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Le attività dell'Asl Novara sul territorio in tempo di Covid19

I Distretti sanitari illustrano le azioni messe in atto nella gestione dell’emergenza sanitaria
Il dottor Mario Esposito

Novara - Intervista al dott. Bartolomeo Ficili Direttore del Distretto Area Nord e al dott. Mario Esposito Direttore Distretto Urbano di Novara e Area Sud dell’Asl No. La situazione sanitaria, che si è verificata in seguito alla pandemia da SARS-cov-2, merita un momento di riflessione su ciò che è stato necessario fronteggiare e mettere in atto a partire dallo scorso fine febbraio. Vorremmo illustrare in modo chiaro e completo quanto è stato svolto, ponendo l’accento sul carattere di imprevedibilità ed eccezionalità di quest’epidemia, tuttora in corso. Nel mese di febbraio 2020 le informazioni a disposizione sulla natura, diffusibilità e contagiosità della nuova infezione virale, apparivano limitate e, sovente contrastanti. La Regione Piemonte e, in particolare, l’Azienda Sanitaria Locale di Novara (Asl NO) hanno messo in atto, progressivamente, tutte le misure necessarie ad arginare il virus, in un momento storico in cui il mondo della prevenzione appariva proiettato perlopiù verso lo studio delle cronicità e dell’invecchiamento sano.

Cosa è stato fatto nell’Asl NO? “Dal punto di osservazione dei Distretti possiamo dire che l’Asl di Novara, sino dalla fine di febbraio, ha approntato misure precauzionali, ottemperando alle disposizioni ministeriali, governative e amministrative sia regionali sia locali, coordinandosi costantemente con le realtà politiche locali ed, in particolar modo, con i Sindaci. Riferendoci al territorio di Novara e Provincia, i Sindaci sono sempre stati presenti e attenti alla salvaguardia della salute dei cittadini, consultandosi costantemente con i tecnici e gli esperti dell’Azienda e, di fronte al manifestarsi di situazioni spesso diverse tra loro, hanno contribuito in maniera attiva alla formulazione di risposte per ogni singolo caso. Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP), sin dal primo momento, ha effettuato un’analisi capillare della nostra realtà territoriale, grazie anche alla collaborazione dei Medici di Medicina Generale, intercettando i soggetti positivi (casi) alla nuova infezione ed i loro contatti, garantendo un monitoraggio quotidiano per ciascun cittadino per tutta la durata del periodo di osservazione. Ha, inoltre, assicurato e assicura tuttora l’esecuzione dei tamponi a tutti i soggetti positivi e sospetti, secondo le disposizioni regionali. Tale sfida per poter essere affrontata ha richiesto la collaborazione di tutti i Servizi dell’Asl NO”.

Quali sono state le attività svolte a livello territoriale dai Distretti? “A questo proposito ci preme sottolineare le attività in cui i Distretti hanno svolto un ruolo. Innanzitutto la sorveglianza sanitaria territoriale su pazienti COVID positivi identificati dal SISP fatta a cura del Personale dei Distretti che ha assicurato la sorveglianza attiva attraverso telefonate quotidiane (sono state superate le 1.000 persone al giorno) a pazienti in isolamento domiciliare e la gestione di segnalazioni estemporanee di Sindaci o Medici curanti. Tali attività congiunte di indagine, monitoraggio e diagnosi epidemiologica hanno richiesto uno sforzo di ingenti dimensioni, di cui siamo particolarmente orgogliosi. Tutte le professionalità del territorio (medici, infermieri, tecnici e personale amministrativo) hanno partecipato e continuano a partecipare offrendo il loro supporto 7/7 die al fine di assicurare un continuo ed ininterrotto controllo della realtà territoriale”.

Le attività come si sono concretizzate? “Anche nella fase di esecuzione dei tamponi, sia con la metodologia “drive through” sia con accesso al domicilio dei pazienti impossibilitati a recarsi presso le postazioni, è stato notevole l’apporto degli operatori dei Distretti per permettere la piena operatività, sia nella fase di emergenza che nel momento attuale. Il personale infermieristico dei Distretti è stato, inoltre, attivamente impegnato anche nell’esecuzione delle indagini sierologiche, prima nei confronti del personale sanitario dipendente e territoriale e, in seguito, a favore di operatori di pubblica utilità, contribuendo a supportare gli studi epidemiologici Nazionali, della Regione Piemonte e dell’Università del Piemonte Orientale. Inoltre, molti sono stati gli operatori impegnati nel “pre triage” ai punti di accesso alle strutture territoriali con misurazione della temperatura e valutazione clinica ed epidemiologica degli utenti, senza contare gli operatori che sono stati richiamati a prestare la loro attività nei reparti COVID (Pronto soccorso, Rianimazione. Medicina) dell’Ospedale di Borgomanero”.

