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Francesca Riga intervista Valeria Costabello

Valeria Costabello

Novara - Un faro di speranza in un momento difficile, Valeria Costabello si è recentemente seduta per parlare della sua musica, superando le sue stesse lotte, il suo desiderio di lanciare un messaggio positivo, il futuro e altro ancora. Valeria, nata a Novara nel 1981, inizia a cantare fin da piccolissima, facendosi subito notare per l’intonazione e per il timbro vocale. Frequenta le media al Conservatorio Cantelli di Novara, dove studia pianoforte, violino e arpa, diplomandosi in solfeggio e, grazie alla sua insegnante, Wally Salio (soprano lirico di Torino), inizia a studiare la tecnica di canto classico e poi, moderno, con il Maestro Paul Rosette (corista per Mina, Celentano e molti altri big della canzone italiana e straniera) che le insegna il metodo americano TVS (The Vocalist Studio).

Valeria, hai avuto numerosi riconoscimenti in diversi importanti concorsi canori anche nazionali, diventando una tra gli artisti più conosciuti, tanto da essere anche raccontata nel libro “Gente di Stoffa”, edito dalla casa editrice Segni e Parole...è sicuramente una grande soddisfazione. “Naturalmente, ovvio non mi posso reputare “famosa”, ma sapere di aver regalato emozioni in musica a tante persone in questi 25 anni di vita musicale, mi fa pensare che la mia passione per il canto sia una vera e propria benedizione. Non sono mai stata brava ad esprimermi a parole, ma con la musica è sempre stato tutto facilissimo. Ed essere raccontata insieme a tanti altri artisti del novarese nel libro è stato un vero onore.”

Un onore esser arrivata anche nel 2002 arrivi alle semifinali di Sanremo Giovani.  “Un’esperienza quasi surreale. Avevo 21 anni e dopo aver vinto un concorso canoro, mi sono ritrovata a frequentare, insieme a tanti altri ragazzi provenienti da tutta Italia, l’Accademia della Musica di Sanremo e a partecipare alle semifinali di accesso a Sanremo Giovani. Ho avuto l’opportunità di conoscere e seguire seminari di grandi musicisti, maestri e produttori come il batterista dei Matia Bazar Giancarlo Golzi che ci ha lasciati qualche anno fa, il Maestro Bruno Santori e la grande Mara Maionchi. Ma la soddisfazione più grande è stata conoscere uno dei miei idoli, Francesco Renga, e cantare “Tracce di Te” al suo fianco. Un ricordo che porterò sempre con me.”

Dovresti sentirti come se non avessi confini. Hai fatto tutto, hai provato ogni genere, sei completamente aperta. Come sei arrivata a dare il via al progetto acustico Eighteen Ropes? “È vero, posso dire di aver cantato quasi ogni genere musicale, dalla lirica, al blues, al soul, al jazz, al rock e molti altri...; non mi sono mai posta un NO a priori; ho fatto parte di parecchi gruppi musicali e qualche anni fa, un mio amico chitarrista, Fabrizio Savio, mi ha proposto questo progetto acustico, al quale poi, si è aggiunto un altro bravissimo chitarrista, Andrea Lazzaro, insieme ad un nuovo componente, Luca Pastore. Il repertorio va dagli anni 60 agli anni 2000 ripercorrendo in chiave acustica molto brani famosi. Un progetto al quale tengo molto e che spero di poter portare sui palchi non appena si potrà riprendere a fare spettacoli e questa pandemia di sarà allentata.”

