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Libera Novara e la legge regionale sul gioco d'azzardo

"La Regione a un passo dal far detonare una bomba sociale!"

Novara - «La Regione Piemonte tuteli la salute dei cittadini. È inconcepibile che la Giunta piemontese abbia pensato di sacrificarla con tanta leggerezza in un periodo storico in cui sono evidenti le ripercussioni sociali ed economiche della diffusione incontrollata di patologie»: questo l'appello del comitato novarese Mettiamoci in gioco, composto da Cgil, Federconsumatori, Adiconsum, Arci, Auser, Associazione La Torre - Mattarella, Legambiente, Libera e Medicina Democratica. La Giunta Regionale del Piemonte ha presentato in questi giorni, salvo poi ritirarlo a causa di pressioni da parte della società civile e di divergenze interne alla maggioranza, un emendamento al ddl Omnibus, la legge di stabilità piemontese al momento in discussione in Consiglio Regionale, per modificare la legge 9/2016 sul contrasto al gioco d'azzardo patologico, una vera e propria malattia che porta con sé gravi conseguenze economiche e sociali. Per questo quattro anni fa il Consiglio Regionale, con il consenso unanime di tutte le forze politiche, ha deciso di limitare la presenza di slot presenti sul territorio, allontanandole da luoghi giudicati sensibili come scuole, parrocchie, banche e centri anziani, e imponendo lo spegnimento degli apparecchi non rispettosi delle distanze. «La legge piemontese tutela le fasce a rischio senza proibire il gioco, come dichiarato ingiustamente dai detrattori, ma allontanandolo dai luoghi della vita quotidiana. In questi anni di applicazione della legge si sono ridotti i volumi delle giocate, comunque elevatissimi, e con loro quelli delle perdite, come dimostrato dagli studi dell'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte (IRES). Perché la Giunta regionale ignora un proprio ente che opera con metodo scientifico e in totale indipendenza?». 

È sempre l'IRES a confutare una delle critiche più ricorrenti alla legge, accusata di spingere verso il gioco illegale: un assunto privo di evidenze secondo l'Istituto. «Al contrario - aggiunge il comitato Mettiamoci in gioco - una maggiore diffusione del gioco rischia di creare sacche di sovraindebitamento in un momento già difficile dal punto di vista economico, facendo il gioco delle mafie e favorendo fenomeni usurari ed estorsivi. I promotori della modifica dicono di volere tutelare l'occupazione del settore, ma non si preoccupano dei costi di questa operazione e sono pronti a fare esplodere una bomba sociale e quindi economica in nome della protezione di un mercato dopato da anni di offerta martellante. È giusto tutelare i lavoratori del settore, ma è scorretto farlo sulla pelle dei più fragili».
Nonostante il ritiro dell'emendamento rimane la volontà della maggioranza di modificare la legge regionale, lo scontro dunque è solo rinviato: diverse le realtà della società civile che si sono schierate a difesa della legge regionale non solo nelle ultime ore ma anche nei mesi scorsi, quando la proposta di modifica è stata formulata per la prima volta.