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A Novara la storia vera delle adozioni bloccate in Congo: il caso Kinshasa

In un nuovo libro il reportage del rapimento di due bambini durante la vicenda che ha tenuto lontani oltre 100 minori dalle famiglie italiane

Novara - Il 25 settembre 2013 la Repubblica Democratica del Congo sospende l’uscita dal Paese dei bambini che, in forza di una sentenza di adozione internazionale, sono in attesa di raggiungere i genitori; cinque anni dopo il romanzo Kinshasa. Una storia di adozione (Interlinea) ricostruisce la vicenda che ha coinvolto oltre cento famiglie italiane. Il libro sarà presentato a Novara venerdì 28 settembre 2018 alle 18 alla libreria La Talpa (viale Roma 18). Con l’autore Massimo Vaggi interverrà Manuela Borraccino. Ingresso libero.

Kinshasa, Repubblica del Congo, novembre 2013. Due fratellini in attesa di raggiungere la famiglia adottiva in Italia vengono sottratti dalla struttura in cui erano ospitati da una sedicente “zia” apparsa dal nulla e che fa perdere le proprie tracce. Solo due mesi prima le autorità congolesi avevano bloccato le adozioni internazionali, aprendo per oltre cento famiglie e per i loro figli un lungo periodo di angoscia e incertezza. L’autore Massimo Vaggi, presidente di NOVA, associazione di volontariato di genitori adottivi, ente accreditato all’adozione internazionale, racconta di fatti realmente accaduti, narra della polvere e dei mercati di Kinshasa, dei bambini che vivono nelle sue strade, degli istituti e delle persone che tra innumerevoli difficoltà offrono loro protezione, in un’inchiesta inconsueta che non si affida all’evidenza delle prove ma al potere della parola. Una narrazione drammatica che tuttavia, nella dimensione sorprendente delle motivazioni che muovono i protagonisti, propone alle nostre fragili certezze un’inversione inedita di significati e valori.

Massimo Vaggi è nato a Domodossola nel 1957. Ha esercitato la professione di avvocato, specializzato in diritto del lavoro. È presidente di NOVA, associazione di volontariato di genitori adottivi, ente accreditato all’adozione internazionale. Tra le sue pubblicazioni: Un silenzio perfetto (Pendragon, 1996), Tu, musica divina (Interlinea, 1999), Delle onde e dell’aria (Mobydick, 2002), Al mare lontano (Pendragon, 2005),Sarajevo novantadue (PaginaUno, 2012), Gli apostoli del ciabattino (PaginaUno, 2016). Un suo racconto compare nell’antologia Lavoro vivo (Alegre, 2012).

Un brano del libro: «Ritorna l'ascolto di un sé libero per sempre, per aver visto l'ultimo pezzo dimenticato di una strada lunga come la vita o come la fine di ogni giorno, ma anche un'alba, gloriosa, un abisso di silenzio»

Da un’intervista a Massimo Vaggi (www.vita.it): «Nella Repubblica Democratica del Congo non esiste un’anagrafe che si possa dire minimamente funzionante, per cui i bambini spesso non sono titolari nemmeno di quel fondamentale diritto che è quello di avere un nome, e chi, come loro, ha vissuto in strada per lunghi anni può non avere nessuna storia familiare da raccontare. Quanto alla possibilità che i servizi sociali riescano a ricostruire con sufficiente precisione i legami pregressi e attuali, cosa posso dire? Manca tutto per farlo: le persone, i soldi, perfino la percezione che si tratti di un’azione importante. E poi c’è la guerra, c’è una situazione politica esplosiva. La linea che separa il destino di un bambino abbandonato da quello, ad esempio, di un bambino smarrito, in Congo è così sottile che la realtà dell’abbandono spesso non si riesce a misurare con le carte, ma con la concreta durata della permanenza in istituto. Chi dopo due anni è ancora lì, in uno di quei posti spesso terrificanti, senza che nessuno si sia fatto vivo per cercarlo, è un bambino abbandonato e definitivamente perduto, senza nessuna speranza».