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Sempre più responsabilità sociale e sostenibilità

Revello (Confindustria): “su questi temi non si torna indietro; dalla loro diffusione dipende il nostro futuro”
Rossana Revello

Casalino - «Sulla sostenibilità non si torna indietro. Ci sono in Italia tante imprese che stanno facendo cose importanti, e sono molte più di quanto si pensi. Dobbiamo farle conoscere e sostenerle, perché dalla diffusione di questa cultura e dall’innovazione che ne deriva dipende il nostro futuro». Lo ha detto la presidente del Gruppo tecnico per la responsabilità sociale d’impresa (Rsi) di Confindustria, Rossana Revello, intervenendo al convegno “Responsabilità sociale d’impresa: le aziende a confronto”, tenutosi martedì 7 maggio alla Sambonet Paderno Industrie Spa di Casalino, nel Novarese.

Presentando il Manifesto sulla Rsi di Confindustria, che sta promuovendo in un roadshow per tutto il Paese, Revello ha sottolineato come la sostenibilità abbia una dimensione ambientale, una sociale e una economica, coinvolgendo il modo di fare impresa in tutte le sue componenti. «Se da molte aziende è ancora considerata una scelta – ha osservato – in futuro diventerà sempre più una necessità, anche perché rappresenta uno strumento concreto di gestione del rischio d’impresa. Nei primi anni della crisi del 2008 i fattori considerati più rischiosi avevano natura economica, ma dal 2011 gli elementi di maggior preoccupazione riguardano l’ambiente, sia come probabilità di accadimento sia come impatto a livello globale. Il World Economic Forum ha posto l’ambiente in testa al suo rapporto “The global risks report 2019”, specificando che tutti e cinque i rischi ambientali individuati – perdita di biodiversità, eventi meteo estremi, inadeguata mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, disastri naturali e causati dall’uomo – rientrano tra quelli più rilevanti. Su questo fronte le imprese devono essere in prima fila, anche perché quelle che svilupperanno una strategia di adattamento “resiliente” ai cambiamenti climatici potranno godere di un notevole vantaggio competitivo e reputazionale».

La strada è ormai tracciata: in Italia già dal 2013 si registra, da parte delle imprese, un progressivo abbandono delle modalità “passive”, come le donazioni, in favore di una chiave più “attiva” nella spinta verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. «Il trend – ha proseguito Revello – segnala un fenomeno in aumento: nel numero di aziende impegnate (+5%) e nel budget dedicato (+16%). Questa nuova modulazione dell’impegno sociale ha sempre effetti positivi anche sull’organizzazione, perché è un processo che deve coinvolgere tutte le funzioni aziendali e tutti i lavoratori».

Tra gli strumenti elaborati da Confindustria e presentati nel corso dell’incontro, Revello ha descritto il progetto del “Temporary Manager per la Sostenibilità”, che, come quello per l’innovazione, ha lo scopo di affiancare le imprese nello sviluppo di un percorso di governance su questi temi, coinvolgendo 20 Pmi tra quelle incontrate durante il roadshow, l’aggiornamento, in uscita a giugno 2019, del manuale con gli indicatori per la rendicontazione di sostenibilità delle piccole e medie imprese, e l’aggiunta di una sezione dedicata alla sostenibilità nelle prossime edizioni del Premio “IxI - Imprese per l’innovazione”. «Abbiamo anche attivato – ha concluso – dei tavoli di filiera per l’agroalimentare e le multiutilities e stiamo ideando, oltre al “decalogo” diffuso nei mesi scorsi, nuove iniziative per sostenere le Pmi. Le imprese italiane sono all’avanguardia, e si prendono in carico tutta la loro parte di responsabilità».

L’incontro, che era stato introdotto dai saluti di Franco Coppo, amministratore delegato di Sambonet Paderno Industrie Spa, e di Giovanni Rossitti, responsabile dell’area Politiche industriali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, è poi proseguito con le testimonianze di quattro aziende che hanno sviluppato, in differenti modi, il tema della Rsi. Claudia Sguaita, della Direzione Sistemi di gestione di Sambonet Paderno Industrie Spa, ha illustrato quanto realizzato nelle fasi di produzione, nell’integrazione con il territorio e nell’ambiente di lavoro. Riccardo Fava, Investor Relations & Corporate Communication Senior Director della Diasorin di Saluggia (Vc), ha sottolineato l’importanza della “sostenibilità economica” e della valorizzazione delle giovani generazioni, a partire dalle scuole superiori. Roberto Cimberio, Ceo della Cav. Uff. Giacomo Cimberio Spa, ha raccontato i progetti di inclusione avviati sia in Italia, in ambito sportivo e ambientale, sia in Burundi, con la costruzione di una scuola elementare e una scuola professionale. Roberta Bonzano, presidente di Oryza srl, ha descritto le attività di una piccolissima impresa “che ha fatto del biologico uno stile di vita, dalle materie prime all'etica del lavoro”, e in cui i dipendenti sono direttamente coinvolti nell’ideazione di nuovi prodotti.

Al termine Ivana Cucco, direttore del Servizio Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl di Novara, ha illustrato l'andamento del progetto "Workplace Health Promotion" (Whp - promozione della salute nei luoghi di lavoro), avviato nel 2018 con alcune importanti aziende del territorio, tra cui la stessa Sambonet, per contribuire a prevenire le malattie croniche promuovendo cambiamenti organizzativi nei luoghi di lavoro che li facciano diventare ambienti favorevoli all’adozione di stili di vita salutari. «Nel corso del 2019 – ha spiegato – il network verrà ampliato in modo da dare solidità a un progetto di impatto molto positivo, sia a livello sociale sia in termini organizzativi, e che è caratterizzato da una forte componente di sostenibilità, partecipazione attiva e innovazione. Il luogo di lavoro, una comunità in cui si trascorre gran parte del proprio tempo e in cui si costruiscono relazioni stabili, è infatti considerato come un ambiente strategico per promuovere la salute in età adulta, attraverso lo sviluppo di interventi integrati, condivisi tra i servizi sanitari e i datori di lavoro, per limitare i principali fattori di rischio e favorire l'adozione di comportamenti “sani” tramite il coinvolgimento diretto del maggior numero possibile di persone».

Il programma prevede lo sviluppo di “buone pratiche” in sei aree tematiche: alimentazione, contrasto al fumo, attività fisica, mobilità sicura e sostenibile, contrasto alle dipendenze, benessere e conciliazione vita-lavoro. L’azienda che riesce a seguire il percorso proposto e a rispettare gli standard previsti ottiene dal servizio sanitario pubblico, alla fine di ogni anno, il riconoscimento come “Luogo di lavoro che promuove salute”, associato a uno specifico logo assegnato a nome della rete europea Enwhp.