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Dalla carta stampata e i manifesti a Carosello

Nuova luce sulla figura dell’istrionico pubblicitario Aldo Beldì, figura culturale di spicco della seconda metà del Novecento, grazie a Fondazione Comunità Novarese onlus

Novara - Nel 2001, il figlio Paolo ha donato l’Archivio personale del novarese Aldo Beldì (1922-1999), grafico pubblicitario di grande fama, all’Archivio di Stato di Novara. Il materiale è composto da carte private e di lavoro, bozzetti, disegni, fotografie, manifesti e locandine pubblicitarie della seconda metà del Novecento; frutto dell’attività professionale del pubblicitario, tra le figure più importanti nel campo dal Secondo Dopoguerra agli anni Novanta del Novecento, oltre che da documentazione riconducibile all’attivitàgestionale dello studio che dirigeva. Tra le carte rinvenute, appunti e ritagli di pubblicità e giornali che dimostrano la molteplicità degli interessi del pubblicitario novarese verso la società del suo tempo.

Aldo Beldì – commenta il Direttore dell’Archivio di Stato di Novara Davide Bruno De Franco– fu un caricaturista e pubblicitario fondamentale per l’industria italiana. Artista poliedrico e instancabile innovatore, ideò le campagne pubblicitarie di importanti marchi italiani tra cui il Consorzio per il gorgonzola, Mattel giocattoli, salumificio Franchi, Scic cucine, AEG elettrodomestici. Il suo archivio testimonia la storia dello sviluppo industriale italiano negli anni del miracolo economico e pensare di riordinarlo, organizzarlo e renderlo fruibile al pubblico è un’avventura davvero entusiasmante non solo per Novara ma per tutto il panorama italiano”.

Su queste premesse nasce il Progetto di schedatura, riordino, condizionamento, inventariazione e digitalizzazione del Fondo Archivistico di Aldo Beldì promosso dall’Archivio di Stato di Novara e sostenuto dal Fondo dott. Giovanni Pagani costituito presso la Fondazione Comunità Novarese onlus con un contributo di 15.000 euro.

Il Fondo dott. Giovanni Pagani – spiega il Prof. Giovanni Benedetto, tra gli eredi e Referente del Fondo - ha approvato la proposta di sostenere il progetto riferito al Fondo Archivistico di Aldo Beldì ritenendo i materiali di grande pregio e l’obiettivo di alto livello. Di Beldì, grafico pubblicitario di fama, si conserva un’assai ampia collezione di periodici, ritagli, locandine pubblicitarie della seconda metà del Novecento, documenti importanti anche per la storia economica del Paese, con numerose connessioni con Novara e il Novarese. L’intervento archivistico, che si realizzerà attraverso una schedatura dettagliata del materiale, propedeutica al successivo lavoro di riordino e di digitalizzazione delle parti più significative, consentirà di far luce su una figura culturale di spicco, esponente luminoso della città”.

Il riordino del Fondo Archivistico di Aldo Beldì consente di valorizzare la memoria di una vicenda professionale che attraversa gli anni del boom economico italiano. Obiettivo del lavoro sarà non soltanto la produzione dell’inventario analitico, sia in formato cartaceo sia digitale, ma anche la digitalizzazione degli elementi più significativi, al fine di creare una banca dati utile ad una successiva operazione di valorizzazione da condursi attraverso il web.

All’interno del Fondo – spiega Andrea Maria Ludovici, archivista e storico dell’arte incaricato delle operazioni- si rintracciano la corrispondenza relativa all’attività gestionale dello studio del pubblicitario, nonché una notevole raccolta di ritagli, studi preparatori, negativi di stampa e schizzi afferenti alla preparazione e realizzazione dei molteplici progetti condotti da Beldì. Nel complesso l’ampia gamma degli incarichi eseguiti dal pubblicitario, unita alla varietà dei suoi interessi culturali (dal teatro al design, passando per lo sport e la televisione), fanno del Fondo in oggetto un “unicum” di sicuro interesse storico-culturale, testimonianza dell’evoluzione dei consumi e della comunicazione pubblicitaria a essi correlata dagli anni del boom economico sino alla fine del Novecento”.

