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La convalida del processo di assegnazione e consegna degli emocomponenti

Premiato il lavoro del Servizio Immunotrasfusionale dell’ASL NO

Borgomanero - Nel corso della IV Conferenza Nazionale dei Servizi Trasfusionali, svoltasi a Napoli dal 28 al 30 Maggio u.s., il lavoro presentato dal Servizio Immunotrasfusionale del Presidio Ospedaliero di Borgomanero dell’ASL NO, è stato valutato come miglior lavoro sull’argomento “La convalida del processo di assegnazione e consegna degli emocomponenti”. I lavori complessivamente premiati sono stati 6, uno per ogni argomento trattato durante la Conferenza, su un totale di 300. La motivazione per cui è stato assegnato il riconoscimento scientifico al lavoro sono le seguentie: Gli autori espongono con rigore metodologico gli aspetti critici del processo di convalida, di assegnazione e consegna, evidenziando le problematiche aperte in modo dialettico e costruttivo esponendole con buona resa grafica

Il lavoro presentato [Autori:  De Martino D., Dell’'Aquila L., Rosetta P., e Camisasca Giovanni] portava all’attenzione della Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia un problema applicativo riguardante la “convalida” dell’assegnazione e consegna, che pur prevista dai requisiti minimi per l’accreditamento istituzionale, e quindi per il riconoscimento della propria attività da parte della Regione Piemonte e del Sistema Sanitario Nazionale, pone non pochi problemi applicativi e merita una riflessione ampia e condivisa per  stabilire se tali attività siano effettivamente da sottoporre a convalida e quali possano essere le variabili e le relative criticità necessarie per stabilire le prove utili alla convalida del processo in esame, nonché la loro frequenza ed intervallo di accettabilità.

La naturale conclusione cui giunge il lavoro presentato è che il concetto di convalida, che consideri gli esiti delle prove, la presenza della descrizione completa del processo, delle relative concatenazioni e delle istruzioni documentate, la qualificazione dei materiali e la qualificazione del personale e delle infrastrutture, per lo specifico processo considerato, risulta estremamente complessa in quanto l’unica vera variante che deve essere presidiata consiste nell’attività del Dirigente che valuta l’appropriatezza della terapia trasfusionale richiesta non solo e non tanto in base a procedure standard e linee guida, ma applicando le proprie conoscenze e competenze ad ogni singolo caso clinico in base alle condizione del paziente ed alle esigenze espresse dai colleghi curanti che richiedono la prestazione trasfusionale.