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Festa della Repubblica a Borgomanero: il discorso del Sindaco

Borgomanero - Comune di Borgomanero e Fondazione Marazza hanno celebrato la Festa della Repubblica con una cerimonia che si è tenuta mercoledì  2 giugno, alle 10, nel Salone d'onore di Villa Marazza. La manifestazione è stata introdotta dal Presidente della Fondazione Marazza Giovanni Tinivella. I saluti dell’Amministrazione Comunale sono stati portati dal Vice Sindaco Ignazio Stefano Zanetta, in quanto il Sindaco Sergio Bossi era assente per motivi di salute, che ha letto le parole del Primo Cittadino indirizzate alla popolazione e ai giovani. Lo storico Gianni Cerutti ha poi illustrato il senso della celebrazione: è stata  poi donata una copia della Costituzione ai neodiciottenni. A ritirarla simbolicamente per tutti i loro coetanei, che non erano presenti per i  motivi legati alla pandemia, è stata una loro rappresentanza: la prima nata e il primo nato del 2003 (Sara Popa e Lorenzo Cerri) e gli studenti designati dalle scuole cittadine. Per l’Enaip: Elisa Machieraldo, Fiqerete Shaqja e Diego Simonotti. Iti “L. da Vinci”: Gioele Gudetti e Luana Trudu. Liceo Don Bosco: Marta Mora. Liceo Galilei: Marica Biondino, Andrea Facchin, Leonardo Piralli, Simone Sabatino e Beatrice Valsesia. Gli altri potranno ritirare la loro copia della Costituzione al Servizio Attività culturali a partire dal 14 giugno. Erano presenti gli Assessori Franco Cerutti e Francesco Valsesia. I consiglieri Massimo Zanetta, Manuel Cerutti, Roberto Faggiano e Valentina Zanetta.

Questo il discorso del sindaco, Sergio Bossi: "Cari Concittadini, Cari Ragazzi, il 2 giugno si festeggia l’anniversario della nostra Repubblica. Questa ricorrenza, ritornata festività nel 2000, è la più importante festa civile della nostra Nazione. In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno del 1946, con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, l’Italia diventava una Repubblica. Oggi, quindi, è la festa di tutti noi italiani. Quest’anno, come in quello appena trascorso, a causa della pandemia che sta funestando il mondo intero, abbiamo dovuto rinunciare ancora, con sincero rammarico, ad una consuetudine che rappresenta uno dei momenti più belli di questa festa: la consegna della Costituzione ai neo diciottenni e limitare l’atto ad una rappresentanza. Non potendo avere la gioia di averli con noi, abbiamo voluto consegnare oggi a 15 giovani, che quest’anno raggiungono la maggiore età, una copia della nostra Carta Costituzionale. Il prezioso documento che contiene i principi su cui si fonda il nostro sistema democratico. A tutti i diciottenni vanno i nostri auguri e su loro riponiamo la nostra speranza per una società sempre attenta alla buona politica, più partecipata e più solidale. Come in ogni momento difficile l’umanità, i popoli, le comunità ed i singoli individui hanno trovato la forza ed il coraggio per ricominciare ed ogni volta questo riprendere il camminino rappresenta un vero e proprio cambiamento che segnerà profondamente la nostra storia individuale e collettiva, la nostra memoria e condizionerà le nostre decisioni future. O per lo meno, così si spera che sia. Così è stato dopo le devastazioni della guerra con la scelta della democrazia e cosi sarà dopo il passaggio di questo virus. Democrazia come possibilità di cambiamento, come libertà di agire, come rispetto dell’individuo e garanzia dei suoi diritti. Concludo con un pensiero del nostro Presidente della Repubblica: “La festa della Repubblica quest’anno più che mai interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale, circa il dover essere all’altezza del dolore della speranza e del bisogno di fiducia scaturiti in questi mesi. Siamo tutti chiamati ad un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale. Tutti facciamo parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo. Viva l’Italia, Viva la Repubblica".