Proprio in questi giorni puoi vantare di aver ricevuto i complimenti direttamente da Brian May e successivamente da Kerry Ellis, com'è nata la collaborazione? “Anche questa è stata un’esperienza davvero surreale, intrapresa con il mio amico Luca Lazzaro (batterista della tribute band dei Queen on Five) e ad Alessio Colace (chitarrista della tribute band Queen Legend). Vista la passione per Brian May, e conoscendo i brani che aveva fatto insieme alla cantante inglese Kerry Ellis, abbiamo deciso di fare un tributo ai due registrando due dei brani più conosciuti del loro repertorio insieme. Il primo è stato “Defying Gravity” dal musical Wicked e il secondo “I Who Have Nothing” cantato e suonato dai due con Irene Fornaciari al festival di Sanremo. E così è successo quello che mai ci saremmo aspettati... Brian May ci ha scritto per complimentarsi chiedendo i nomi di tutti e ci ha scritto esplicitamente: “It’s great! I got all the right kinds of goosebumps! Well done all.” ...E credetemi se vi dico che vedermi scrivere da un mostro sacro della Musica come lui...: ho provato ogni tipo di pelle d’oca”, ancora adesso mi fa sussultare il cuore. Successivamente anche la stessa Kerry Ellis ha postato il video della mia sessione in studio sul suo profilo Twitter facendomi pubblicamente i complimenti e da allora ogni volta che eseguo un suo brano mi scrive x farmi i complimenti.”

Brian, insieme a Kerry, a Mazz e Gina Murray e ad Anna Jane Casey hanno fatto uscire “Woman” per la sensibilizzazione sul cancro al seno proprio recentemente... “Un pezzo davvero bello e grintoso. E così, visto che lo stesso Brian aveva postato una piccola sessione acustica di Woman, ho preso la palla al balzo e ho registrato questo piccolo pezzo con lui che mi accompagnava. Ebbene. Tutte e 4 le interpreti del brano mi hanno scritto per complimentarsi. Ancora stento a crederci, ma è davvero una soddisfazione enorme per me.”

Qual è l'etica del tuo lavoro? “Mi piace pensare che lavorare con la musica sia come come lavorare nella fabbrica delle emozioni, come scrivere e raccontare delle storie, un lavoro apparentemente facile, ma che al contrario non lo è per nulla, perché oltre alla passione, così come per molti altri mestieri, ci vuole tanto studio (che ancora oggi, non ho abbandonato cercando di imparare sempre stili e generi nuovi), applicazione, dedizione, sudore e a volte anche lacrime. Non prendo mai nulla sotto gamba e cerco sempre di portare tutto a termine nel migliore dei modi. serietà e competenza prima di tutto.”

Trasmetti un messaggio di libertà, passione per l'arte, autocoscienza e uguaglianza. E tra le cose più audaci: credi in se stessa. Che messaggio vuoi trasmettere a chi vorrebbe debuttare? “Oggi giorno è davvero difficile. A chi vuole lanciarsi in questo bellissimo percorso posso dire di fare tesoro di tutte le porte chiuse in faccia, di tutte le critiche e trarne sempre il massimo per migliorarsi. Mettere l’umiltà sempre al primo posto, perché chi si mette su un piedistallo, sarà il primo a cadere, ma anche imparare a mettersi in gioco in maniera seria e leale.”

E come faresti a convincere le persone a vedere, guardare e ascoltare? “Questa è una domanda difficile, perché tutto dipende da noi, da come siamo, da quello che riusciamo a trasmettere, e non parlo di bravura o di potenza vocale, ma di cuore, testa e anima. Ovviamente non si può pretendere di piacere a tutti, ma se ci si mostra per come si è, sicuramente è un buon punto di partenza per arrivare ad un pubblico.”

Quando restituisci a te stessa ti siedi in uno stato di gratitudine e poi sei in grado di dare a chi ti circonda ed essere gentile. È così che si guarisce il mondo? "Io non sono nessuno per dire come si possa guarire il mondo, ma sicuramente con un po’ più di gentilezza e altruismo (che oggi giorno sono molto rari) si possono già fare un po’ di passi in avanti. Diciamo che quella è la strada giusta..."

Il 2021 è un po' sconosciuto per tutti e nessuno è sicuro di quali restrizioni ci saranno. Tuttavia, la tua creatività è sotto il tuo controllo... Cosa ti aspetti? “Bella domanda! Mi aspetto di poter riprendere a regalare emozioni in musica alla gente con il mio gruppo, mi aspetto di poter riprendere ad insegnare canto ai miei allievi in presenza, mi aspetto di poter riprendere a vivere con un po’ più di leggerezza e senza questa paura costante che il covid possa fare del male ai miei cari e ai miei amici. E credo che questo ultimo pensiero sia un po’ quello di tutti.”

Francesca Riga