Le Strutture private accreditate sono state coinvolte nella gestione dell’emergenza? “Per fronteggiare i momenti di maggior pressione sulle strutture ospedaliere pubbliche, le strutture private accreditate con l’Asl No, al fine di permettere un polmone necessario alla stabilizzazione dei soggetti risultati positivi con condizioni cliniche tali da non richiedere interventi di terapia intensiva e subintensiva, hanno accolto nel setting ospedaliero presso la Fondazione Maugeri di Veruno fino a 98 malati e presso la casa di Cura e ”I Cedri” fino a 18 pazienti acuti. Tale possibilità verrà mantenuta, sia pur con una dotazione minore. Inoltre per i soggetti positivi non dimissibili al domicilioè stato approntato presso la Casa di Cura “I Cedri” di Fara Novarese un nucleo di Continuità Assistenziale a valenza sanitaria  (CAVS) di 24 posti  destinato a pazienti risultati positivi all’infezione da SARS-cov-2: tali posti ora molto meno utilizzati, saranno ridotti ma potranno essere riattivati secondo il bisogno”.

E le Unità speciali di Continuità Assistenziali, denominate USCA? “È doveroso condividere la realizzazione delle USCA, su disposizione Nazionale e Regionale. Tali Unità, che sono state progressivamente implementate fino alle attuali 7 équipe medico-infermieristiche, seguono e monitorano a domicilio i casi sintomatici affetti da COVID di concerto con il personale infermieristico dei Distretti, in diretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale e il SISP aziendale.  Le USCA provvedono ad effettuare: counselling telefonico e telemonitoraggio, gestione clinico-terapeutica domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero; monitoraggio clinico, anche attraverso l’esecuzione di tamponi, per pazienti COVID+ sintomatici presso le Residenze Sanitarie Assistenziali”.

Le Residenze Sanitarie Assistenziali sono spesso salite alla ribalta attraverso i mezzi di informazione… “Le strutture residenziali assistenziali presenti sul territorio novarese, ancor prima delle disposizioni governative, sono state sollecitate alla prudenza nei confronti dei flussi di visitatori, dei fornitori e del personale addetto alla cura degli ospiti. Si è proceduto a monitorare quotidianamente a partire dal 17 marzo scorso 7 giorni su 7 la situazione degli ospiti e del personale operante all’interno di esse, vigilando attraverso un’apposita commissione aziendale che ha contribuito a creare i percorsi per COVID+ e COVID- all’interno delle varie strutture mediante una valutazione costante delle singole necessità. Oggi appare prioritario affrontare il problema della “riapertura” delle strutture ai nuovi ospiti, nel rispetto delle indicazioni ministeriali e governative”.

Durante l’emergenza pandemica SARS-cov-2 cosa è stato fatto per i pazienti cronici? “In questo contesto i pazienti fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti costituiscono sicuramente la parte più vulnerabile della popolazione. Le attività sul territorio indispensabili per la salute di queste categorie di pazienti (es. visite specialistiche ambulatoriali urgenti e brevi, cure domiciliari, cure palliative, fornitura farmaci in distribuzione diretta, fornitura protesi ed ausili, ecc) sono state mantenute in modo da dare continuità alle cure, anche utilizzando modalità innovative per i controlli e i follow up senza spostare il paziente dal proprio domicilio (es. attraverso televisite con lo specialista di riferimento). Per offrire loro un supporto concreto è inoltre stato istituito un progetto di monitoraggio telefonico, avviato il 18 marzo scorso, presso il Distretto urbano di Novara con 13 medici Specialisti del Poliambulatorio (nei tempi non occupati da visite o prestazioni non differibili) che hanno seguito 171 pazienti individuati da Assistenti Sociali dell’Asl ed Enti Gestori (in parte già in carico allo Spazio anziani), dai Medici di Medicina Generale, dagli Specialisti Ospedalieri, dai Sindaci o dalle Forze dell’Ordine. Il 27 marzo è stato avviato un analogo progetto nell’area del Distretto Area Nord con Medici Specialisti del Distretto e presa in carico di 102 pazienti. L’attività si svolge con telefonate periodiche da parte dei Medici coinvolti, per effettuare il monitoraggio delle situazioni di salute e socio familiari dei pazienti in elenco; qualora vi fossero necessità di tipo sociale i Medici provvedono a segnalare i casi al Servizio Sociale Professionale Aziendale”.

Per concludere… “Oggi ci sentiamo di dire che lo sforzo congiunto di tutte le realtà territoriali sanitarie, sociali e politiche, che hanno lavorato e lavorano quotidianamente nell’ottica di una costante collaborazione reciproca, finalizzata esclusivamente alla salvaguardia e alla tutela della salute dei cittadini, ha consentito di affrontare e governare (quanto meno momentaneamente) la pandemia… Ciò ha dimostrato come l’interdisciplinarietà tra le diverse expertise possa costituire la chiave di volta per un’ottimale gestione della situazione attuale e di eventuali necessità future”.