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Niente funzionò quella sera...

Maurizio Ciniello (Ultras Novara) ricorda l'anniversario della strage dell'Heysel

Novara - Niente funzionò quella sera: servizio d'ordine completamente incapace di gestire un tale avvenimento, uno stadio penoso e inadatto alla disputa di un qualunque torneo, figuriamoci una finale di Coppa dei Campioni; dall'altra parte dei criminali, non ultras ma criminali, l'ultras vero e un'altra cosa. Il 29/05/85 c'erano tutti i presupposti per una tragedia e tragedia fu.

Possiamo dire tutto quello che vogliamo ma, da esperto da stadio quale io sono, posso dire che, fino a quando saranno le persone sbagliate che comanderanno questo gioco, le tragedie continueranno a succedere. Quanti morti per inadempienze, per incapacità, per violenza da parte di chi deve evitare tutto ciò.

In quegli anni c'erano gli stadi pieni, era impossibile trovare biglietti, figuriamoci per una finale, allora ci si rivolgeva al Bagarino, in questo caso si rivelò Bagarino assassino. I molti biglietti del Settore Z, furono venduti dai Bagarini. Ci si domanda, ancora oggi, come facciano ad avere tanti biglietti disponibili, visto che anche col biglietto nominale, tuttora, li trovi fuori dagli stadi; una vergogna non solo italiana.

Quella sera le bestie inglesi arrivarono allo stadio già  preparate, alcolizzati come da tipica usanza loro e belli carichi, talmente carichi da non accorgersi che dall'altra parte non c'erano ultras, ma famiglie, padri con bambini. Non importa la loro fede, un ultras non attacca mai uno sportivo, ma come dico da un pó, gli inglesi sono tante cose ma non ultras. Mi sarebbe piaciuto vederli fronteggiare l'altra curva; sono certo sarebbe finita diversamente.

Dopo circa un'ora di massacro, perché di questo si è trattato, ė arrivata la Cavalleria belga per terminare quello che gli alcolizzati avevano iniziato: manganellate alle famiglie che cercavano di scappare in campo.

Le squadre inglesi vennero punite, per loro niente coppe europee per qualche anno, poco importa se intanto in casa loro continuavano ad ammazzarsi.

Girando spesso per stadi europei posso dire che a livello di sicurezza qualcosa è migliorato, quanto meno non rischi che una parete ti cada addosso; i servizi di sicurezza sono addestrati e professionisti, l'opposto di quello che capita in Italia e con la serietà che contraddistingue la nostra nazione vi dico che può solo peggiorare.

In tutti questi anni nel 90% degli stadi gli juventini si sono sentiti il grido "Liverpool" fino allo sfinimento; il mondo ultras ė questo, ma come si dice "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Chi non è ultras non capirà mai certe dinamiche, per decenni gli juventini hanno campato di rendita col coro "Superga Superga ", oppure "Vesuvio lavali col fuoco" rivolto ai Napoletani. Accettano di giocare a questo gioco, che sarà meschino e probabilmente infame, ma esiste e se adesso non si sente più non è perché sia subentrata un'onda di buonismo, ma semplicemente perché si rischiano diffide e squalifiche del campo.

Rimane sempre l'odio tra tifoserie, ma dove c'è odio c'è rispetto che è la cosa più importante in questo mondo.

In ogni caso c'è poco da preoccuparsi, repressione e regole assurde hanno distrutto completamente le curve.

La resistenza ė futile, direbbe qualcuno ed è con le lacrime agli occhi che confermo la scomparsa di una sottocultura che, mi permetto di dire, mi rappresentava in pieno.

Maurizio Ciniello