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Coldiretti su falso made in Italy: anche il Gorgonzola tra i prodotti più taroccati

L’agropirateria a tavola ha raggiunto un valore di 120 miliardi di euro

Novara - C’è anche il Gorgonzola tra i prodotti italiani più taroccati al mondo. Il falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, infatti, continua ad essere un problema sempre più serio raggiungendo il valore di 120 miliardi di euro. Questo peggioramento è un’altra causa della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Questo l’allarme lanciato da Coldiretti e Filiera Italia all’inaugurazione del Summer Fancy Food 2022, il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari a New York City presso il Javits Center. Al Padiglione Italia (level 3, stand n.2717), assieme all’Ice, è stata allestita una grande mostra per mettere a confronto per la prima volta le autentiche specialità nazionali con le brutte copie più diffuse, ma anche la differenza tra i veri piatti della tradizione gastronomica tricolore e quelli storpiate all’estero con ricette improponibili.

“Il risultato è che per colpa del cosiddetto italian sounding nel mondo, oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese – spiegano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani - Nella classifica dei prodotti più taroccati spicca tra i formaggi anche il nostro Gorgonzola: nell’ultimo anno i nostri territori ne hanno prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale. Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale. Per questo è necessario porre un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola che, creerebbe, oltretutto, ben 300mila posti di lavoro in Italia”.