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Api su buste paga e aumento materie prime

Novara - “Noi siamo stati la prima organizzazione datoriale a sottoscrivere l’accordo interconfederale sulla rappresentanza con Cgil, Cisl e Uil e, la Confapi da oltre 70 anni stipula, esclusivamente con le principali organizzazioni sindacali, 13 contratti collettivi nazionali di lavoro nei più importanti settori produttivi. Ha costituito inoltre un solido sistema di 13 enti bilaterali che offrono servizi e prestazioni innovative capaci di supplire, in molti casi, alle carenze del welfare statale” – commenta il Presidente API Gianmario Mandrini. “In questo particolare momento dove si sta discutendo del salario minimo, occorre aumentare la produttività anche con riforme strutturali. Inoltre servono aumenti contrattuali detassati per tutte le categorie, siamo stati i primi a proporlo a livello nazionale. Questo tra l'altro non comporterebbe la riduzione delle entrate per le casse dello Stato. Va inoltre rimodulata l'Irpef sotto i 35 mila euro per i lavoratori” – concludono il Presidente Mandrini e il Direttore Generale API Paola Pansini.

Sempre dall'API: “E’ urgente un intervento sul caro materie per intervenire sui costi strutturali e sui costi delle materie prime!” - commenta Gianmario Mandrini, Presidente API.  "La mossa della Bce era molto prevedibile: con un'inflazione al 9% e dopo l'annuncio della Fed era inevitabile un intervento sui tassi; questo comporta una serie di difficoltà ma l'inflazione va combattuta intervenendo concretamente” - aggiunge Mandrini. "Stiamo affrontando un'inflazione altissima e il rischio di recessione… sono fondamentali imminenti interventi strutturali: è necessario incidere sul costo delle materie prime, in primis insistere sul price cup al prezzo del gas e poi è necessario intervenire in maniera incisiva sugli extraprofitti delle aziende, non come è stato fatto finora!" – continua Paola Pansini Direttore Generale API. “E’ necessario intervenire sul fronte non solo del gas ma anche dell’acciaio: togliere le clausole di salvaguardia sull'acciaio. Se non si interviene su questi fronti si favoriscono mosse speculative che provocano una riduzione del Pil ed un aumento dell'inflazione mentre noi dobbiamo invece cercare di aumentare la produzione e favorire la crescita del Pil" – conclude Mandrini.