Share |

PESCE D'APRILE AL COCCIA PER L'ANFFAS

Novara - Arriva martedì 14 gennaio al Teatro Coccia di Novara 'Pesce d'Aprile'. Lo scorso 2 dicembre 2019 al Teatro Ambra Jovinelli il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha assistito, in forma privata, allo spettacolo “Pesce d’aprile”, nel giorno precedente alla “Giornata internazionale delle persone con disabilità”, per testimoniare, con sensibilità, la vicinanza al tema della resilienza nella disabilità. ‘Pesce d’aprile’ è il racconto di un grande amore: un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria, vissuta da un uomo e da una donna, interpretati da Cesare Bocci e Tiziana Foschi. La data evento di Roma è stata organizzata direttamente dalla sede nazionale di Anffas Onlus - Associazione di Famiglie con persone con disabilità intellettiva e relazionale, Charity Partner del progetto.

Il tour italiano dello spettacolo, prodotto da Art Show di Arturo Morano, è iniziato il 30 novembre a Tolentino (MC) e prosegue in altre 41 città fino a fine febbraio.

Il Presidente Mattarella, commosso, è rimasto molto colpito dall’intensità dello spettacolo, ha applaudito e ha incontrato gli attori, complimentandosi per come lo spettacolo e la vera storia di chi lo ha ispirato possa rappresentare uno stimolo a chi, colpito da disabilità, trovi la forza di ricominciare e vivere una vita piena. Hanno assistito alla serata anche il capo della Polizia Gabrielli e Pietro Grasso.

Cesare Bocci ha detto: “Siamo orgogliosi e felici della presenza del Presidente perché questo ha aggiunto un valore enorme allo spirito dello spettacolo, del libro da cui è tratto e dalla mia storia vera, personale con Daniela, che lo ha ispirato: comunicare che anche da un momento terribile come una malattia o un’invalidità si può riemergere e tornare a vivere una vita vera”.

Tiziana Foschi ha aggiunto: “Calarsi nei panni della compagna di Cesare, Daniela, che ha vissuto realmente l’intera vicenda, mi ha fatto capire quanta forza e coraggio bisogna mettere nelle proprie intenzioni per raggiungere un obiettivo così importante senza mai mollare, ma quanta soddisfazione si prova per ogni piccolo risultato”.

Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico, scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci e edito da Sperling & Kupfer, ‘Pesce d’aprile’ in meno di un anno ha venduto più di diecimila copie. Da qui l’esperienza che si fa spettacolo. Un testo vero, lucido, ironico e commovente, che racconta come anche una brutta malattia può diventare un atto d’amore. Cesare e Daniela, come Cesare Bocci e la sua compagna nella vita reale, metteranno a nudo, d’improvviso, tutta la loro fragilità, dimostrando quanto, come per il cristallo, essa si possa trasformare in pregio, grazie ad un pizzico di incoscienza, tanto amore e tantissima voglia di vivere. Tra il riso e il pianto, nel corso della pièce si delinea il profilo di una donna, prigioniera di un corpo che smette di obbedirle, e di un uomo, che da compagno di vita diventa bastone, nutrimento, supporto necessario. Una lotta alla riconquista della propria libertà, che ha lo scopo di trasmettere messaggi di positività e forza di volontà, anche di fronte alle sfide più difficili che il quotidiano spesso ci impone. Grazie anche al coinvolgimento di Anffas Onlus - Associazione di Famiglie con persone con disabilità intellettiva e relazionale, Charity Partner del progetto- ‘Pesce d’aprile’ si conferma un inno alla vita e un momento di riflessione necessario. La drammaturgia è di Cesare Bocci e Tiziana Foschi.

Pesce d’aprile è il racconto di un grande amore che una malattia improvvisa ha reso ancora più forte: un’esperienza reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando il destino sconvolge la loro esistenza. I protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro. In un’alternanza di situazioni dolorose, grottesche, a volte comiche, i due protagonisti metteranno a nudo tutta la loro fragilità, dimostrando quanto, come per il cristallo, essa si possa trasformare in pregio, grazie ad un pizzico di incoscienza, tanto amore e tantissima voglia di vivere. Nel corso del racconto si delinea l’immagine di una donna prigioniera di un corpo che non le obbedisce più e che lotta per riconquistare la propria vita, con il suo uomo accanto. Una testimonianza diretta, capace di trasmettere quella forza che spesso manca nel quotidiano. Un racconto al quale si assiste con gli occhi lucidi e la risata improvvisa, a volte amara, altre volte liberatoria. Uno spaccato netto e crudo di una società che vive con fastidio il doversi occupare dei problemi dell’altro, del diverso, del non perfetto, del disabile. Un racconto che, senza mai mentire, ammorbidire, levigare, commuove e che ci fa arrabbiare. Un racconto che resta comunque un inno alla vita.