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DALLE POLITCHE DELLA CASA ALLE POLITICHE DELL’ABITARE

Torino - Ieri mattina l’assessore alle Politiche Sociaili, della Famiglia e della Casa Augusto Ferrari, in conferenza stampa, ha approfondito gli interventi avviati e in corso di attuazione relativi al tema della casa. "Nel pensare la nuova programmazione” commenta l’Assessore Ferrari “ e nell'attuare le linee d'indirizzo di welfare abitativo così come lo abbiamo pensato siamo partiti da un assunto: ripartire non più dalla casa come mero manufatto,ma dalle politiche dell'abitare , che prendano in carico e mettano al centro l'intero nucleo familiare. In quest'ottica sono state pensate le misure di aiuto alla locazione privata , laddove siamo intervenuti con aiuti volti a tutelare quella fascia della popolazione che , pur non potendo rientrare tra i richiedenti di alloggi popolari , aveva necessità particolari; laddove abbiamo previsto un'analisi più puntuale della morosità incolpevole , tenendo conto della situazione particolare di ogni famiglia , laddove abbiamo pensato ai distretti della coesione sociale coincidenti con quelli sociali e sanitari per creare una sinergia tra ambiti qualora occorra intervenire a sostegno di famiglie che necessitano di una risposta a più bisogni".

Cinque, in particolare, i temi affrontati relativamente al welfare abitativo dunque:

 

la stabilità del sistema: si è trattato del primo e fondamentale obiettivo perseguito dalla Giunta regionale. Ha innanzitutto riguardato il sistema delle ATC piemontesi. La stabilità è stata perseguita attraverso l’accorpamento delle Agenzie Territoriali della Casa che, in Regione Piemonte, sono passate da 7 a 3, la revisione straordinaria dei loro bilanci e l’assegnazione di obiettivi di miglioramento delle performances annuali in termini di attuazione degli interventi e di incremento della capacità di incasso. Ha riguardato inoltre il processo di razionalizzazione Società partecipate dalle ATC, in particolare di quelle di ATC Piemonte Centrale che da 5 sono passate a 2. L’ottica che si continua a perseguire è quella di procedere verso un sistema di servizi svolti a livello regionale da una Società partecipata da tutte le tre ATC del Piemonte.

Piano Casa e interventi pregressi: la stabilità del sistema è stata perseguita anche attraverso la revisione della spesa relativa a programmi pregressi. Si è trattato di rivedere e mettere un punto fermo sull’attuazione sia degli interventi finanziati con le risorse degli accordi di programma attuativi delle Bassanini, sia degli interventi finanziati con il Programma casa: 10.000 alloggi entro il 2012. Quest’ultimo programma era interrotto a seguito dei tagli dei trasferimenti di risorse dallo Stato alla Regione avvenuta nel 2010. L’Assessorato alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa è dovuto quindi intervenire nello studio di quali fossero i cantieri che, benché programmati, non avevano preso avvio realmente, dei cantieri ancora in corso e dei cantiere con lavori conclusi per i quali mancavano le consuntivazioni finali, al fine di pianificare le risorse necessarie per completarli e recuperare eventuali economie. L’analisi ha riguardato oltre 600 interventi, con recupero di circa 15 milioni di euro che possono ora essere messi a disposizione di nuovi interventi.

L’Assessore ha quindi illustrato i principi e le linee di intervento previste dalla programmazione di prossima attivazione sottolineato due punti in particolare: la rilettura del territorio regionale per una classificazione dei comuni rispetto al disagio abitativo e l’importanza delle misure a sostegno diretto delle famiglie in difficoltà abitativa.

La prima riguarda i Distretti della Coesione Sociale: al fine di incentivare una maggiore efficienza nella distribuzione delle risorse alle famiglie in condizione di disagio l’Assessorato alle Politiche Sociali della Famiglia e della Casa ha avviato uno studio relativo alla percentuale di disagio abitativo nei vari comuni della Regione Piemonte: i comuni interessati dal disagio abitativo sono 58 ad alto rischio abitativo, 52 a medio rischio, 1.091 basso rischio. Lo studio precedente, fermo al 2003, non era più rispondente all’attuale e mutato contesto socio-economico. Il territorio regionale con la nuova programmazione viene anche articolato per distretti. Sono stati previsti 30 distretti del welfare abitativo: 4 distretti in provincia di Alessandria;1 in provincia di Asti; 1 in provincia di Biella; 5 in provincia di Cuneo; 3 in provincia di Novara; 14 in provincia di Torino; 1 in provincia di Verbania; 1 per provincia di Vercelli. Lo scopo è quello di ridefinire, in maniera omogenea, gli ambiti di programmazione dell’edilizia sociale, conformemente agli ambiti sociali e sanitari, in un’ottica di integrazione delle politiche.

