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In-quiete, mostra pittorica personale di Enzo Maio

Novara - Martedì 17 dicembre dalle ore 18 si inaugurerà “in-quiete”, mostra pittorica personale di Enzo Maio, presso la galleria d’arte contemporanea VIVACE. Il percorso, che sarà in mostra fino al 14 gennaio 2020, prevede l’esposizione di 30 opere, dipinte nel 2019. Con “in -quiete”, Enzo Maio, abbandona per una volta il suo mondo, la sua realtà fatta di boschi o di gruppi alberi, per esplorare da vicino la psychè umana. Inizia così un percorso di trenta opere, sono espressioni dello stesso volto, trenta declinazioni dell’essere. Uno studio analitico dell’animo umano immerso nella quiete del pensiero dell’artista. Più che riprodurre la realtà come è in sé, è il quadro – dice Rilke nelle Lettere a Cézanne – che “tiene in equilibrio la realtà”, che costringe le cose a “farsi realtà”, a essere belle, liete, un forzarle a significare un mondo di felicità che non muta, a svelarsi nel loro misterioso splendore al di fuori del tempo: tutto è penetrato di luce e di colore e trasfigurato in un linguaggio segreto. I quadri così si raccontano come una fiaba nella poesia e la poesia accende di nuova pregnanza di significato la luce e il significato dei quadri. E se è vero, come dice ancora Rilke, che “è il colore a fare la pittura”, qui il colore domina non solo nella pittura, ma si estende e filtra anche nella poesia, come se tutto si trasformasse in una questione interna di colori. Il colore diviene così il principio della rappresentazione: “dipingere – diceva Cézanne – non è copiare l’oggetto, ma è realizzare le proprie sensazioni. Dipingere è registrare le proprie sensazioni colorate.” In questa registrazione l’immagine acquista un’esistenza propria che apre al dire della poesia e nella parola della poesia attinge una consapevolezza nuova del mistero che si nasconde in ogni cosa perché tutto, per chi lo sa guardare, è “pieno di significato”, come dirà van Gogh, e aggiunge: “che la gente possa dire delle mie opere: ‘sente profondamente, sente con tenerezza’”. Questa profondità di sentire, questa tenerezza nel guardare le cose, che ha ancora la capacità rara di stupirsi e di sognare, è forse anche la dote più bella e più vera che traspare dalla pittura e dalla poesia di Enzo Maio, dove la bellezza sognante delle immagini e la levità gentile delle parole hanno il potere – o la magia – di suscitare anche in noi la speranza di un mondo nuovo, trasfigurato unicamente nei colori del bene e che questo non sia soltanto un sogno o una nostalgia.

Curano il progetto: Veronica Armani e Diego Maria Rizzo.