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GARANTITO L’IMPEGNO DI TUTTE LE ISTITUZIONI PER SOSTENERE L’UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE

Vercelli - Si è svolta la mattina di lunedì 4 aprile al Teatro Civico di Vercelli, gremito di autorità, docenti, studenti e tanti cittadini, la conferenza di Ateneo “Il futuro dell’Università del Piemonte Orientale”. Una serie di considerazioni, legate alla recente riforma del sistema universitario e alla congiuntura politico-economica, hanno convinto a sostituire la tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico con questo confronto, dedicato a riflettere e a dibattere sull’avvenire dell’Ateneo, insieme ai massimi rappresentanti del territorio in cui esso è insediato.
La tesi della conferenza è stata presentata dal rettore dell’Università, professor Paolo Garbarino. Dopo aver richiamato i nodi cruciali che l’Ateneo “Avogadro” si trova ad affrontare nel presente – l’applicazione della riforma Gelmini, la diminuzione dei trasferimenti finanziari dello Stato alle università, la volontà ministeriale di diminuire corsi di laurea e sedi formative – il Rettore ha dichiarato che il confronto costante, il dialogo, la collaborazione con il territorio nelle sue varie espressioni hanno consentito un radicamento importante dell’Università.
Sono tuttavia emersi problemi e criticità ancora oggi persistenti. Essi devono essere affrontati con un cambiamento nella stessa mentalità con cui l’Ateneo e la sua attività vengono percepiti oggi. Il policentrismo è un punto di forza, non una debolezza.
Complessivamente i tre Comuni e le tre Province non possono più porsi in maniera separata e divisa di fronte all’Ateneo. È necessario un confronto comune e un lavoro concordato. Una possibile soluzione potrebbe essere la costituzione di una Fondazione alla quale siano chiamati a partecipare gli enti locali, la Regione, le Fondazioni bancarie. In quella sede potranno essere discussi piani d’intervento e progetti di rafforzamento; si potrà soprattutto avere una visione generale delle questioni, affrancandosi da pur comprensibili visuali troppo localistiche.
Con le restrizioni oggi esistenti di tipo normativo e finanziario, questi obiettivi possono essere raggiunti solo in presenza di concreti sostegni esterni. In caso contrario l’Ateneo sarà costretto a ridimensionare l’offerta formativa intervenendo là dove è minore la capacità di attrarre un numero adeguato di studenti.
Il dibattito è stato aperto dal sindaco di Alessandria, professor Pier Carlo Fabbio, che ha affermato l’immediata disponibilità della Città a firmare un nuovo accordo di programma, che consentirà lo stanziamento di 750 mila Euro all’anno per dieci anni a favore del sistema universitario. Ha rimarcato che il futuro dell’Università potrà essere solido solo se s’interverrà con economie di scala volte a coinvolgere attivamente tutti gli enti territoriali interessati e ha auspicato l’urgente programmazione di una conferenza delle istituzioni.
Il vice-sindaco di Novara, professoressa Silvana Moscatelli, forte della triplicazione degli studenti novaresi e delle molteplici iniziative sostenute dalla Città, ha sostenuto che non occorrono sovrastrutture che potrebbero ulteriormente complicare le relazioni tra i vari enti, ma strutture e procedure snelle ed efficaci. Per la sua felice posizione geo-strategica, Novara è certamente un polo di notevole attrazione di studenti e di risorse; intende dunque portare avanti la sua politica di consolidamento e crescita della presenza universitaria con i necessari approfondimenti o ripensamenti.
Anche il sindaco di Vercelli, avvocato Andrea Corsaro, ricordando l’antica istituzione medievale dello Studium vercellese, ha considerato il tripolarismo come una forte occasione di crescita di sistema. Ha suggerito alcune proposte, come una rete di trasporti più efficaci tra i tre centri universitari (per esempio, una sorta di linea di metropolitana leggera dedicata soprattutto agli studenti) e ha ribadito la netta intenzione della Città a sostenere l’Università anche nelle scelte dell’edilizia, della residenzialità e del diritto allo studio.
I tre presidenti delle Province hanno pienamente condiviso i pareri dei primi cittadini. La vice-presidente della provincia di Alessandria, dottoressa Maria Rita Rossa, ha sottolineato il ruolo-chiave che a suo tempo la provincia alessandrina svolse nella istituzione dell’Ateneo Avogadro: un cambio di passo senza precedenti, una nuova pagina rispetto al dilagante torinocentrismo. Ha chiesto dunque al Rettorato e alla Regione di rendersi garanti affinché la tripolarità non venga messa in discussione e la razionalizzazione reclamata dal Ministero non inizi proprio dal Piemonte orientale.
Il presidente della provincia di Novara, ingegner Diego Sozzani, ha preso atto che le velocità dei territori possono essere diverse; l’idea di istituire una fondazione come sede per un equo confronto è decisamente auspicabile. Il nuovo Consiglio di Amministrazione universitario dovrebbe poi tenere conto dei tanti processi economici e industriali in corso, riuscendo quindi a operare una concreta sintesi tra società, università e impresa.
Sulla stessa linea il commissario straordinario della provincia di Vercelli, dottor Leonardo Cerenzia, che ha ricordato quanto l’ente da lui rappresentato abbia sempre sostenuto l’Università; non ci saranno problemi se il Rettorato avrà bisogno di una sede adeguata per abbattere i costi vivi degli affitti e, in tal senso, ha esortato l’Università a rendersi virtuosa nell’affrontare i tagli – che ogni settore sta sopportando – attraverso la eliminazione degli sprechi e attivandosi per combattere gli eccessivi localismi.
Le conclusioni sono state affidate alla Regione Piemonte. Hanno parlato l’assessore alla ricerca e all’innovazione, avvocato Massimo Giordano, e l’assessore all’Università, dottoressa Elena Maccanti. Il primo, fautore dell’Ateneo “Avogadro” fin da quando era sindaco di Novara, ha garantito che da parte della Regione il sostegno all’Università non mancherà mai. Le tematiche della competitività sono al centro dell’interesse e dell’impegno della Regione, che prevede per i prossimi tre anni piani strategici per un miliardo di Euro, nei quali l’Università sarà certamente principale protagonista.
Questo ruolo strategico è stato ribadito dall’assessore Maccanti, che ha enumerato le linee entro le quali la Regione intende muoversi, anche e soprattutto per il Piemonte Orientale: la rideterminazione del numero degli studenti dei corsi di laurea della facoltà di Medicina e Chirurgia, la valorizzazione degli interventi a favore del diritto allo studio, l’edilizia (con particolare attenzione alla riqualificazione energetica degli edifici), l’internazionalizzazione e, probabilmente, una nuova legge regionale per l’università.
Non ha mancato, l’assessore Maccanti, di ricordare quanto l’Ateneo “Avogadro” sia università ben posizionata, con alcuni primati molto significativi, ottime performance degli studenti, quasi subito immessi nel mercato del lavoro, e dei docenti, la cui ricerca è sempre assai apprezzata e premiata. Un curriculum che non può rimanere inerte di fronte a tentativi di razionalizzazione o a nuovi tagli finanziari.