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ARONA, RICORDATO IL GEN. ANTONIO EDOARDO CHINOTTO

MEDAGLIA D’ORO ARONESE DELLA GRANDE GUERRA

Arona - Il 25 agosto 1916 decedeva presso l'ospedale militare di Udine il Generale di Corpo d'Armata Antonio Edoardo Chinotto che lì si trovava dopo avere preso parte alla sesta battaglia dell'Isonzo. Sabato 26 agosto la federazione provinciale novarese dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra ha ricordato la Medaglia d’Oro aronese con una breve cerimonia presso il Monumento ai Caduti di Arona, al quale è proprio apposta una targa recante la scritta “S.E. Ten. Generale Chinotto Antonio Medaglia d’Oro  25-8-1916”.

All’iniziativa hanno partecipato anche l’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Novara con il suo vessillo scortato dai Consiglieri Alpini Massimo Stilo e Gino Mantovani, nonché l’Associazione Nazionale Ragazzi del ’99 – Sezione Provinciale di Novara (rappresentata dall’ alfiere Biagio Fallico).

La vicenda di Chinotto scalfisce la vulgata che vorrebbe tutti i generali italiani durante la Grande Guerra solo marginalmente coinvolti negli eventi bellici del fronte perché più impegnati nella strategia militare “a distanza”. Classe 1858, dopo la frequentazione dell’Accademia Militare di Torino e della Scuola di Guerra (con anche un viaggio in Belgio per lo studio dei sistemi di fortificazione), nel 1915 con il grado di Maggiore Generale assume il comando della neocostituita Brigata di Fanteria “Piacenza”, di stanza nella città emiliana. All’entrata dell’Italia nella Grande Guerra prese parte a numerosi combattimenti sul fronte del Carso, rimanendo ferito tre volte e meritandosi la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Si distinse ulteriormente nel settore di Plava (con la riconquista di posizioni precedentemente perdute), nel settore di Monfalcone e nella sesta battaglia dell’Isonzo. Non più in idonee condizioni di salute, venne trasportato all’ospedale militare di Udine, dove spirò il 25 agosto 1916.

Un ricordo agiografico dell’epoca riporta il suo ultimo scritto prima della morte:
“Ho dato alla Patria tutto me stesso e sono soddisfatto di bene avere impiegato la mia esistenza. Muoio benedicendo alla Patria diletta, al simbolo più puro della Nazione, il Re, a Casa Savoia, al focolare domestico ove godetti tanti anni di felicità con i miei cari. Ho in questi ultimi istanti vissuto di gloria per la dilettissima Italia ch’io vaticino completamente affrancata da influenze straniere e alla quale auspico la più fulgida gloria”.

Il Generale Chinotto fu promosso prima di morire al grado di Generale di Corpo d’Armata e successivamente al suo decesso gli venne assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione:

«Sul Carso, comandante di brigata, ferito due volte il 25 luglio 1915 e nuovamente l’8 agosto, volle rimanere alla testa delle sue truppe, che guidò alla conquista di forti trinceramenti nemici, dando continua prova di tenacia e di sprezzo del pericolo. Sul medio Isonzo, comandante di divisione, sebbene in precarie condizioni di salute, lasciò il comando solo allorché dovette farsi operare. Appena in condizioni di reggersi in piedi, chiese ed ottenne di tornare al posto di combattimento; destinato al comando del settore di Monfalcone, lo tenne fino agli ultimi giorni di sua vita; mirabile esempio a tutti del più alto spirito di sacrificio e delle più belle virtù militari. Prode condottiero, valoroso soldato, morì dopo aver consacrato alla Patria anche le estreme energie, solo deplorando di non poter più nulla dare all’Italia ed al suo Re. Altipiano Carsico, Medio Isonzo, Settore di Monfalcone, luglio 1915- agosto 1916».

La salma della MOVM Antonio Chinotto riposa oggi nel settore degli Invitti della III Armata del Sacrario militare di Redipuglia.