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Sen. Nastri (Fdi): interrogazione su cessione del credito Bonus edilizia

sen. Gaetano Nastri (Fdi)

Novara - Iniziativa parlamentare del senatore novarese Gaetano Nastri (Fratelli d'Italia) che con il collega Iannone ha presentato un'Interrogazione con risposta scritta su un tema di assoluta attualità: la cessione del credito riguardo il bonus edilizia (110%). Nel testo, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi e al Ministero della transazione ecologica (Cingolani), si legge: "Premesso che:il comparto edile e artigiano del nostro Paese versa in condizioni di forte criticità, non più sostenibili nemmeno nel brevissimo periodo. La cifra dei crediti edilizi non accettati dalle banche, secondo le stime del Governo, ammonterebbe a 5 miliardi di euro, mentre secondo la Confederazione nazionale artigiana, sarebbero pari a 2,6 miliardi i crediti fiscali relativi al Superbonus 110 per cento anticipati, attraverso lo sconto in fattura, che le aziende non riuscirebbero più a incassare; a fronte di queste cifre, sempre la Cna parla di 33 mila imprese artigiane a rischio fallimento, con una potenziale perdita di 150 mila posti di lavoro, di oltre 60 mila aziende che, pur avendo un cassetto fiscale pieno di crediti, si trovano oggi senza liquidità. Quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori; il 30 per cento rinvia tasse e imposte; una su cinque non riesce a erogare gli stipendi; fino a novembre, quando il meccanismo della cessione del credito funzionava, si contrattualizzava il lavoro, poi si caricava il credito nelle piattaforme e si vendeva. Da un momento all’altro il meccanismo si è fermato. Si tratta, in altri termini, di un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese, con una crescente tensione nei rapporti tra banche e mondo delle imprese, che si vedono ormai costantemente negata la disponibilità all’acquisto dei crediti da parte di pressoché tutti gli Istituti. Una situazione che ha bloccato il settore e centinaia e centinaia di milioni di euro già preventivati per ristrutturare il patrimonio immobiliare; tale scenario è il risultato, tra l'altro, delle continue restrizioni applicate al Superbonus 110 per cento in numerosi e successivi interventi di modifica da parte del Governo e della maggioranza a questo sottesa; dal mese di maggio 2020 ad oggi, sono infatti intervenute oltre 13 modifiche normative della misura, che hanno portato a un incomprensibile e contraddittorio mutamento delle regole dell'incentivo, creando forti disagi per cittadini ed imprese; le recenti modifiche normative, a ben vedere, hanno portato a un contenimento del meccanismo di cessione del credito, dando luogo a una situazione di incertezza che ha portato gli stessi istituti di credito a interrompere la gestione dei crediti accumulati; il blocco ha riguardato non solo le agevolazioni del Superbonus 110 per cento, ma anche il bonus facciate e l'ecobonus al 65%; molti privati si ritrovano in uno stato di incertezza, in quanto non possono più cedere il credito al raggiungimento degli stati di avanzamento dei lavori successivi alle modifiche normative che hanno bloccato il meccanismo; questo ha comportato, al contempo, che molti condomini hanno dovuto sospendere i lavori iniziati da molto tempo, senza avere alcuna certezza sul prosieguo futuro dei lavori, e con il rischio di superare i termini previsti a livello legislativo per fruire delle agevolazioni; stante l'attuale scenario e il continuo mutamento della normativa in materia, gli istituti di credito sono restii allo sbloccare l'assorbimento e gestione dei crediti, almeno sino alla completa conversione in legge della decretazione di urgenza, che richiede oltre un mese di iter per una effettiva attuazione; per riparare alla gravissima situazione fin qui esposta, servirebbe, come già avvenuto in passato, un rifinanziamento dell'incentivo e una proroga di tempo per effettuare le cessioni del credito maturato agli istituiti bancari; si chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda intraprendere per garantire la tenuta delle attività afferenti al settore dell'edilizia, al fine di sbloccare il meccanismo di cessione dei crediti dei bonus edilizi, a garanzia della tenuta dell'indotto economico derivante dall'edilizia e per evitare quindi che la crisi di liquidità delle imprese artigiane ed edili si traduca nel fallimento per centinaia di aziende, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro".