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Con i giovani, un impegno per UNA vita “AMATA”

Novara - Amare e difendere la vita, anche quando è “difficile”. E’ il compito affidato agli studenti intervenuti venerdì 25 febbraio, al Liceo Scientifico S.Lorenzo di Novara, all’incontro “Voglio una vita... amata!” – proposto da La Nuova Regaldi e dalla Commissione di pastorale giovanile del vicariato di Novara nell’ambito del ciclo di incontri “Tra timori e speranze. Giovani in dialogo sul futuro”. Un compito svolto in prima linea dai relatori, Maria Rosa Bordino del Centro Aiuto per la Vita, Flavio Bobbio del CUAMM-Centro Medici per l’Africa e Benedetta Sereno Clerici dell’associazione Noi come Voi. Protagonisti di un volontariato che si fa carico di situazioni critiche, in cui la vita rischia di essere negata e rifiutata: quella dell’embrione nelle prime settimane di una gravidanza indesiderata, quella del ! malato abbandonato a sé stesso, quella del malato psichico sgregato nel suo mondo incomprensibile ai “normali”. Un impegno che si spende nel farsi prossimi alla donna in difficoltà – ha spiegato Maria Rosa Bordino – offrendole l’ascolto e l’assistenza concreta che le consentano di scegliere di accogliere quel “guaio”, quel figlio non programmato, trasformandolo in promessa e speranza nonostante i problemi economici e le incognite di un futuro incerto. Perché “solo chi sa accogliere la vita, sa guardare al futuro e salvarsi”. Salvarsi. E’ la richiesta che il malato rivolge al medico, chiamato a ricostruire con lui la speranza di guarire e continuare a vivere, superando la drammatica interruzione alle normali attività creata dalla malattia. Un’autentica sfida in Africa – dove Flavio Bobbio ha operato per quattro anni come medico missionario –, causa l’asse! nza cronica di un accesso equo della popolazione ai servizi sanitari. Un disagio che invoca la solidarietà di tutte la nazioni civilizzate, a partire dall’Italia, perché “siamo tutti responsabili di tutti” come scrive Giovanni Paolo II nella “Sollicitudo Rei Socialis”. Ma l’aiuto alla vita “difficile” si può vivere anche nell’ambito famigliare, come testimonia l’esperienza di Benedetta Sereno Clerici, mamma di una ragazza disabile, che ha trasformato il suo “problema” in un progetto di solidarietà tra famiglie del territorio novarese, unite nell’accogliere e valorizzare persone con difficoltà psichiche o fisiche. Un’impegno condiviso con numerosi giovani volontari, per i quali l’attività nel centro Noi come voi rappresenta anche un’importante risorsa educativa. Perché grazie al rapporto con i disabili molti ragazzi – anch! e i più problematici – hanno imparato a ridare un significato nuovo alla loro stessa vita. ”Ben venga quindi la fragilità, se ci fa riflettere sulla bellezza della vita, ci insegna sorridere, ad accettare gli altri e noi stessi per quello che siamo e possiamo dare”.