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Il Pd novarese scrive al sindaco Canelli

Rossano Pirovano (Pd)

Novara - Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al sindaco di Novara, Alessandro Canelli, scritta dal gruppo consiliare del Pd (nella foto Rossano Pirovano): "Le emozioni sono sempre più amplificate e continuano a crescere davanti ai dati e alle incertezze.  Aumentano le paure legate alla salute e si vive il dolore per le vittime. Allo stesso tempo è ormai evidente che i tempi di contenimento si stanno ampliando, le famiglie sono stanche, vedono i figli insofferenti, non possono avere contatti con i loro cari anziani e  a questo si aggiungono preoccupazioni per la tenuta economica e sociale, che rischiano di sfociare in tensioni. Molti concittadini infatti stanno vivendo sulla propria pelle reali e concrete e pesanti difficoltà economiche, il Governo ha annunciato alcuni stanziamenti, tra cui anticipi e nuovi trasferimenti ai Comuni, funzionali a tamponare queste settimane e che potrebbero nel tempo non essere sufficienti, e allora insieme dovremo chiedere maggiori attenzioni e risorse. Il gruppo del PD da subito si è messo a disposizione della comunità, perché ora non è il tempo delle divisioni, non è il tempo delle bandiere politiche, non è il tempo di maggioranza ed opposizione. Il Consiglio Comunale, però, è ormai in “quarantena” da oltre un mese, chiediamo, dunque, che torni a lavorare e ad essere il luogo delle proposte. perché insieme le idee sono più forti e si va più lontano.  Alimentare lo scontro, il conflitto tra Governo, Regioni, Province e Comuni, in questa fase è sbagliato, non fa il bene della comunità, i nostri concittadini non vogliono litigi, ma risposte. Noi non possiamo cavalcare le paure, dobbiamo ascoltare ed interpretare i bisogni: le istituzioni esistono e stanno lavorando tutte alacremente e senza sosta per il bene comune. Siamo nella più grande crisi dal dopoguerra, non ci sono libretti di istruzione, ci sarà tempo e modo alla fine di tutto per fare valutazioni. Ma tutti noi siamo il primo baluardo e dobbiamo essere responsabili e d’esempio perché la tensione non sfoci in conflitto e in caccia alle streghe. Ora dobbiamo “restare uniti”, dobbiamo essere classe politica, capace di lavorare insieme per uscire dalla tempesta".