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Rossi (Pd) su lotta all'usura e liste d'attesa nella sanità

Torino - Contributi a fondo perduto e interventi di finanziamento agevolato come misure di contrasto per il sovraindebitamento. Lo prevede un emendamento approvato in Commissione Bilancio a Palazzo Lascaris, presentato dai Consiglieri del Partito Democratico Domenico Rossi e Nadia Conticelli. Prosegue cosí l’impegno di Regione Piemonte contro usura e sovraindebitamento cominciato con l’approvazione, lo scorso giugno, di una norma regionale che allarga il ruolo della Regione ai fenomeni di estorsione  e sovraindebitamento; non solo più quindi alle vittime di usura. “Oggi in Prima Commissione abbiamo approvato un emendamento che permette alla Regione di sostenere i sovraindebitati che scelgono di avviare un percorso con un Organismo di Composizione delle Crisi” spiegano i consiglieri Rossi e Conticelli. “La Regione - proseguono - potrà stipulare intese con i Tribunali e gli Organismi di conciliazione al fine di sostenere i percorsi di esdebitazione attraverso contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati. Siamo partiti in primo anno con un fondo di 300mila euro, che naturalmente potrá essere implementato se la legge inizierà a produrre effetti positivi. La Regione agisce come coordinamento e promozione degli organismi di conciliazione, che devono essere il piú possibile diffusi sul territorio piemontese, e direttamente con un sostegno ai piani di rientro validati dal Tribunale. Affrontare con percorsi concreti il sovraindebitamento - concludono Rossi e Conticelli - è la sfida del futuro, se si considera che a livello nazionale si stimano almeno due milioni di sovraindebitati. La Regione conferma il proprio ruolo di soggetto attivo di prevenzione e contrasto e non solo di erogatore di contributi. L’ente si affianca, a fronte di una situazione divenuta insopportabile, al lavoro di quelle fondazioni e associazioni che da anni provano a farsi carico di questo fenomeno”. 

Raggiunto l’importante obiettivo di acquisire nuovamente l’autonomia di scelta per le politiche sanitarie con l’uscita del piano di rientro nel 2017, prosegue il lavoro in Regione Piemonte per il potenziamento del servizio sanitario con un decisivo intervento per la riduzione delle liste d’attesa presentato oggi dall’Assessore Antonio Saitta e dal presidente Saitta. “Dopo l’investimento di circa 1,5 miliardi per la realizzazione di opere di edilizia ospedaliera, tra cui la Città della salute e della scienza di Novara, che oltre a rinnovare buona parte degli ospedali piemontesi rappresenta anche un importante volano economico per il territorio, un altro grande  passo su uno dei temi più sensibili per i cittadini” commenta il consigliere regionale Domenico Rossi che evidenzia come “tali risorse siano disponibili grazie al lavoro svolto in questi anni: una puntuale verifica della spesa e la riorganizzazione del sistema hanno prodotto importanti economie che oggi possiamo investire garantendo 385 mila prestazioni supplementari fra esami e visite specialistiche entro il 2019”.  Uno stanziamento di 10 milioni di euro che consentirà di garantire maggiore attività attraverso  l’estensione degli orari di apertura di strutture e ambulatori, l’aumento del personale e prestazioni aggiuntive. Altri 4 milioni saranno messi a disposizione con una delibera che la giunta adotterà nei prossimi giorni per consentire investimenti su strumentazione e tecnologia. “Come Presidente della Commissione Sanità - spiega Rossi - seguo da tempo questa specifica problematica e ho avuto modo di confrontarmi con diverse realtà del territorio con l’obiettivo di essere consapevole dei bisogni sanitari presenti in regione. Ritengo che il provvedimento adottato oggi, insieme al CUP unico che partirà entro fine ottobre, pconsentirà al sistema sanitario regionale di fare un deciso passo in avanti verso le esigenze dei cittadini”. La delibera approvata prevede uno stanziamento di oltre 700 mila euro per il Novarese, risorse che saranno investite per smaltire le attuali liste d’attesa grazie a prestazioni dedicate ai pazienti in attesa da oltre i 60 giorni. “Un elemento qualificante nel progetto presentato da Asl Novara e Ospedale Maggiore di Novara - precisa Rossi - per dare da subito un segnale ai pazienti: in particolare quelli in attesa di ecografie, TAC, visite dermatologiche ed endocrinologiche oltre che di prestazioni di gastroenterologia, che risultano essere gli ambiti di maggiore criticità individuati dai direttori generali”.