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IL MAGGIORE FESTEGGIA I 1.000 TRAPIANTI DI RENE

La struttura di Nefrologia e trapianto renale oggi è diretta dal professor Piero Stratta
Piero Stratta

Novara - L’11 aprile 2014 è stato effettuato a Novara, presso la Struttura complessa universitaria di Nefrologia e trapianto renale diretta dal professor Piero Stratta (nella foto), il trapianto di rene n. 1000. «Si tratta di un traguardo importante – ha detto il Professore, docente ordinario di Nefrologia del Dipartimento di Medicina traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale – che testimonia la continuità di un’attività che è rimasta nel tempo ai massimi livelli nazionali e internazionali, ed è sempre proseguita con l’impegno e la determinazione da parte degli operatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, che hanno ottenuto in questo settore risultati di assoluta eccellenza».

 Il traguardo di mille trapianti di rene è reso ancor più importante per come è stato ottenuto nel tempo: le statistiche recentemente pubblicate dal Centro Nazionale Trapianti, infatti, collocano il Centro di Novara sempre ai primissimi posti come sopravvivenza dei pazienti e dei reni a breve e lungo termine.

La storia del Centro di trapianto renale dell’AOU “Maggiore della Carità” è iniziata il 4 novembre 1998: fondato dal professor Giuseppe Verzetti, ebbe nell’urologo Bruno Frea e nel chirurgo vascolare Franco Nessi i pionieri di questa attività. Negli anni successivi, il Centro diretto dal professor Stratta ha progressivamente incrementato la propria attività fino ai 1000 trapianti raggiunti pochi giorni fa, avviando programmi sempre più complessi e all’avanguardia nel settore e promuovendo accanto, al tradizionale programma di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore vivente (dal 2003) anche prima della dialisi e con prelievo laparoscopico, e il doppio trapianto di rene (dal 2004). Complessivamente, dal 2000 a oggi, il Centro di Novara è il terzo centro Italiano di trapianto di rene, dopo le “Molinette” di Torino e il “Sant’Orsola” di Bologna, con dati che lo collocano tra i pochi centri italiani di livello europeo e con performance ben superiori a quelle di realtà ospedaliere e universitarie molto più grandi e di più antica tradizione.

«Questi risultati – aggiunge Stratta – sono stati raggiunti grazie a tutti gli operatori che si dedicano a questa l’attività, cui partecipano direttamente la Chirurgia vascolare, diretta dal dott. Piero Brustia e la Clinica Urologica del prof. Carlo Terrone, oltre all’Emodialisi - Nefrologia del dott. Martino De Leo e l’Anestesia e rianimazione del professor Francesco Della Corte, struttura impegnata a tutto campo nelle donazioni». In questo senso il ruolo dell’Università è di particolare rilievo per lo stimolo continuo rappresentato dalla ricerca e dai programmi formativi e di insegnamento per i medici e per gli specializzandi: infatti dallo scorso anno è attiva presso la Scuola di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale la Scuola di Specializzazione in Nefrologia, anch’essa diretta da Piero Stratta, integrata con quella dell’Università di Torino. La Scuola accoglie medici in formazione per lo studio delle malattie renali, dell’insufficienza renale cronica e della sostituzione artificiale e naturale della funzione renale.

Il Centro trapianti di Novara è coinvolto in programmi collaborativi internazionali, in Europa e Stati Uniti, volti all’ottimizzazione degli schemi terapeutici per favorire la maggior durata possibile all’organo trapiantato e per prevenire complicanze, ma molti sono gli ambiti di ricerca con studiosi dell’Università del Piemonte Orientale e di altre Università italiane e straniere. Tra di essi si ricordano gli studi sulla variabilità individuale di risposta all’uso dei farmaci immunodepressori in base a diversi polimorfismi genetici con il prof. Armando Gennazzani e la prof.ssa Mara Giordano, la valutazione dei rischi rappresentati dall’obesità e da bassi livelli di vitamina D sulla durata del rene trapiantato, con la patologia clinica del prof. Giorgio Bellomo e la ricerca del ruolo virale nel favorire le neoplasie cutanee, con la prof.ssa Marisa Gariglio e il prof. Enrico Colombo dell’Università del Piemonte Orientale.