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Diritto di Facebook secondo Bombelli, Giordano e Lanzo

I tre legali novaresi hanno scritto un libro che è già un best seller; prevista la presentazione anche su Canale 5

Novara - Di elevato spessore culturale e umano si è rivelato il libro “Diritto di Facebook”, edito da Key Editore di Monica Bombelli, Massimo Giordano e Riccardo Lanzo, particolarmente conosciuti nell’ambiente per l’estrema competenza e per la grande responsabilità professionale. Un singolare viaggio nella giurisprudenza civile e penale del social network più diffuso per scoprire come i nostri giudici affrontano le problematiche legate al popolarissimo social network raccontato dagli stessi autori alle 9.40 nella trasmissione "MattinoCinque”, il contenitore del mattino in onda sulla rete ammiraglia di Mediaset condotta dalla bellissima Federica Panicucci. Il testo giuridico e divulgativo, ideato dall' acume e dalla genialità dei legali, spiega come muoversi all'interno di questo mondo e come comportarsi per non incorrere in certe sanzioni penali in modo da non commettere reati e non avere conseguenze in quanto la dipendenza da Facebook sembra essere dovuta al forte senso di sicurezza, di personalità e di socialità che tale forma di siti sono in grado di fornire. L'assuefazione potrebbe essere causata dalla fermezza e dalla convivenza sociale portando a sgradevoli conseguenze. Il prontuario (12 euro la versione cartacea, 6,99 l'eBook) è scritto in modo chiaro e tratta diversi argomenti importanti: dal reato di diffamazione in rete alla violazione del diritto d'autore ai casi legati alla pedopornografia e all’extortion. Informazioni interessanti che non sono necessariamente dei crimini informatici, ma rimangono pur sempre reati, commessi per mezzo della rete internet. Ad esempio, il maggiormente consumato su Facebook: quello della diffamazione. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito come la diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso di una bacheca Facebook integri un’ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell’art. 595, comma terzo, c.p. poiché la diffusione della notizia con le modalità consentite ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone. Altri esempi trattati quello del furto di identità digitale (phishing), le molestie (art. 660 c.p.), in questo caso siamo di fronte ad un reato informatico solo se ricorrono gli estremi del cosiddetto cyberstalking, oggi disciplinato dalla legge italiana come una forma aggravata del reato di stalking (art 612bis, comma 2, c.p.) e il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.). Insomma, molte sono le fattispecie penali descritte che sono amplificate dall’utilizzo dei social network e che, in assenza di un utilizzo consapevole e prudente, portano al concreto il rischio di subire condotte penali altrui e anche di commettere, magari per superficialità, illeciti penali. Un bellissimo “ritratto” di un interessante lavoro di analisi di procedimenti e di metodi usati dai locali nell'esercizio della loro professione: la diagnosi dei casi, l'uso delle parole, il modo di argomentare e di educare, soprattutto i giovani, ad un utilizzo appropriato di un mezzo che, nel bene e nel male, occupa una buona fetta della propria giornata con spiegazioni ragionate su quanto si può commettere e quanto si può subire.

Francesca Riga