Il progetto si compone di diverse fasi:

  1. Schedatura dettagliata e riordino del Fondotramite software open source Archimista, interfacciabile con i sistemi archivistici in uso al MiBACT. L’utilizzo del software consentirà di importare l’intero inventario nel Sistema Informativo degli Archivi di Stato, rendendo agevolmente consultabili i contenuti del lavoro di inventariazione nei principali portali archivistici nazionali;
  2. Riordino delle unità in faldoni e cartelle, etichettatura e successiva collocazione su scaffalature metalliche nei depositi dell’Archivio di Stato;
  3. Redazione dell’inventario, corredato di indice generale, introduzioni storica e archivistica e stampa in formato pdf e in cartaceo;
  4. Digitalizzazione delle unità archivistiche ritenute maggiormente significativeal fine della creazione di una banca dati digitale.

Le azioni di progetto sono cominciate a inizio 2020: nei primi tre mesi dell’anno si è dato corso a una complessiva riorganizzazione del materiale documentario al fine di ottimizzare gli spazi e realizzare una quantificazione più precisa delle unità archivistiche.

In seguito, volendo dare continuità al progetto durante il fermo dei lavori imposto dall’emergenza sanitaria Covid-19, si è scelto di procedere con alcuni approfondimenti bibliografici finalizzati alla redazione di una prima bozza delle introduzioni di inventario con uno specifico approfondimento circa la tenuta originaria delle carte presso lo Studio pubblicitario Beldì, resa possibile grazie al rinvenimento del portfolio con cui, verso la metà degli anni Settanta, l’agenzia promuoveva le proprie attività.

Già programmate le fasi successive, che condurranno fino al mese di ottobre:

  • (Maggio - Agosto 2020) - Schedatura e digitalizzazione del materiale documentario

Schedatura a livello di unità archivistica di tutto il materiale afferente al Fondo archivistico, in base agli standard internazionali ISAD-G e ISAAR e tramite l’ausilio dell’applicativo informatico indicato dall’Ufficio di Direzione dell’Archivio di Stato di Novara. Al termine delle operazioni di schedatura, si procederà al riordino fisico delle unità, con loro condizionamento all’interno di cartelline e faldoni idonei alla lunga conservazione, etichettatura delle singole unità e collocazione a scaffale. In parallelo, si procederà anche con la fotoriproduzione digitale dei documenti inventariati più significativi e delle carte più fragili dal punto di vista conservativo, in modo da consentirne laconsultazione tramite ausili digitali.

  • (Settembre - Ottobre 2020)– Redazione e stampa dell’inventario

Si provvederà a redigere l’inventario analitico dell’intero Fondo. L’inventario sarà aperto dall’indice e dalle relative introduzioni storica e archivistica, alle quali seguiranno lo schema di ordinamento dell’archivio e una breve guida alla consultazione dell’inventario.

Siamo certi – conclude il Vice Presidente della Fondazione Comunità Novarese onlus Giuseppe Nobile– che il territorio accoglierà con grande attenzione e affetto questo lavoro. Per la nostra Fondazione è importante tramandare e restituire il giusto valore alla storia di figure che hanno dato lustro alla nostra comunità. Una volta terminato tutto il lavoro di schedatura, archiviazione e digitalizzazione, l’Archivio di Novara diventerà “luogo di memoria”, così come lo è già di tanti altri avvenimenti, anche della storia dell’istrionico, nostro concittadino, Aldo Beldì”.

Aldo Beldì nasce a Novara, nel 1922. Si dedica al teatro, frequentando l’oratorio della parrocchia di Sant’Andrea, esibendosi poi sui palcoscenici del Teatro Faraggiana e del Teatro Coccia. La sua passione per il disegno gli vale, nel 1942 a Firenze, il Primo Premio Internazionale delle arti figurative per il teatro e per il cinema. Beldì si indirizza, poi, verso la realizzazione di manifesti pubblicitari, aprendo uno studio a Novara. Lavora alla produzione di manifesti per spettacoli cinematografici, collaborando con l’industria dei settori agro-alimentare, immobiliare, elettrodomestici e giocattoli. Collabora, inoltre, con la casa editrice De Agostini e con il Consorzio del Parmigiano Reggiano. La vicenda professionale di Aldo Beldì ripercorre la storia economica (non solo novarese, ma italiana) della seconda metà del Novecento.