Share |

I LAUREATI DELL’“AVOGADRO” RESISTONO ALLA CRISI

Novara - Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato lo scorso 7 marzo, presso la sede della CRUI a Roma, il XIII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani; il Rapporto del 2011 ha coinvolto a livello nazionale 400.000 laureati provenienti da 49 atenei aderenti al consorzio da almeno un anno.
I dati confermano un quadro occupazionale complessivamente in difficoltà, seppure con un’intensità minore rispetto a quella dell’anno passato. Persiste dunque la crisi, in un contesto in cui i segnali di ripresa dell’economia a livello mondiale vedono l’Italia con tassi di crescita non ancora soddisfacenti.
Per quanto riguarda l’Università del Piemonte Orientale l’indagine ha coinvolto complessivamente quasi 2.000 laureati: 1.039 laureati triennali e 234 laureati magistrali usciti dall’Ateneo nel 2009 e intervistati dopo un anno; 218 laureati magistrali del 2007 intervistati dopo tre anni; 172 laureati pre-riforma del 2005, intervistati dopo cinque anni.
L’Ateneo tripolare si conferma una felice eccezione nel panorama nazionale: anche quest’anno, infatti, i dati riguardanti l’“Avogadro” sono leggermente migliori rispetto alla media italiana. Per quanto riguarda i laureati di primo livello risulta occupato il 63%, contro una media nazionale del 46%. Sono positivi anche i dati che riguardano il lavoro stabile (45% rispetto al 39% nazionale), e la retribuzione media mensile (1.147 Euro contro 982 Euro); appena inferiore alla media nazionale è anche la percentuale di lavoratori atipici (42% contro la media del 43%).
Sono incoraggianti anche i dati relativi ai laureati magistrali: a un anno dal conseguimento della laurea risulta occupato il 61%, contro il 56% della media nazionale. Sono migliori rispetto alla media anche i dati relativi a chi prosegue gli studi (24% contro il 16%), a chi cerca lavoro (15% contro il 28,5%) e la retribuzione media (1.182 Euro contro 1.078 Euro).
Per la prima volta sono stati intervistati i laureati magistrali a tre anni dal titolo: dei 218 coinvolti nell’indagine, il 73,5% è occupato, poco meno del complesso dei laureati specialistici a tre anni (75%); il 12% risulta ancora impegnato nella formazione, mentre chi cerca lavoro è il 15%; le retribuzioni sono invece leggermente inferiori alla media nazionale (1.272 Euro mensili netti contro i 1.313 Euro).
L’ultimo ramo dell’indagine ha coinvolto 172 laureati pre-riforma del 2005. Intervistati cinque anni dopo il conseguimento della laurea, essi raggiungono un tasso di occupazione dell’83% (superiore all’80% della media nazionale), con un guadagno mensile netto di 1.479 Euro (contro i 1.321 Euro di media italiana).
«Le forti incertezze sulle prospettive di occupazione che emergono dal rapporto nella sua totalità – ha commentato il professor Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea – devono essere lette come un motivo in più per non sottovalutare la questione giovanile o tardare ad affrontarla. In questo contesto la laurea rimane comunque un investimento, che garantisce nell’arco della vita più occupazione e guadagni migliori. Un investimento necessario per scommettere sullo sviluppo del Paese».
È positiva la reazione del professor Paolo Garbarino, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale: «I dati di Almalaurea ci gratificano; questo significa che gli sforzi compiuti da tutto il personale docente e tecnico-amministrativo danno i loro frutti, permettendo ai nostri studenti di essere competitivi anche in un mercato in profonda crisi».
Tutti i dati in dettaglio sul XIII Rapporto AlmaLaurea sono consultabili al sito Web del Consorzio: www.almalaurea.it