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Di cerca in Regione di riorganizzare i "punti nascita" piemontesi

Domodossola - Come è stato annunciato nel corso dell’incontro tenuto la sera di mercoledì 10 ottobre a Domodossola fra i sindaci ossolani e i consiglieri regionali del Verbano Cusio Ossola (Cattaneo PDL, Reschigna PD, Marinello e De Magistris Lega Nord) al fine di analizzare le criticità del servizio socio sanitario nell’ambito dell’Asl del Vco, è stato depositato la mattina di giovedì 11 ottobre un ordine del giorno, primo firmatario il vice presidente del gruppo regionale Lega Nord Michele Marinello, nel quale si chiede alla Giunta regionale di elaborare un piano regionale di riorganizzazione e razionalizzazione dei punti nascita piemontesi. 

“Credo che di fronte alla situazione che stiamo vivendo e ai continui tagli imposti da Roma – ha affermato Marinello – sia doveroso cercare di mettere in atto tutte le azioni possibili per una riorganizzazione complessiva del servizio socio-sanitario che scongiuri non la penalizzazione di un singolo reparto, ma la stessa sopravvivenza del sistema piemontese. Sulla questione dei punti nascita vi è, poi, l’aspetto relativo alla sicurezza che impone, oggi più che mai, una rivisitazione complessiva delle aree materno-infantili piemontesi: le ragioni alla base della decisione di chiudere il punto nascite di Domodossola così come concepito fino ad oggi, sono di varia natura e sono state ampiamente illustrate (meno di 500 parti/anno in area montana). Crediamo che i ragionamenti che valgono per Domodossola debbano essere estesi a tutte le realtà simili per evitare che un territorio si senta più penalizzato di altri”. 

L’ordine del giorno va nella direzione delle linee che stanno maturando in seno all’Assessorato Regionale alla Sanità - ha commentato Roberto De Magistris - impegnato nella fase cruciale dell’organizzazione delle reti di ospedali previste dalla Riforma recentemente approvata. Vogliamo dare forza e stimolare un’azione che, se effettuata, garantirebbe lo stesso trattamento a tutti quei nosocomi che si ritrovano con punti nascita al di sotto degli standard minimi previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. 

E’ chiaro – hanno concluso Marinello e De Magistris - che la chiusura di un punto nascite deve essere accompagnata dall’individuazione puntuale di protocolli per gestire le emergenze e di una serie di servizi che garantiscano la necessaria assistenza alle partorienti (trasporto dedicato, assistenza personalizzata, ecc.). In quest’ottica riteniamo che possa essere la Regione a fornire indicazioni affinché in tutte le realtà interessate venga proposto un identico servizio alternativo che debba garantire in primis la sicurezza”.