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VOLONTARIATO A CASA BARTOLOMEO CINQUE STUDENTI DEL BOSCO

Borgomanero - «Ritorneremo». Tutti concordi i cinque allievi della classe quarta del liceo delle scienze umane del collegio “Bosco” di Borgomanero che, recentemente, sono stati protagonisti di una settimana all'insegna del volontariato alla casa di accoglienza per donne in difficoltà “Bartolomeo” di Borgomanero. Quattro abitano proprio nel capoluogo del Medio Novarese: sono Della Ragione, Creola, Cuzzolin e Amoriello. Il quinto arriva da San Maurizio: si chiama rea Gallus e dice: «Siamo abituati ad avere tutto pronto. Abbiamo imparato a gestirci da soli». Sorride: «Mai a casa avrei pensato di mettermi a sistemare una cantina. Qui l'ho fatto e soprattutto sono felice di averlo fatto». Gli studenti spiegano, innanzitutto, come si sono avvicinati a quest'esperienza. Della Ragione: «Ho deciso dopo aver visto un volantino che illustrava il progetto che viene attuato in questa realtà. Non è giusto pensare solo al proprio benessere personale, ma si deve fare il possibile per cercare di dare un po' di sollievo a chi è in una situazione complicata». Creola: «Mi sono fatto raccontare da Edoardo che cosa si fa qui e mi è piaciuta l'idea di dare una mano a chi ha bisogno. Ci si sente soddisfatti a fare qualcosa per gli altri, fosse anche solo mettere a posto una stanza». Cuzzolin: «Io sono una persona fortunata e mi sembra il minimo spendere un po' del mio tempo per aiutare gli altri. Poi, come ha detto Pietro, dopo una giornata trascorsa qui si torna nella propria abitazione sempre contenti. Agire per il prossimo è il modo migliore per non buttare via nemmeno un minuto della propria vita». Amoriello: «C'erano varie opportunità, ma questo centro già lo conoscevo e, in più, me l'hanno consigliato don Gheller e il professore di Economia e Diritto Agnellini. Sono venuto al colloquio e adesso eccomi qui dove ho acquisito la consapevolezza che anche nelle nostre città, accanto a noi, vivono tante persone in stato di disagio. La verità è che noi siamo abituati troppo bene: un motivo in più per cui conta molto confrontarsi con altre realtà, e di questo tutti noi vogliamo ringraziare il “Bosco” che ci ha dato questa possibilità». Gallus: «Condivido gli obiettivi e anch'io ritengo doveroso essere vicino concretamente a chi soffre. Settimane come questa consentono di capire che i valori davvero importanti della vita non sono quelli che ci vengono trasmessi ogni giorno dalla televisione».

I primi due giorni, lunedì e martedì, hanno svuotato dei locali «e catalogato gli oggetti presenti al loro interno. Poi, il mercoledì e il giovedì - racconta Creola - ci siamo concentrati sui capi di abbigliamento, dai vestiti alle scarpe, selezionando quelli effettivamente utili alle ospiti». Nessun dubbio: questi ragazzi consigliano ai loro coetanei di cimentarsi a loro volta con un percorso di volontariato a casa “Bartolomeo”. Evidenzia ancora Creola: «Siamo entrati in contatto con persone straordinarie e ci siamo trovati davvero bene. È piacevole, ci mancherebbe altro, prendere un bel voto, ma questa settimana ci ha trasmesso qualcosa di unico». Intanto questi cinque giovani hanno manifestato l'intenzione, la prossima estate, a impegni scolastici completati, di dedicare ancora qualcuna delle loro ore libere: «Fare volontariato èimportante: si capisce che non tutto ci è dovuto».