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Il disperato appello di una mamma

Riceviamo e pubblichiamo una lettera in redazione scritta dalla signora Maria Bonelli di Novara

Novara - "Sono una giovane madre di famiglia novarese. Io, mio marito e i miei 3 figli di 13, 6 e 3 anni, stiamo vivendo un forte momento di difficoltà; qualcuno ci aiuti. Siamo in condizioni di estrema povertà. Viviamo con un solo assegno di invalidità di mio figlio di 3 anni. Così non possiamo andare avanti. Ci siamo trasferiti a Novara da 3 mesi. Negli anni passati abbiamo abitato a Biandrate, ma purtroppo ora per noi sarebbe diventato un calvario. Biandrate è poco collegata con i mezzi pubblici e nella situazione di indigenza che stiamo attraversando, per noi era impossibile anche mantenere la  piccola utilitaria che avevamo, venduta qualche tempo fa per ricavare qualche soldo per vivere. Questo è stato uno dei moventi che ci ha condotti a prendere la scelta di trasferirci a Novara, anche per portare con facilità mio figlio in  logopedia e per prendere il treno per andare a Torino a fare i vari controlli e mappaggi. A tutt’oggi però è impossibile andare avanti: mio marito sta tentando in ogni modo disperatamente di trovare un lavoro. Ma le risposte - aimè - sono  sempre le stesse: "Sei troppo anziano, con troppa esperienza, hai un bambino invalido che richiede cure e potresti non essere una garanzia di presenza sul posto di lavoro". Una situazione in cui non riusciamo ad avere un tetto sicuro sulla  testa: abitiamo in un alloggio che abbiamo trovato tramite agenzia. Non abbiamo contratto perché non abbiamo i soldi per la registrazione.  Dobbiamo pagare 550 euro al mese di affitto, siamo riusciti a recuperare i soldi per il primo mese, ma ora non riusciamo più a pagare. Abbiamo chiesto aiuto alla Caritas ma purtroppo mi e stato passato ben poco; fanno quello che possono con chi dicono loro pero'... questa settimana ho chiesto un pacchettino in più di pannolini, perché il mio bimbo era un po’ indisposto e un pacco per tutta la settimana non mi bastava, ma purtroppo mi e stato negato. Vedo uscire gente con borse più piene delle mie. Non ho mai detto niente ma adesso basta! Il nostro frigo è vuoto e non sappiamo come andare avanti. Più volte ho tentato di chiedere aiuto in tanti uffici comunali competenti: mi sono rivolta ai Servizi sociali senza esito positivo (non ci sono fondi)... Mi sono rivolta più volte all'ex assessore Ferrari ma - aimè - senza risultati; mi ha addirittura cancellata dalle sue amicizie su Facebook. Poi mi sono rivolta anche all'assessore  Paladini per un alloggio popolare, ma senza esito positivo. Abbiamo cercato di contattare il sindaco Ballarè attraverso la sua bacheca Facebook: dapprima ho visto totale apertura e comprensione, ma successivamente non ho avuto risposta, anzi mi sono vista bannata dalla sua bacheca, forse per la troppa insistenza del mio grido d'aiuto. Per il sindaco e per gli assessori mio figlio non è ben accetto, nemmeno alla scuola materna. Le liste d'iscrizione sono molto lunghe e per poter prendere mio figlio devono rinunciare a 5 iscritti. Ma i medici dell'ospedale Martini di Torino che hanno in cura mio figlio, mi hanno vivamente consigliato per il bene del bambino di iscriverlo al Nido perché la socializzazione per lui è importantissima. In questo momento il bambino frequenta il Nido, ma siamo obbligati a pagare lo stesso sebbene sia un nido comunale e nonostante sapendo la nostra situazione economica e con un Isee che ha il reddito annuo di 1.200 euro. E ovviamente in questa situazione pagare una retta di 115 euro al mese mi creerebbe grosse difficoltà. E il nostro sindaco per queste situazioni non fa niente; come al solito pensa solo ai suoi eventi e raccolta fondi per altre motivazioni, ma mai per noi povera gente... Mi sono anche rivolta alla Prefettura e mi hanno risposto che ci vuole tempo, perché devono preparare una relazione scritta al Prefetto e comunque non mi avrebbero assicurato il loro aiuto. Ma dico io, ai profughi che ci sono nella nostra città chi gli paga tutto ciò? Abbiamo bisogno di un aiuto a breve perché oltretutto abbiamo il nostro piccolino con una brutta bronchite e non abbiamo i soldi necessari per le medicine. Il mio appello è soprattutto rivolto a sindaco, assessori, prefetto e a chi ci possa dare una mano. Basterebbe anche un lavoro per mio marito!"

Chi volesse dare una mano alla signora Maria Bonelli oppure se i rappresentanti del volontariato o delle istituzioni avessero da dire qualcosa a riguardo, la redazione di Freenovara è ben accetta a fare da tramite per trovare una soluzione.

Gianmaria Balboni