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Mamre in Libano e Ucraina

Borgomanero - Nel pomeriggio di oggi, lunedì 20 marzo, i volontari di Mamre si recheranno in Ucraina per portare il generatore offerto dalla ditta Pintonfond in un ospedale a sud di Kiev e tanti generi alimentari e vestiario a Leopoli dai Salesiani. Di seguito, invece, il resoconto scritto dal presidente di Mamre Mario Metti del viaggio di solidarietà, appena concluso, in Libano.

10-17 marzo 2023: Mamre in Libano, di Mario Metti

Dal 10 al 17 marzo con Gabriele Pezzotta, Gabriele Sala e padre Abdo Raad siamo stati in Libano dove eravamo già andati nel 2019 e nel 2020 per progetti nel campo profughi di Sabra e Chatila e per portare aiuti alla popolazione. Se già allora era tangibile la situazione critica di tante persone, soprattutto dei milioni di profughi presenti in quel Paese, oggi ci siamo trovati di fronte a una popolazione messa in ginocchio da una situazione economica insostenibile. Nel 2020 un dollaro veniva scambiato con 1.500 lire libanesi; al nostro arrivo il 10  marzo il cambio era di 1 dollaro per 80.000 lire libanesi, e il 16 marzo, giorno precedente alla nostra partenza, veniva scambiato a 105.000 lire libanesi. Chi percepiva sino al 2020 uno stipendio di 1000/1200 dollari oggi ne riceve 200 e per gli insegnanti e il personale statale (fatta chiaramente eccezione per politici, diplomatici e militari) lo stipendio è sceso a 20 dollari al mese. I risparmi di una  vita sono stati azzerati e in banca (aperte raramente) si può prelevare una volta al mese dai 20 ai 100 dollari, non di più. Le scuole pubbliche sono chiuse perché gli insegnanti non hanno neppure i soldi per pagare il carburante per l'auto.

Nel campo profughi del Chouf sulle colline di Beirut, dove vivono circa 500 persone tra cui 150 bambini, non ci sono più solo i profughi siriani, ma anche persone libanesi, e mentre sino a due anni fa era tangibile una solidarietà tra popolo libanese e profughi, oggi questi ultimi vengono considerati come persone 'fortunate' perché hanno gli aiuti dell'Unhcr. Loro invece si sentono abbandonati al loro destino. Tantissimi giovani sono emigrati, e nell'ultima settimana ci sono stati 4 suicidi di persone cadute nella disperazione. La corrente elettrica viene data dallo Stato 2 ore al giorno, chi ha la possibilità supplisce con i generatori, ma per questi è necessario il carburante che 'costa'. L'unica parte di Beirut che alla sera è sempre illuminata è nella parte alta del monte dove vi sono le abitazioni di politici, diplomatici e rappresentanti delle grandi organizzazioni.

Abbiamo partecipato a un incontro con 20 insegnanti di una scuola sul tema 'L'educazione alla spiritualità nei bambini' e le maestre dicevano che erano consapevoli di dire bugie quando parlavano di speranza ai loro bambini. Abbiamo incontrato il vescovo di Sidone e siamo stati a pranzo con un imam sunnita, abbiamo avuto il dono di incontrare nel campo di Sabra e Chatila tantissimi bambini che con le loro mamme ci aspettavano nei locali della scuola che nel 2020 Mamre aveva donato loro e i disegni che avevano preparato parlavano di pace, di speranza, di ponti di incontro e di solidarietà, di diritti da riconoscere. Gli amici della locale associazione hanno chiesto un aiuto per le tante persone anziane che vivono sole nel campo: ne parleremo quando avremo il progetto da presentare. Siamo stati a Zalhe, nella valle della Bekaa, e da lÏ abbiamo provato ad andare in Siria, ma alla frontiera, nonostante avessero avuto i nostri nomi e il benestare dellíambasciata italiana di Roma, non hanno potuto lasciarci passare perché mancava la firma del ministro. Il visto è poi arrivato il giorno prima della nostra partenza e ha validità 3 mesi.

Così ha potuto recarsi a Damasco e ad Aleppo solo padre Abdo al quale abbiamo affidato i contributi raccolti che ha consegnato ad Aleppo. In Siria, a differenza che in Libano, non c'è collaborazione tra le varie religioni neppure per gli interventi a favore delle persone bisognose. A Zalhe abbiamo avuto un incontro che sa di speranza perché nei locali di un ristorante, che il proprietario mette a disposizione nel giorno di chiusura, vengono preparati i pasti per 135 famiglie; 350 persone e i bambini di una scuola preparano le varie porzioni mettendole nei contenitori che poi vengono subito dopo portate alle famiglie. Abbiamo partecipato a questa preparazione e alla distribuzione visitando le famiglie, la gran parte in condizioni di estrema povertà.

Ecco da qui un secondo progetto: il sostegno a distanza di queste famiglie, con l'impegno di queste insegnanti, assistenti sociali, volontari dell'associazione Annas Linnas di padre Abdo, di inviare poi un resoconto con le foto della famiglia. Questo e tanto altro: ne parleremo prossimamente in una serata dove vogliamo condividere anche le immagini di questo popolo, di questo Paese, così  bello e così martoriato.

Abbiamo inoltre partecipato a una messa cristiano-cattolica, a quella cristiano-melchita e a quella maronita e assistito a una parte di una celebrazione in una chiesa ortodossa. Il denominatore comune è la presenza di giovani e un alto senso del sacro e della spiritualità. La Parola, la Scrittura non necessita di omelie, di commenti, la Parola di Dio basta per la nostra vita. Il sacerdote poi al di fuori della cerimonia può essere, come abbiamo visto, direttore di una scuola,  psicologo, incontrare le persone, ma nella cerimonia c'è solo la Sua Parola.

Andare per conoscere non è sufficiente, è necessario riconoscere l'unicità di ogni persona, i suoi diritti, la sua dignità, il suo essere figlio di Dio e quindi mio fratello. Non possiamo dimenticarli, lasciarli soli. Dobbiamo essere generatori di speranza proprio per chi sente di non avere più speranza.