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Marco Pellegrino si racconta

Il 35enne regista trecatese ha firmato il videoclip dell’ultimo successo di Piero Pelù, presentato al Festival di Sanremo 2020
Marco Pellegrino

Trecate - Una passione nata quando frequentava le scuole Medie negli anni ‘90 a Trecate, grazie al professor Stevenazzi. Diventata poi materia di studio al Liceo, quindi Scuola di Cinema a Roma e ora... il grande salto nel mondo che conta con premi, riconoscimenti e incarichi anche importanti che lo stanno portando alla ribalta su tutto il territorio nazionale (e non solo...). Stiamo parlando di Marco Pellegrino, 35 anni, con i genitori residente a Trecate sino ad una quindicina di anni fa quando ha preso ‘il volo’ e si è trasferito prima nella Capitale per frequentare l’Università del Cinema e poi a Milano dove vive quando non è chiamato per un impegno... dietro alla cinepresa.

Da sempre ho la passione per i film e lo devo principalmente al prof. Stevenazzi che alle Medie ci fece vedere Novecento di Bertolucci, una pellicola forte, intensa e che mi ha aperto gli occhi su quello che volevo fare da grande: il regista”. Tantissima la gavetta e gli impegni nel mondo del piccolo e del grande schermo in tutti questi anni: “Dopo la Scuola di Cinema a Roma ho iniziato a collaborare come assistente alla regia in varie pellicole, come ‘Le mani dentro alla città’ di Angelini, ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti o ‘La Passione’ di Carlo Mazzacurati. L’approccio non è stato dei più semplici, ma come ogni mestiere va fatto comunque con professionalità, passione e cercando di carpire tutti i segreti per fare più esperienza possibile. Mi reputo una persona umile, che però va avanti a testa alta, anche perché il regista è soprattutto un operaio: una figura che lavora sodo, senza sosta e con il massimo impegno per ‘raccontare’ una sceneggiatura e proporla al pubblico”.

Con quali attori hai legati di più? “Certamente con Giulio Beranek con il quale ho condiviso molti lavori televisivi e per il cinema oltre ad un libro biografico, ‘Il figlio delle rane’ edito da Bompiani, sulla storia della sua famiglia di artisti circensi. E poi ci sono Michele Riondino (oggi uno dei principali protagonisti di fiction su Rai1), Fabrizio Ferracane e Claudio Santamaria”.

Di recente un tuo videoclip sta avendo un successo straordinario soprattutto su Youtube: ‘Gigante’, la canzone che Piero Pelù ha presentato all’ultimo Sanremo. Com’è nata questa collaborazione? “Lo scorso anno la Sony Music mi ha proposto di dirigere una serie di video dedicate a cover di Fabrizio De Andrè; ho poi diretto un lavoro dedicato a Lucio Dalla e per ultimo mi hanno chiesto di firmare la clip del successo sanremese di Pelù. L’abbiamo girato un mese prima del Festival a Gratosoglio nella periferia di Milano in 3 giorni e devo dire che abbiamo fatto un buon lavoro, perché volevo dare un’impronta di una città e luoghi simili alla Berlino divisa dal muro degli anni ‘60”.

E ora, dopo lo strepitoso successo con il corto ‘Falene’ (Nastro d’Argento lo scorso anno), quali i progetti? “Mi sto concentrando sulla scrittura per presentare progetti e sceneggiature di nuovi film e cortometraggi”.

In bocca al lupo Marco e a presto nella ‘tua’ Trecate.