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Conosciamo meglio i Pøp Cultur

Novara - Analogamente al successo dei più grandi artisti artisti anche i famigerati Edoardo Ciochetto e Davide Zambon meritano di essere citati. I Pøp Cultur, infatti, hanno forgiato un nome nell'industria musicale che è sinonimo di musica piacevole ed edificante. Nel corso degli anni hanno rinnovato il modo in cui immaginiamo il nostro tempo trascorso a divertirci sulla pista da ballo o semplicemente quando ci lasciamo andare a vibrazioni musicali positive. Data una solida cultura musicale nei loro brani si riconoscono le più svariate influenze.

Chi siete e come vi siete conosciuti? "Ci chiamiamo Edoardo e Davide in arte Pøp Cultur e siamo due giovani sui trent’anni che viviamo a Novara. Frequentavamo lo stesso liceo, ma con un’anno di differenza; mentre io ‘Edoardo’ iniziavo a muovere i primi passi nell’arte del Djing, ‘Davide’, ai tempi in arte ‘Dave Lebon’, già faceva il dj e addirittura produceva musica elettronica e rilasciava su etichette discografiche importanti..una cosa che allora mi sembrava un sogno lontano…Davide un giorno mi chiese di fare il dj al suo compleanno e, in quell’occasione, avendo avuto modo di parlare, abbiamo capito che eravamo mossi dalla stessa passione: così è nato il nostro progetto."

Che musica fate? "Il nostro genere musicale è la Future House, un genere che ha iniziato a prendere piede nel 2014/2015, quando si cercava un crossover tra la musica House e la musica da festival, ai tempi definita “Big Room”. Un genere sperimentale che col passare del tempo ha sempre più preso piede, diventando genere di punta in continua evoluzione." 
State dando una grande lezione musicale/di vita. Come nasce una vostra produzione? "Non esiste un vero e proprio procedimento canonico. Spesso si può iniziare da una semplice melodia, da un vocale oppure da un groove di percussioni, e da li si sviluppa poi tutta la traccia completa aggiungendo i vari elementi necessari alla finalizzazione."
Alcuni artisti sono foglie e alcuni sono radici. Ma solo le leggende lasceranno una traccia in futuro. Come produttori è molto importante sapere da dove arriva la vostra musica e a chi vi ispirate per creare nuove vibrazioni. Quali quelle del vostro primo disco? "In realtà abbiamo cominciato creando dei remix non ufficiali di canzoni famose per imparare meglio le tecniche di produzione e migliorarci, ottenendo da subito il riconoscimento delle nostre capacità da parte di dj famosi, che hanno iniziato a suonare i nostri lavori nelle loro esibizioni live nei più grandi festival a livello internazionale, come Hardwell a Tomorrowland e Deorro in un festival ad “El Paso.”
E da allora vi siete costruiti una buona reputazione come due dei pochi DJ producer che hanno un credibile senso dello stile. Anche data l'uscita del vostro ultimo disco... ”Grazie, sei troppo gentile! Diciamo che noi ci proviamo! L’ultimo disco che abbiamo pubblicato è ‘Fusion’ realizzato in collaborazione con Siks, un ragazzo francese molto talentuoso, con il quale abbiamo lavorato via Skype durante lo scorso lockdown. Ognuno con i propri strumenti da casa propria; successivamente lo abbiamo firmato con ‘Hexagon’, una delle etichette discografiche più forti per quanto riguarda il nostro genere, capitanata da Don Diablo, eletto recentemente il miglior DJ e Produttore Future House. Lo stesso Don Diablo ha suonato “Fusion” il 7 novembre nel suo dj set in onore della sua proclamazione come 6° DJ al mondo nella TOP 100 DJs."

Collaborazioni importanti e successi presenti e passati? "Bisognerebbe tornare al 2014 quando abbiamo vinto il concorso dell’etichetta discografica Armada Music, che prevedeva la realizzazione della colonna sonora dell’evento più atteso dell’anno: la proclamazione dei 100 migliori DJs al mondo. Salire sul palco di Amsterdam e ricevere questo riconoscimento è stato il nostro primo vero successo, quello che ci ha dato motivazione e carica per affrontare con sempre maggiore serietà questo lavoro. Oltre a ‘Fusion’, di cui si è parlato prima, non possiamo non ricordare quelle che sono state per noi altre tappe fondamentali del nostro percorso: la pubblicazione di ’Tell Me Baby’ sulla “Spinnin’ Records”, ai tempi l’etichetta indipendente più importante del panorama dance, e quella di ‘Constellation’ su “Future House Music” che finora è il nostro più grande successo a livello di ascolti e che ci ha aperto molte porte a livello di collaborazioni ed opportunità nell’industria musicale. Molti teaser per entusiasmare i vostri fan e i nostri lettori."

