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Nutrizione Clinica e qualità della vita

Borgomanero - “La malnutrizione è una vera malattia nella malattia, che può determinare gli esiti clinici di molte patologie. Tra i dati più allarmati ci sono quelli relativi ai pazienti oncologici: ad oggi, si stima che circa il 18% di tali malati muore per le conseguenze della malnutrizione più che per la malattia di base”. Apre così la serata, Federico D’Andrea direttore del reparto di Nutrizione Clinica dell’AOU Maggiore della Carità di Novara ed ospite al terzo meeting dell’annata sociale 2016-17 del Lions Club Borgomanero Host. Tuttavia, nonostante le dimensioni del problema e le implicazioni cliniche ed economiche, le problematiche legate alla malnutrizione (cioè la cattiva alimentazione) sono ancora oggi sottovalutate. Fatta questa premessa il dottor D’Andrea ha voluto ripercorrere la storia di questa “scienza” citata per la prima volta da Ambrosie Parè (1510-1590), medico del re di Francia Enrico II, e che nasce ufficialmente, in Italia, trenta anni or sono. In Piemonte, Regione all’avanguardia in questo settore anche a livello legislativo, la nutrizione clinica venne introdotta dal professor Franco Balzola, vero e proprio pioniere della materia: ad oggi sono quindici i centri operanti in Regione, comprese due strutture pediatriche. La nutrizione artificiale permette la sopravvivenza e quindi anche una buona qualità di vita a centinaia di pazienti con impossibilità di deglutizione causata da varie patologie o da terapie invasive. Esiste anche il “rovescio della medaglia”, in quanto, come ha sottolineato lo specialista, esistono alcune patologie legate alla malnutrizione per eccesso, la cosiddetta ipernutrizione, prevalente nei cosiddetti paesi ricchi. Nei paesi più poveri si verificano problematiche differenti in quanto legate all’iponutrizione. L’approccio del nutrizionista clinico è ovviamente molto diverso a seconda se si debbano trattare patologie quali l’obesità o l’anoressia. Concludendo la sua interessantissima relazione il Dr. D’Andrea ha voluto sottolineare la grande importanza “dello screening nutrizionale da attuare al momento del ricovero in ospedale, in quanto un corretto approccio terapeutico ai casi di malnutrizione migliora la qualità della vita del paziente e riduce anche i costi indotti da lunghi tempi di ospedalizzazione”. Il medico ha poi parlato di farmaco nutrizione e del progetto Ma.Re.A., che consiste nel ritardare i tempi di inserimento in dialisi dei pazienti con insufficienza renale cronica.