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Medicina Democratica a difesa della sanità pubblica

Novara - Carla Cavagna a nome di Medicina Democratica: "Nel dibattito del 6 dicembre scorso promosso  a Novara da Medicina Democratica i relatori Nerina Dirindin, Gianpaolo Andrissi e i numerosi interventi hanno sottolineato le tematiche concernenti la promozione e alla difesa della sanità pubblica contro le privatizzazioni e la commercializzazione della salute, le esternalizzazioni di apparecchiature (es. biomedicali nell’Ospedale di Novara) e di personale gli appalti e la possibilità di finanziamenti pubblici con oneri molto più bassi del Partenariato Pubblico Privato (PPP) per il nuovo ospedale di Novara come ad esempio quelli forniti dall’INAIL che guarda caso il 24 dicembre 2018 con firma del Presidente del Consiglio e del Ministro della salute e del lavoro decreta il nuovo Ospedale del VCO finanziabile dall’INAIL con un contributo di 155 milioni di euro così come il nuovo ospedale di Moncalieri e Trofarello.  L’assessore regionale  alla Sanità Icardi il 6.12.’19 dichiara 'Continuo a pensare che questo partenariato pubblico privato(PPP) - fatto a suo tempo dal PD ci costerà caro, perché il privato investe 220 milioni ma la Regione gliene pagherà 480 in 26 anni. Per questo motivo abbiamo siglato un protocollo di intesa con la cassa Depositi e prestiti in modo da modificare al risparmio queste somme e riportare l’operazione ai valori di mercato'. Sempre l’assessore regionale alla Sanità Icardi il 9.12.’19 in Commissione Sanità Regione Piemonte afferma: 'La giunta regionale ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Cassa depositi e prestiti per valutare la congruità dei costi previsti dal partenariato pubblico privato per realizzare la Città della Salute di Novara. Il protocollo prevede che la Cassa collabori con l’azienda ospedaliera di Novara alla stesura di tutti gli atti di gara concernente il presidio ospedaliero e la possibilità che finanzi, eventualmente, il progetto a tassi inferiori. Il Nucleo di valutazione del ministero ha chiesto alla Regione di predisporre una legge per garantire l’importo delle rate che l’ospedale novarese dovrà pagare ogni anno, anche nel caso in cui quest’ultima non disponga della dovuta liquidità. Sarà necessario ogni anno un ddl a garanzia della rata che non può essere approvato a cuor leggero dal consiglio regionale perché è necessario valutare attentamente se l’impegno finanziario richiesto sia congruo ai valori di mercato'. Dunque non si tratta di ‘pregiudizi ideologici’ attribuiti a qualche forza politica e tanto meno di stramberie di chi intende mettere i bastoni tra le ruote alla realizzazione del nuovo ospedale novarese. Se l’assessore Regionale alla Sanità (e il Ministero della salute) chiedono tutte queste garanzie e avanzano ‘riserve’ sulle modalità di finanziamento dell’opera, che potrebbe non essere ‘congrua’ ai valori di mercato al punto tale da compromettere i bilanci della sanità piemontese forse questa scelta di realizzare un’opera pubblica pagando per 26 anni un soggetto privato con un canone di 18 milioni l’anno (8% di interessi quando Inail  concede prestiti al 2,5% e attualmente Cassa Depositi e Prestiti consente di fare mutui allo 0,6%) non appare tutta a vantaggio dei piemontesi bensì di qualche cordata privata. Chiediamo ai troppi ‘paladini’, novaresi e no, della realizzazione del nuovo ospedale a tutti i costi una seria riflessione su quanto nelle prossime settimane dovrà decidere prima la Commissione regionale sanità e poi il Consiglio regionale. Riflettete prima che sia troppo tardi e prima di scaricare costi sui piemontesi (480 milioni in 26 anni) sottraendo risorse alle reali necessità e urgenze della sanità regionale: prevenzione,presenza territoriale dei presidi sanitari, sblocco delle assunzioni nel settore sanitario, ricerca e formazione. L'ospedale non può essere l’unico presidio alla malattia che va prevenuta, non  solo per ridurre i costi ma per soddisfare il principio costituzionale di tutela della salute  e dell’integrità dei cittadini ad opera della sanità pubblica.  Rivolgiamo un appello alle forze sociali e politiche: la sanità non può divenire terreno di profitto, al pari di qualsiasi merce, da parte di interessi privati. In ogni caso costituiremo un 'tavolo tecnico di monitoraggio' su tutti gli aspetti relativi alla realizzazione del nuovo ospedale".