Progetti futuri? "Nell’immediato ci piacerebbe continuare a pubblicare la nostra musica sull’etichetta di Don Diablo ‘Hexagon’ e collaborare con gli artisti che come noi ne fanno parte. Tra i nostri sogni c’è anche quello di produrre musica per videogiochi e film di fantascienza."
Collaborazione dei sogni? "In ambito dance sicuramente con Don Diablo in persona e penso che su questo siamo entrambi d’accordo. In ambito più pop Mark Ronson, Dualipa o The Weekend. Io Edoardo ho sempre avuto un debole per gli ‘Outkas’t e per quel periodo musicale dell’RnB..quindi direi anche con loro!"
Vantando un'impressionante esperienza. Quali le serate più belle che avete fatto? "Ne abbiamo fatte svariate, quelle che ricordiamo con maggiore entusiasmo sono quelle al Palagio Club in Toscana dove abbiamo avuto anche l’occasione di incontrare altri dj italiani e di creare legami d’amicizia e fare un po’ i festaioli insieme."

Cosa avreste fatto se non aveste intrapreso la carriera da dj? "Io ‘Davide’ avrei fatto il grafico, mentre io ‘Edoardo’ avrei fatto probabilmente l’istruttore di vela sport che comunque pratico tutte le estati o avrei potuto fare il modello, mi dicono" (ride).

Ma per fortuna avete ideato il nuovo concetto di festa...A chi vi ispirate? "Sicuramente agli artisti della musica Progressive House della fine degli anni 2000 come Deadmau5, Porter Robinson e Eric Pryzd, a quelli dell’ underground melodica come Kolsh e Solomun, al primo Skrillex, ai compositori delle colonne sonore dei film come Hans Zimmer e i Daft punk (Tron) e alle atmosfere sonore dei videogiochi."
Artisti o disco preferito? "E in ambito dance? visto che di quello trattiamo..Io Edoardo direi i Linkin Park in particolare l’album ‘minutes to midnight’, in ambito dance direi ‘Starlight’ di Don Diablo di cui mi sono tatuato anche il testo sul braccio, anche io ‘Davide’ oltre ai Linkin Park che apprezzo, aggiungerei i Muse, i mitici Queen e Eminem, in ambito dance beh oltre a Don Diablo e oltre agli artisti che abbiamo già citato sopra a cui ci ispiriamo, direi Calvin Harris, Axwell, Madeon."

Essere dj nel 2020, pareri sulla musica dance attuale, il covid ha cambiato la musica, se si come? Come vedete il vostro futuro e il futuro della musica dance dopo il covid? "Il nostro mestiere è cambiato in questa epoca di COVID19, non nella parte di produzione a cui ci dedichiamo con il solito, anzi con maggiore entusiasmo e accresciuta professionalità, dedicandoci però maggiormente alla musica d’ascolto e per i gamer; ciò che é completamente cambiata è la fruizione da parte del pubblico, le nostre produzioni erano destinate alle discoteche e ai festival, a scatenare la gioia di stare insieme, tutto ciò, ovviamente, manca in questo momento, ma noi siamo fiduciosi che, con il comportamento accorto e responsabile di tutti, specie dei giovani, si esca presto da questa situazione drammatica e si torni a vivere con ancora più entusiasmo i momenti di gioia e di condivisione della musica. Un altro aspetto importante che ci coinvolge profondamente come molti altri italiani è quello economico non avendo serate ovviamente, ma anche in questo ambito teniamo duro, facciamo economia in attesa di tempi migliori."
Quanto conta la vostra e l’immagine in generale in un progetto di musica nel 2020? "L’immagine è molto importante, d’altro canto viviamo nella civiltà dell’immagine: infatti curiamo nei minimi dettagli l’aspetto grafico dei nostri lavori ed anche la pubblicità sui canali social, pubblicando fotografie e immagini in cui dominano determinati colori e atmosfere futuristiche; ci presentiamo al pubblico con abiti riconoscibili che ci identificano, per esempio indossando abiti che riportano il nostro logo. Ma noi pensiamo che l’immagine sia solo un veicolo, quello che conta realmente è ciò che c’è dietro l’immagine e cioè un prodotto curato in tutti i particolari, capace di raggiungere il cuore dell’ascoltatore."

Francesca Riga