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La fine di un incubo: archiviate le accuse a Capoccia

L'ex vice sindaco pronto a mettere i puntini sulle 'i', forte dell'appoggio degli amici Crivelli, Vilardo e Volontè

Trecate - Non siamo di fronte a un 'caso Tortora', ma di certo quel che è accaduto a Giorgio Capoccia è qualcosa che non si augura a nessuno, nemmeno al peggior nemico. A raccontare il calvario cui è stato coinvolto è stato lo stesso ex vice sindaco nel corso di una affollata conferenza stampa nella sede di Forza Italia in piazza Cavour, a pochi passi dal Palazzo Municipale e da quell'ufficio Cultura dove si sarebbe consumata la grande 'fake new'. "A febbraio il sindaco poco prima dell'inizio del Consiglio comunale mi comunicava che mi aveva tolto le deleghe, giustificando il fatto con la mancanza di fiducia nei miei confronti per la questione dei 'pacchi'; da allora sono passati oltre 8 mesi e finalmente la verità è venuta fuori e dice in modo chiaro e preciso che non ho compiuto alcun reato, archiviando in toto tutte le accuse...".

Capoccia è un fiume in piena, che si ferma qualche volta solo perché la voce viene rotta dall'emozione e anche dal pianto, pensando "alla gogna mediatica che è stata realizzata su questo falso caso. Sono stato vittima di insulti di ogni tipo, senza contare che in questa storia hanno sofferto pure i miei familiari e la cosa mi ha fatto ancora più male. Grazie all'attenzione del mio legale, l'avvocato Giovanni Cirillo, e alla solerzia della magistratura che in pochi mesi ha controllato gli atti, s'è decisa l'archiviazione e devo dire che ho tirato un grande sospiro di sollievo, pur sapendo dall'inizio di essere innocente. Non c'è stata alcuna appropriazione indebita dei pacchi da destinare ai bisognosi, ma l'organizzazione di un evento che ha raccolto dei fondi, ben 3.150 euro, poi destinati a don Mauro e all'Oratorio proprio per i più bisognosi. Così abbiamo fatto un lavoro di promozione del territorio, riuscendo anche a non spendere fondi per la kermesse ('Festa del Riso e del Gorgonzola e antichi sapori'). Senza contare che la richiesta di sponsorizzare l'evento a Markas per il pagamento del cachet agli artisti coinvolti (Jo Squillo e Righeira) era stata firmata dal sottoscritto e dal sindaco".

"Ho una pessima opinione del sindaco Binatti - prosegue Capoccia - che poco prima aveva un atteggiamento amichevole e cordiale con me e in pochi minuti mi ha liquidato con un breve comunicato... Ora voglio, anzi pretendo le scuse da parte sua e di chi dentro e fuori dal Consiglio comunale mi aveva già condannato!"

Nella vicenda è stato anche detto che il funzionario coinvolto, già responsabile dell'Ufficio Cultura, è stato prosciolto, anche se con le recenti variazioni della pianta organica del Personale comunale c'è un nuovo referente.

L'atmosfera tesa, carica di emozione, ha coinvolto anche il capogruppo di Forza Italia, Antonio Vilardo, bloccato dalle lacrime, mentre stava leggendo un comunicato in cui esprimeva "profonda stima e amicizia per l'amico Giorgio, vittima di un evidente caso di 'sbatti il mostro in prima pagina'. Sono contento per te ora e non ho mai avuto alcun dubbio sulla tua innocenza" ha detto rivolgendosi a Capoccia con la voce rotta dal groppo in gola. Solidarietà che è stata ribadita anche da Lorenzo Volontè, oggi consigliere comunale di Cambiamo Trecate, lista civica molto vicina a Forza Italia e al presidente del Consiglio Andrea Crivelli.

Proprio da Crivelli, oggi anche delegato in Provincia alla Scuola in un'Amministrazione guidata allo stesso 'amico' Binatti, ecco il commento su questa vicenda: "L’occasione è particolarmente sentita, perché, finalmente, quello che era stata una consapevolezza silenziosamente covata nel mio animo, è divenuta finalmente verità giudiziaria, non più revocabile in dubbio. Sin dal primo momento avevo riposto fiducia nell’amico Giorgio Capoccia, certo anzitutto della sue specchiata onestà e della sua correttezza di amministratore civico. Doverosamente, per rispetto al lavoro degli inquirenti ed in ossequio ad una precisa richiesta dello stesso Giorgio – ad ulteriore dimostrazione del suo stile e del suo senso delle istituzioni – avevo volutamente sospeso ogni intervento in merito sino alla conclusione della vicenda. Oggi, finalmente, posso esternare tutta la mia soddisfazione per il felice esitodi quella che, per l’amico Giorgio, è stata una dura prova, affrontatacon la serenità e con la costanza propria solo di chi è certo di non avere nulla da nascondere. Da cittadino, mi sento di ringraziare la magistratura, sul cui prudente operato avevo sempre riposto fiducia, per aver serenamente e con competenza vagliato i fatti ed i documenti, senza lasciarsi minimamente influenza dal grande clamore suscitato dalla vicenda e da letture della stessa spesso imprecise e capziose, tese unicamente a creare “il caso”, anche dove il caso non c’era. Il provvedimento che chiude definitivamente la vicenda ha acclarato che le condotte assunte dall’allora vicesindaco Capoccia non hanno alcuna rilevanza penale, non essendo ravvisabile alcuna violazione di legge o di altri doveri spettanti in capo a quest’ultimo in virtù della carica ricoperta. Nel medesimo provvedimento si conviene altresì con uno dei punti chiavesostenuti dalla difesa, ossia che la scelta operata da Capoccia fosse stata unicamente dettata dalla necessità di impedire che l’Ente perdesse delle utilità non altrimenti fruibili. È stato dunque acclarato che nessun danno patrimoniale sia stato patito dall’Ente e che nessun ingiusto profitto sia stato realizzato da chicchessia. Preme poi ricordare, sempre per dovere di verità, che l’oggetto delle prestazioni aggiuntive fornite dalla concessionaria riguardasse una serie articolate di utilità, principalmente costituite – come documentato - da servizi di ristorazione (rinfreschi, ecc…) da fornire a margine di eventi organizzati dall’Ente, ove l’Ente avesse effettivamente programmato ed organizzato tali eventi. Aver voluto centrare l’attenzione su altri aspetti e su altri “scambi”, utilizzando il fin troppo comodo ossimoro tra gli aiuti ai bisognosi da un lato ed un evento di piazza dall’altro è una imprecisione, voluta da chi aveva un probabile interesse a tale narrazione dei fatti, che è stata tollerata per troppo tempo, ma che ora dovrebbe essere finalmente rimossa. Infine, va rimarcato che la realizzazione dell’evento in questione ha consentito di realizzare concreti interventi a favore dei più deboli, come dimostrato dagli oltre 3.000,00 euro raccolti e donati in beneficenza. Questi i fatti, che finalmente ora non sono più il racconto di una parte, ma sono state acclarati come validi e plausibili anche dalla magistratura e, pertanto, non più oggetto di interpretazioni o riletture".

Ora che succederà? Arriveranno le scuse di Binatti? O quelle dell'opposizione di centrosinistra che nell'autunno dello scorso anno alzarono questo 'polverone'? E Capoccia, una volta digerita questa vicenda tornerà a 'fare Politica'? Sono le domande che accompagneranno il Consiglio comunale trecatese nelle imminenti feste e scadenze di fine anno...

Gianmaria Balboni