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PIANO PLURIENNALE DI RIEQUILIBRIO FINANZIARIO DELLA PROVINCIA

LA CORTE DEI CONTI APPROVA LA CHIUSURA ANTICIPATA

Novara - "Un risultato che riteniamo importante in quanto dimostra l’ottimo lavoro svolto in questi mesi dall’Amministrazione e dagli Uffici: siamo riusciti a chiudere anticipatamente, al 1° gennaio prossimo, il Piano pluriennale di riequilibrio finanziario dell’Ente, segno che, pur investendo in maniera cospicua in diversi Settori come mai era avvenuto negli ultimi anni, abbiamo gestito al meglio le risorse e fatto buona amministrazione". Il consigliere delegato al Bilancio e Tributi della Provincia Monia Anna Mazza presenta con queste parole l’iter conclusivo del Piano di riequilibrio finanziario, "obiettivo – aggiunge – ufficializzato lo scorso 26 novembre, dalla Sezione Regionale di controllo per il Piemonte della Corte dei Conti, che si è favorevolmente pronunciata a favore della chiusura anticipata del Piano di riequilibrio della Provincia. Quello di Novara è il primo Piano di riequilibrio ad essere chiuso anticipatamente in Piemonte, grazie ad un lavoro di puntuale collaborazione con i soggetti istituzionali coinvolti, dalla Commissione Ministeriale presso il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, all’Unione Province d’Italia che ha rappresentato la Provincia nell’ambito della Commissione paritetica, per finire con la Sezione Regionale della Corte dei Conti che ha seguito con grande attenzione l’evoluzione del riequilibrio in tutti i suoi passaggi. La Corte dei Conti aveva già segnalato, nell’ambito dei monitoraggi semestrali del piano, un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quello previsto ed aveva invitato l’Ente a rimodulare il piano sulla base di quanto previsto dal Testo unico degli Enti locali. La rimodulazione è stata approvata dal Consiglio provinciale alla fine di settembre e ora, con l’ultima delibera presentata all’assemblea consiliare lo scorso 27 novembre, si conclude un percorso che ha segnato le vicende della Provincia in tutti gli anni della riforma degli Enti di area vasta".

All’inizio del 2015 il Consiglio provinciale aveva approvato il proprio piano di riequilibrio finanziario pluriennale. "Solo pochi mesi prima – ricorda il consigliere - l’approvazione della legge Del Rio aveva dato il “colpo di grazia” a un Ente economicamente già provato da una lunga serie di penalizzanti misure finanziarie ed a nulla erano valse le segnalazioni fatte in proposito dall’Amministrazione. Il Ministero dell’Interno, allertato sulla specifica situazione delle Province, aveva commissionato un’indagine a tappeto, la cosiddetta “Due diligence”, che aveva fotografato la situazione in tutta la sua gravità, ma, di fatto, a livello nazionale non erano state adottate misure correttive e il Consiglio provinciale aveva dovuto accertare uno squilibrio di oltre quattro milioni, passato a nove dopo il riaccertamento straordinario del residui, causato esclusivamente dai massicci prelievi effettuati sulle entrate proprie a titolo di contributo alla finanza pubblica".

Per il Piemonte lo scenario è risultato particolarmente grave e complesso perché la Regione "aveva confermato in capo alle Province rilevanti funzioni amministrative, dando luogo ad una forma di decentramento molto ampia. Tuttavia, a fronte delle predette funzioni delegate o trasferite, non sono state trasferite congrue risorse economiche. Questo – prosegue il consigliere - ha fatto sì che la situazione piemontese si sia evoluta in modo particolarmente critico, tanto che il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di Province, tra le quali la nostra, che hanno dovuto far ricorso alla procedura di predissesto, ben cinque su sette. Il piano di riequilibrio da noi proposto, previo parere favorevole della competente Commissione ministeriale, è stato approvato dalla Sezione regionale della Corte dei Conti nel 2018. L’iter, a norma di legge, avrebbe dovuto essere un po' più rapido, ma il suo corso è andato ad intersecarsi con tutta la serie di modifiche normative che, negli anni tra il 2015 ed il 2018, hanno interessato il mondo degli enti locali in generale e quello della Provincia di Novara in particolare l’entrata in vigore della contabilità armonizzata ed il laborioso percorso di approvazione delle norme regionali di attuazione della Legge del Rio".

La Corte dei Conti, fin dal 2015, aveva effettuato un’analisi della situazione finanziaria delle province piemontesi, "riuscendo a cogliere il nocciolo del problema. Aveva, infatti affermato che la situazione della Provincia è stata aggravata dall’incompleta attuazione del percorso di riordino tracciato dalla legge 56/2014, in cui si è inserita la Legge di stabilità 2015 che, da un lato, ha mantenuto fermi gli oneri a carico delle Province e, dall’altro, ha confermato i tagli sulle entrate correnti. Questa parziale attuazione della Legge Del Rio – sottolinea il consigliere - ha determinato a lungo fabbisogni finanziari invariati, a fronte di entrate sempre più esigue. Nel periodo di attuazione del piano di riequilibrio, la Provincia di Novara che non riceve più contributi statali, ma è, viceversa, tenuta ad erogarli, per incapienza del proprio Fondo sperimentale di riequilibrio, ha versato alla finanza pubblica circa 68 milioni di euro: attraverso questo prelievo vengono finanziati i contributi alla spesa corrente che moltissime province italiane (anche piemontesi) continuano a ricevere dallo Stato, in quanto il meccanismo del prelievo è rimasto ancorato al gettito tributario che gli enti avevano prima della crisi, quando il tessuto produttivo garantiva introiti ben diversi dagli attuali".

Nonostante ciò, anche prima dell’approvazione del Piano, "l’Ente ha applicato diligentemente tutte le misure che aveva proposto per il riequilibrio: ora – dice il consigliere - tutto questo ha trovato conferma nella delibera 142/2020 approvata dalla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti. Munita del parere favorevole dell’Organo di revisione, la ponderosa documentazione prodotta dagli uffici – che ringraziamo per l’enorme mole di lavoro e per lo spirito di collaborazione sempre dimostrato - nel corso di questi anni è stata analizzata dalla magistratura contabile la quale ha concluso che la situazione economica di squilibrio è stata effettivamente superata. E’ stato apprezzato il fatto che l’Ente abbia gestito oculatamente i flussi di cassa, evitando di dover ricorrere ad anticipazioni di tesoreria. Inoltre ha costituito elemento di valutazione positivo la scelta di non ricorrere al Fondo di rotazione nella programmazione del riequilibrio, nonché la tempestività dell’Ente nell’effettuazione dei pagamenti ai fornitori. E’ stata tenuta in considerazione la minuziosa azione di rispetto dei limiti di indebitamento portata avanti in questi anni e la preventiva osservanza delle misure proposte, anche nelle more dell’approvazione del piano, la cui durata è stata anche ridotta nel dicembre 2017, da 10 a 9 anni. Pertanto, la magistratura contabile ha concluso affermando che, dall’analisi svolta e dal contraddittorio instaurato con l’Ente la situazione dello stato di attuazione risulta “senza dubbio più che soddisfacente e presenta gli elementi previsti dal Tuel”, per la richiesta rimodulazione, emergendo un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quelli previsti nel piano originario”, ragione per cui – conclude il consigliere - la Sezione regionale di controllo per il Piemonte ha deliberato la chiusura anticipata al 1* gennaio prossimo del piano di riequilibrio finanziario pluriennale".