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Direttiva Manifestazioni Pubbliche: ANCI chiede confronto con Governo

Dal Piemonte l'appello di Avetta, per risolvere i nodi dei costi e delle responsabilità

Torino - “Apprezzo il lavoro del Ministero. Ben vengano semplificazione delle procedure e approccio più flessibile. Restano tuttavia due temi da chiarire meglio: costi e responsabilità che gravano sui sindaci. Sono convinto che il confronto con Anci e con le altre associazioni degli enti locali potrebbe essere di grande aiuto per trovare punti di equilibrio”. Il presidente di ANCI Piemonte, Alberto Avetta, commenta così la pubblicazione della Direttiva del Ministero dell'Interno in materia di sicurezza e organizzazione delle manifestazioni pubbliche, avvenuta nei giorni scorsi. ANCI Piemonte chiedeva da tempo un intervento normativo urgente: gli impegni relativi alla sicurezza, con l’aggravio di costi e responsabilità a carico dei sindaci, mettevano infatti a rischio la realizzazione di eventi e manifestazioni pubbliche, soprattutto nei comuni più piccoli. “La Direttiva – spiega il presidente di ANCI Piemonte - è molto articolata, rivisita e chiarisce le precedenti linee di indirizzo (Gabrielli – Morcone), parla esplicitamente di “approccio flessibile” alla gestione del rischio ma conferma la necessità di piani, procedure e personale qualificato, che purtroppo si traducono in costi organizzativi”.

Nella direttiva resta centrale il ruolo del sindaco, alla cui responsabilità è affidato il compito di rilasciare l’eventuale provvedimento autorizzativo con le misure di sicurezza da adottarsi o, qualora rilevi profili disecurity o safety o altre particolari criticità, di informare la Prefettura la quale, a sua volta, valuterà se rimettere la questione al comitato per l’ordine pubblico.

“In altre parole – prosegue Avetta - il modello più flessibile comporterà maggiori responsabilità per i sindaci che, in modo particolare nei piccoli comuni, non possono avvalersi di strutture tecniche adeguate e qualificate in materia di sicurezza. Del pari i costi organizzativi, che continueranno a gravare sui comuni e sulle associazioni di volontariato. Per queste ragioni – conclude Avetta - esprimiamo l’auspicio che il confronto con Anci e con le altre associazioni possa ulteriormente definire i confini della responsabilità dei sindaci e dei costi organizzativi".