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Beni confiscati alle mafie: niente bando regionale per il 2020

Domenico Rossi

Novara - “Comprendo che la gestione dell’emergenza Covid sia stata la priorità del 2020 assorbendo energie e attenzioni, ma non può essere una giustificazione per la mancata pubblicazione del bando per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”. Lo dichiara il consigliere regionale Domenico Rossi che nell’odierno consiglio regionale ha portato il tema all’attenzione dell’esecutivo con un question time rivolto al Presidente Cirio. “Mi preoccupa - precisa il consigliere Dem - la disattenzione su questo tema. Nel 2017, durante la scorsa legislatura, con la Giunta Chiamparino avevamo finalmente messo in moto un meccanismo di sostegno regionale nei confronti dei Comuni per il riutilizzo dei beni confiscati. Già l’anno scorso, probabilmente per il cambio di amministrazione, il bando non è stato emanato”.

“Si tratta di una mancanza inspiegabile considerato che il Bilancio regionale prevedeva, per l’anno in corso, risorse per 150mila euro e sarebbe bastato replicare l’ultima versione pubblicata del bando” aggiunge Rossi. “L’emergenza sanitaria - ricorda il consigliere Dem - ha tutt’altro che arrestato l’attività illecita della criminalità organizzata poiché, nell’era del Covid, a causa della grave crisi economica e finanziaria che attraversa l’economia nazionale, la fragilità sociale in cui insinuarsi, specie tra gli strati più deboli della società, è maggiore. Non è, dunque, il momento di abbassare la guardia e l’assenza del bando 2020 non è un bel segnale”. 

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, richiamando l’emergenza sanitaria, ha confermato che per l’anno 2020 non sarà pubblicato alcun bando e si è impegnato a far confluire le risorse previste a bilancio sul bando 2021. 

“La pandemia non può essere un alibi sempre valido - conclude Rossi - vigileremo con attenzione affinché l’impegno preso oggi dall’assessore sia mantenuto a partire dal prossimo documento di bilancio e chiederò che il bando sia pubblicato nei primi mesi del 2021. I beni riutilizzati socialmente assumono un alto valore simbolico e pedagogico, testimonianza di uno stato credibile, capace di riappropriarsi di quanto le mafie hanno sottratto ai cittadini attraverso attività criminali e di restituire alla collettività valore attraverso creazione di lavoro, impresa o attività di sostegno alle fasce deboli”.