Le misure a sostegno della locazione, pubblica e privata, per le famiglie fragili in affitto sono:

le ASLO, finanziamento delle Agenzie sociali per la locazione, destinato a famiglie in difficoltà e aventi un Isee pari o inferiore a 26.000,00 eurole quali possono rivolgersi al comune per stipulare un contratto di locazione con un soggetto privato a canone calmierato. Le Agenzie sociali sono, dal 2013 ad oggi, più che raddoppiate: ne contiamo 35. Le attività svolte e i fondi a loro destinate hanno permesso di aiutare oltre 1.300 famiglie dal 2014 al 2017, per oltre un terzo si tratta di giovani. Con i prossimi bandi l’obiettivo che si intende raggiungere è arrivare a 500 famiglie l’anno con accesso garantito non solo più alle famiglie residenti nel Comune in cui ha sede l’ASLO ma a tutti i residenti in Piemonte. Le risorse stanziate ammontano a 2 milioni/anno.

Il FIMI, il finanziamento per Morosità Incolpevole, destinato agli inquilini - morosi incolpevoli- che abbiano stipulato un contratto di affitto con un soggetto privato ma che, per problemi di natura non dipendenti dalla loro volontà, come per esempio la perdita del lavoro, sono destinatari di uno sfratto esecutivo. Questo fondo ha lo scopo di evitare la perdita della casa sanando la morosità pregressa, previo accordo con il proprietario dell’immobile, e concedendo contributi per il pagamenti dei canoni futuri, così da dare stabilità alla famiglia. Le risorse stanziate nel 2018 per il FIMI sono oltre 5 milioni di euro.

I comuni attualmente aderenti al FIMI sono: Acquiterme, Alessandria, Casale Monferrato, Noviligure, Asti, Biella, Cossato, Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Mondovì, Racconigi, Saluzzo, Savigliano, Borgomanero, Novara, Trecate, Alpignano, Beinasco, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Giaveno, Grugliasco, Ivrea, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pinerolo, Piossasco, Rivalta, Rivoli, San Mauro Torinese, Settimo, Torino, Venaria, Volpiano, Domodossola, Omegna, Verbania.

Il Fondo Sociale, terza misura, è rivolto agli assegnatari di case popolari, riconosciuti come morosi incolpevoli e in possesso di un ISEE non superiore a 6.235,43. Il Fondo copre parte degli affitti e delle spese delle utenze non pagati dagli inquilini. L’impegno della Regione è quello di assicurare la copertura del 60 per cento dei mancati incassi da canone, come previsto dalla vigente legge regionale sulle case popolari. I Fondi stanziati 2018 e 2019 superano gli 11 milioni di euro.

Un altro importante lavoro è stato fatto in tema di barriere architettoniche: nel 1989 una legge dello Stato, la n. 13, aveva istituito un apposito Fondo per le barriere destinato agli alloggi ed edifici privati. Il fondo era stato alimentato costantemente con risorse statali per i primi tre anni, poi gradualmente gli stanziamenti erano stati ridotti fino al loro totale azzeramento nel 2004.

La Regione, a partire dal 2005, ha supplito con risorse del proprio bilancio all’assenza dei fondi statali. Le risorse reperite non erano state comunque sufficienti a coprire il fabbisogno che si era sempre rivelato consistente e costante nel tempo. Le difficoltà nel frattempo emerse anche a livello di bilancio regionale avevano portato alla scelta nel 2012 di sospendere l’aggregazione a livello regionale del fabbisogno rilevato dai Comuni.

La Regione intendeva infatti non alimentare aspettative che in assenza delle risorse statali non potevano essere soddisfatte.

Da qui è partito, in coordinamento con le altre Regioni italiane, un importante tavolo di confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato dall’allora Ministro Graziano Del Rio, per il reperimento delle risorse necessarie ad attuare la legge statale e per le necessarie modifiche legislative dirette ad attualizzare il dettato normativo. Il frutto di tale lavoro, portato avanti congiuntamente dal Ministero e dalle Regioni, è rappresentato dallo stanziamento nell’ultima legge di bilancio statale di 180 milioni di euro per risolvere il fabbisogno pregresso. Il decreto di riparto è stato firmato dai competenti Ministri delle Infrastrutture, delle Politiche sociali e dell’Economia e registrato dalla Corte dei Conti. Al Piemonte vengono assegnati complessivamente oltre 25 milioni di euro nel periodo 2017-2020.

Le prime due annualità (2017 e 2018) ammontano a oltre 11 milioni di euro.

Parallelamente, la Regione, appena superati i momenti più critici di finanza regionale, ha posto tra gli obiettivi primari della politica di welfare abitativo quello dello stanziamento di 4 milioni di euro di cofinanziamento del Fondo. A fine dicembre 2017 sono stati ripartiti i fondi stanziati sull’esercizio 2017 pari a 1,8 milioni di euro in favore di 131 Comuni.

I fondi previsti per l’esercizio 2018, pari a circa 2,2 milioni saranno ripartiti congiuntamente alle risorse statali. A inizio maggio è stata inviata ai comuni la richiesta per la raccolta del fabbisogno comunale 2012-2017.

Acquisite le indicazioni comunali la Regione provvederà a ridefinire il fabbisogno complessivo regionale aggiornato e a ripartire entro il corrente anno le risorse disponibili tra i comuni. In totale si tratta di 13,6 milioni di euro,. Sulla base dei dati disponibili si stima che saranno circa 2.700 le famiglie che potranno beneficiare dei contributi nel 2018.

Oggi possiamo dire che sarà possibile, per la Regione Piemonte, azzerare la graduatoria degli invalidi totali fino al 2017.