 sparita misteriosamente, al tema della rinascita di Castagnole grazie proprio al Ruchè, esempio di grande ricchezza della enologia italiana che possiede oltre 400 vitigni autoctoni. Al termine la parola è passata a Luca Ferraris produttore del “vino del Papa”: non solo ha illustrato tutte le qualità organolettiche del Ruchè, ma ha parlato anche degli obiettivi futuri di mercato. Poi la degustazione del vino e l’assaggio di gorgonzola Palzola: il caseificio di Cavallirio ha proposto l’assaggio della sua produzione: un assaggio più che gradito e ben abbinato.