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ALESSIA NEL VENTO, il nuovo romanzo di Maurizio Asquini

Novara - È uscito in questi giorni il nuovo romanzo dell'autore novarese Maurizio Asquini, il quinto per l'esattezza, con un titolo e una copertina alquanto curiose: Alessia nel vento.

Anni di lavoro e di esperienza editoriale. Che cos'hai imparato in questi anni di pubblicazioni e di riconoscimenti letterari? S'impara dai propri errori e da ciò che il pubblico desidera leggere. Ci vuole un buon editore e saper dare continuità ai propri progetti. La mia scrittura ha seguito uno stile originale, narrato in prima persona da soggetti sorprendenti e in contrasto tra loro. Uno stile che ha saputo stuzzicare la curiosità dei lettori e riguardo ai risultati, oltre ai recenti riconoscimenti letterari, un grande passo in avanti: la casa editrice “Dialoghi” del “Gruppo editoriale Utterson” ha pubblicato la mia ultima opera.

“Alessia nel vento” un titolo così diretto. Che cosa parla quest'ultimo romanzo? Il principale protagonista è Emilio è un giovane affetto da una lieve Sindrome di Down. Egli è convinto di essere guarito da questa Sindrome grazie all'aiuto dei medici che lo hanno seguito durante l’infanzia e le uniche conseguenze di questo difetto sono la faccia buffa e quegli occhi con le palpebre cadenti. Al contrario da chi è affetto da tale Sindrome, Emilio è un personaggio irascibile e sempre pronto a difendersi a ogni offesa che riceve. Un giorno ospita nella propria casa una misteriosa ragazza. Chi è questa affascinante ragazza? Da cosa fugge e che cosa nasconde? E perché indossa dell'intimo militare?

Quindi una storia come sempre appassionante e originale. Qual è il messaggio di quest’ultimo lavoro? Il punto di forza sta nel finale nella quale il lettore quando comprende chi è veramente Alessia, si rende conto che nel nostro paese c’è un’ipotesi nella quale abbiamo sempre sottovalutato. Ci rendiamo conto che siamo vulnerabili e pronti a compiere gli stessi errori che abbiamo fatto in passato.

Come nei tuoi precedenti romanzi, una storia ambientata a Novara? Sicuramente! C’è un Novara in vetta alla classifica della serie A dopo aver superato i Playoff di serie B, ma ho descritto una città che attraversa una situazione di crisi economica e sociale che finora fortunatamente non abbiamo mai vissuto.

Da cosa hai preso ispirazione per la stesura di quest’ultimo romanzo? Ogni mio romanzo descrive la situazione dei miei protagonisti: in “Cervelli bruciati“ c’erano i personaggi senza dignità; in “Io non rispondo” personaggi perdenti; in “Il sole sottoterra” personaggi senza speranza e in “Razza umana” personaggi senza destino. Nell’ultimo romanzo ho preso ispirazione a un grande capolavoro di Buzzati, Il deserto dei Tartari, nella quale mi aveva colpito la staticità della storia, l’ambientazione e con un protagonista che attende che qualcosa nella fortezza Bastiani un giorno accada. In “Alessia nel vento” i miei protagonisti sono in attesa: Emilio dell’impossibile amore della sua vita e Alessia questo esito che ci farà riflettere sul nostro futuro.

Che cosa ne pensi dell'attuale situazione editoriale? Solitamente facciamo riferimento alle librerie e dal numero in forte declino, ma non è così. Vivendo nel mondo dell’’editoria e del marketing, mi rendo conto che il rapporto tra l’editore e le librerie si sta affievolendo, questo duvuto dal fatto che il libraio addotta una politica che all’editore non conviene economicamente, e preferisce puntare sulle piattaforme del Web o vendere direttamente dal proprio sito. Anche noi autori evitiamo di presentare i romanzi nelle librerie, appunto per le condizioni di vendita che sono costretti a imporci.  Stiamo uscendo da una crisi editoriale grazie ad un “ripulisti” di case editrici che fungevano da “tipografie”, da autori gonfiati dalle pubblicità e da nomi che hanno battuto i principali schermi televisivi. Il lettore non è ingenuo e ha imparato a saper scegliere quale libro leggero, evitando i consigli dei Media e per questo motivo che c'è un timido ritorno all'amore della buona lettura. Personalmente, a confronto delle precedenti esperienze, ho faticato tantissimo a trovare un editore “valido” che mi pubblicasse.

Oltre ai romanzi sei anche autore di racconti. Quale tra queste forme della narrativa ti permette di esprimere al meglio? Di racconti ne ho scritti un centinaio e molti hanno vinto innumerevoli premi letterari: lo scorso anno è stato molto promettente. Riguardo ai racconti non si ha la possibilità né di pubblicarli e nemmeno di poterli presentare al pubblico. L'unico vantaggio dei racconti è appunto poter partecipare ai premi letterari. I racconti sono una micro sequenza di una storia, di un soggetto o di un fatto che colpiscono direttamente l'animo dei lettori. Non ho alcuna preferenza e alterno la stesura dei racconti con quella dei romanzi, anche se questi ultimi richiedono molto tempo, studio e s'incontrano enormi difficoltà. Per chi non scrive non s'immagina quanto lavoro richieda un romanzo, per non contare le volte in cui il testo va ripreso dall'inizio solo perché ci si accorge che la storia non è come la si voleva esprimere.

Naturalmente ci saranno dei futuri incontri col pubblico per farci conoscere il tuo ultimo romanzo. Certamente. Da anni collaboro con la pittrice e scrittrice oleggese Luisa Marangon e finora abbiamo incontrato il pubblico nelle biblioteche o locali del nostro territorio. Talvolta inseriamo gli incontri in occasione delle mostre d’arte. In seguito alle precauzioni sanitarie dovute, non potrà mancare l’aperitivo letterario all’Osteria Cavallino Bianco di Galliate, in seguito presenterò il romanzo alla biblioteca Negroni di Novara, poi a Roma e ad aprile al Circolo dei lettori di Novara. Successivamente seguirò le direttive della mia casa editrice. Per chi volesse seguirmi può andare sul mio blog: www.maurizioasquini.com