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Asystel, Malagurski si presenta: "Sono qui per vincere, voglio regalare lo scudetto a Novara!"

Novara - Nata a Subotica nel giugno 1990, Sanja Malagurski è universalmente considerata un vero e proprio “enfant prodige” della pallavolo mondiale. A soli 16 anni, infatti, lascia la Serbia per vestire la maglia del Hit Nova Gorica in Slovenia, squadra con cui esordisce in Europa giocando per due anni consecutivi la Coppa Cev. Sanja si mette in mostra al punto da ricevere, nell’estate 2008, la chiamata del Ct serbo Terzic per prender parte alle Olimpiadi di Pechino, esordendo così in una competizione ufficiale con la maglia della nazionale maggiore (stessa sorte tocca all’altra asystella Stefana Veljkovic, sua coetanea). L’anno successivo firma per il Metal Galati, squadra del tecnico Terzic, in cui milita anche Katarina Barun. Con la maglia del Galati disputa la Champions League e in estate si trasferisce alla Stella Rossa di Belgrado dove ritrova la compagna e amica Stefana Veljkovic e l’altra ormai ex asystella Ivana Nesovic. Contribuisce, nonostante un infortunio a vincere dopo oltre dieci anni l’accoppiata Scudetto – Coppa nazionale e a raggiungere la final four di Coppa Cev. Nell’ultima stagione è stata protagonista, con la maglia della Stella Rossa, della nuova doppietta in patria e della semfinale di Coppa Cev raggiunta dopo aver partecipato anche alla prima fase della Champions League. “Per me può garantire Stefana – scherza Sanja – è la mia migliore amica e mi conosce molto bene. In Italia l’Asystel è una squadra di primo livello, ma per noi in Serbia si tratta di un club a dir poco speciale perché in passato, anche recente, ha accolto alcune delle nostre atlete più importanti e tutte si sono trovate benissimo nel club e nella città. E poi, a costo di sembrare spaccona, se sono venuta a Novara c’è un motivo ben preciso: sono andata al Nova Gorica e ho vinto lo scudetto sloveno, al Metal Galati ho vinto quello Rumeno e alla Stella Rossa quello serbo (due anni di fila ndr). Quello italiano mi manca: ho scelto l’Asystel per vincerlo e non ho dubbi che ce la faremo perché il progetto intrapreso è di quelli vincenti”. Determinata al punto giusto, Sanja vede l’arrivo in Italia come la realizzazione di un sogno: “Fin da quando ho iniziato a giocare, il campionato italiano ha sempre avuto una certa attrattiva per me: ci giocano le migliori giocatrici al mondo, il campionato è sempre di alto livello e fino all’ultimo non si sa chi sarà il campione. Così, negli ultimi tempi, ho ricevuto molte proposte da squadre italiane e ho deciso di provare quest’avventura. Tra tutte non ho scelto a caso, ho scelto l’Asystel perché per prima ha creduto in me e perché qui ritrovo Stefana e, soprattutto, trovo un progetto entusiasmante con tante giocatrici giovani che possono crescere senza pressioni”. “Ho seguito la squadra tutto l’anno – prosegue – grazie anche alle dirette in televisione e alle notizie su internet e quello che mi ha colpito è stato lo splendido clima che si è creato all’interno ed intorno alla squadra. Le ragazze sono cresciute senza l’assillo di dover vincere ma solo assecondando la propria voglia di far bene e lavorando sodo quotidianamente. Ho trovato davvero molto bello anche l’affetto dei tifosi per la squadra, di questo mi avevano parlato anche le mie connazionali che in passato hanno giocato lì”. Un affetto che ha già “travolto” anche la stessa Sanja, la cui bacheca su facebook è stata letteralmente inondata dai messaggi di benvenuto dei suoi nuovi tifosi: “E’ stato incredibile, non mi aspettavo così tanto affetto e, sinceramente, non mi aspettavo nemmeno che i tifosi potessero accogliere con tanto entusiasmo il mio arrivo. Ovviamente, tutto questo mi fa piacere e non vedo l’ora di ripagare tanto affetto sul campo. Ai tifosi dico che sono qui per vincere, per loro e con loro”. iPod in tasca, cuffie alle orecchie e lunghe passeggiate, così si rilassa Sanja nel tempo libero: “Con un po’ di buona musica, il mio umore diventa sempre ottimo. Ascolto musica praticamente sempre, qualsiasi cosa faccia. Quando non sono impegnata con il volley, il che tra club e nazionale accade molto raramente – scherza – mi piace staccare, dimenticarmi della pallavolo per qualche ora o per qualche giorno e dedicarmi quindi agli amici e a qualche buon libro”.