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Iniziativa comune contro chi spinge a far causa per presunta malasanità

Ordine dei medici e Ordine degli avvocati contro 'certe' campagne pubblicitarie

Novara - Riceviamo e pubblichiamo dal presidente dell'ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, dott. Federico D'Andrea: "Ora anche l’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Novara dice “basta” alle continue e sempre più numerose campagne pubblicitarie, spesso promosse da studi legali, in cui si invita la gente che si ritiene vittima di qualche errore medico a intraprendere le vie legali. E in questa sua azione è affiancato dall’Ordine degli avvocati: dopo l’ultimo episodio, quello di un volantino distribuito a Novara, l’Ordine dei medici ha contattato l’Ordine degli avvocati e ne è nata una posizione comune. Nel volantino in questione si invitano le persone “vittime di un episodio di malasanità” non meglio precisato a contattare un’organizzazione commerciale al fine di valutare la possibilità di un’azione risarcitoria e si offrono consulenze legali specializzate. «Abbiamo ricevuto le proteste di molti medici – conferma il presidente Federico D’Andrea – che ci sollecitavano un intervento. Non è in discussione il diritto di chi sente danneggiato a procedere per vie legali, quanto la volontà, per puri fini commerciali, di creare false aspettative e false illusioni nei pazienti e, nel contempo, di mettere alla gogna la professione medica nel suo genere». I dati sono chiari: solo l’1% delle denunce presentate in Italia contro i medici finisce con la condanna dell’imputato. Ma le campagna pubblicitarie sulla malasanità sono all’ordine del giorno. «Nel frattempo si crea il terreno fertile per una campagna denigratoria nei confronti della categoria – aggiunge D’Andrea – Il nostro Ordine è sempre pronto a valutare situazioni in cui sono evidenti le mancanze dei proprii iscritti, a punire chi ha sbagliato: non difendiamo la casta per principio. Ma non possiamo neppure tollerare di essere indicati come responsabili, a priori, di malasanità». Ecco allora la richiesta all’Ordine degli avvocati di prendere le opportune misure per evitare che gli studi legali si prestino a simili iniziative, non decorose della professione e che potrebbero costituire un accaparramento di clientela. E la risposta dell’Ordine degli avvocati è giunta puntuale, con una circolare ai proprii iscritti nella quale si scrive (a firma del presidente Remigio Belcredi) che “riteniamo che tale modo di proporsi ai potenziali clienti non sia, quanto meno,  rispettoso del decoro della professione ed è in contrasto con quanto previsto dall’art. 5 del Codice Deontologico. Pertanto, si invitano gli iscritti ad astenersi dal prestare la propria opera in favore di tali iniziative”.